Al via la 198° Stagione concertistica dell’Accademia Filarmonica Romana. Il Programma completo.

di Claudio LISTANTI  (con file audio)

File audio: J. S. Bach – Contrapunctus 9 da Die Kunst der Fugue BWV 1080 versione per quintetto di fiati – Interpreti Canadian Brass

Al Teatro Argentina di Roma 10 concerti di grande interesse

L’Accademia Filarmonica Romana è tra le Istituzioni musicali più importanti nel panorama musicale nazionale ed internazionale. Nella sua lunga vita – ad oggi è quasi bicentenaria (fu fondata infatti nel 1821) – è stata considerata uno dei ‘fari’ della vita culturale romana visti i prestigiosi musicisti che con essa hanno collaborato nel corso degli anni tra i quali si possono ricordare artisti come Gaetano Donizetti fino ad arrivare ad uno dei grandi del ‘900, Igor Stravinskji.

Le proposte concertistiche dell’Accademia Filarmonica si sono sempre rivelate di estremo interesse sia per le composizioni in programma sia per gli esecutori scritturati, per coprire un arco temporale molto ampio della Storia della Musica che va dalle origini ai nostri giorni. Proprio per questi motivi, ogni stagione dell’Accademia Filarmonica Romana è stata sempre attesa con molta attenzione da tutti gli appassionati; così avviene anche per la Stagione concertistica 2019, 198esima della sua lunga storia, che avrà inizio il prossimo 17 gennaio presso il Teatro Argentina.

Le note difficoltà, non solo economiche ma anche relative ad una certa disaffezione da parte del pubblico, delle quali soffrono tantissime istituzioni musicali, anche le più titolate come la Filarmonica, hanno costretto gli organizzatori a promuovere molte iniziative rivolte al contenimento dei costi ed al recupero dell’affezione del pubblico. A tale scopo la Filarmonica, nelle ultime stagioni, ha ridimensionato il numero dei concerti, spostando l’attività concertistica dal Teatro Olimpico, rimasto comunque saldo baluardo degli spettacoli di Balletto che sono stati, da sempre, una delle punte di diamante dell’attività dell’istituzione romana, per trasferirla parte presso la Sala Casella della sede di Via Flaminia e parte presso il Teatro Argentina.

L’attività concertistica prevista alla Sala Casella è dedicata in particolar modo alla sperimentazione, rivolta soprattutto a concerti affidati a giovani, e promettenti, interpreti per consentire loro di acquisire e consolidare la necessaria esperienza utile a favorire lo sviluppo delle loro carriere. Nella splendida e storica sala del Teatro Argentina c’è la programmazione di punta, che può godere di uno spazio dalla capienza ottimale, in possesso di una buona acustica e di una posizione più felicemente centrale in relazione alle caratteristiche urbanistiche della città di Roma.

Il 17 gennaio, quindi la partenza della stagione dei concerti all’Argentina che prevede una serie di 10 concerti che si svolgeranno fino all’11 aprile e che il direttore artistico, Andrea Lucchesini, di recente nomina, ha programmato con molta attenzione non solo verso la qualità degli interpreti ma anche nel rispetto di quella ‘policentricità’ che da sempre hanno contraddistinto le stagioni dall’Accademia Filarmonica Romana e che, come vedremo, promette di essere particolarmente coinvolgente.

L’inizio è alla grande; alle ore 21 l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone

Fig 1 Ottavio Dantone e l’Accademia Bizantina

Fig.1) salirà sul palco per eseguire Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga) Bwv 1080 di Johann Sebastian Bach. Le qualità di Ottavio Dantone sono note a tutti soprattutto per le frequenti esecuzioni del periodo ‘600-700 con puntate fino al XIX secolo effettuate congiuntamente all’Accademia Bizantina, ensemble che guida dal 1996 assieme alla quale costituisce uno dei binomi artistici più saldi e duraturi del concertismo di oggi, peculiarità che saranno a disposizione di questo grande capolavoro che è l’Arte della Fuga, composto tra il 1745 e il 1750. Straordinaria opera musicale, dalle dimensioni comunque colossali ma purtroppo incompiuta; per la parte ritenuta autentica, è composta da quindici fughe e quattro canoni, tutti segnati con l’indicazione originale di contrappunti, un vero e proprio culmine di virtuosismo polifonico, le cui finalità, forse, non erano tanto per l’esecuzione quanto ‘didattiche’ per lo studio approfondito della forma musicale.

C’è da dire anche che Bach non ha avuto la possibilità, per motivi di salute, di dare al suo capolavoro un assetto definitivo; infatti esistono solo le linee musicali senza indicazioni di dinamica né tanto meno degli strumenti destinati all’esecuzione.  Per tutte queste ragioni L’arte della fuga è stata sottoposta a varie rielaborazioni, sia per orchestra da camera, con o senza fiati, sia per quartetto d’archi, oppure per due pianoforti, per organo, o ancora per uno, due o tre clavicembali, allo scopo di offrire una chiave di lettura diversa regalando agli esecutori cospicui margini di interpretazione rendendo ogni singola ascolto particolarmente affascinante e attraente, spesso seducente e ammaliante. (File Audio: J. S. Bach – Contrapunctus 9 da Die Kunst der Fugue BWV 1080 versione per quintetto di fiati – Interpreti Canadian Brass) Una condizione di ascolto che si riproporrà anche in questo appuntamento al Teatro Argentina nel quale Dantone proporrà una lettura che prevede, oltre alla sua direzione ed al suo impegno al cembalo, un organico composto da due violini, viola, violoncello ed organo.

Di grande interesse anche gli altri concerti in cartellone. Il 24 gennaio alle 21 ci sarà il

Fig 2 Il Trio di Parma

Brahms Piano Quartets affidato al Trio di Parma (Fig. 2) e a Simonide Braconi (viola) con un programma piuttosto insolito, con brani dell’ungherese György Kurtág abbianti ai Quartetti per pianoforte e archi n. 1 in sol minore op. 25 e n. 2 in la maggiore op. 26 di Johannes Brahms. Poi il 31 gennaio alle 21 è la volta del Quartetto della Scala (Fig. 3) assieme al clarinetto di Fabrizio Meloni che proporranno il Quintetto in la maggiore per clarinetto di bassetto e quartetto d’archi K 581 di Wolfgang Amadeus

fig 3 Il Quartetto della Scala
Fig 4 Il violoncellista Giovanni Sollima

Mozart, le Variations Mozart per quartetto d’archi e clarinetto scritte nel 2017 da Matteo D’amico con la chiusura affidata a Johannes Brahms ed al Quintetto in si minore per clarinetto e archi op.115.

Il 14 febbraio alle 21 spazio all’eclettismo di Giovanni Sollima (Fig. 4), uno dei violoncellisti più in vista di oggi che proporrà Ba-Rock un viaggio ragionato da Bach fino ai Nirvana e Jimi Hendrix per scoprire le meravigliose sonorità, l’espressività e la tecnica esecutiva del violoncello.

 

 

Fig 5 Quartetto Guadagnini

Il 24 febbraio alle 11 ed il 28 febbraio alle 21 spazio al Quartetto Guadagnini (Fig. 5) che con la voce narrante di Sandro Cappelletto proporranno un ‘excursus’ nel mondo dei Quartetti di Wolfgang Amadeus Mozart: il 24 i primi tre movimenti dal Quartetto n. 1 in sol maggiore K 80, detto “Quartetto di Lodi”, l’Allegro iniziale dal Quartetto n. 2 in re maggiore K 155 l’Adagio dal Quartetto n. 3 in sol maggiore K 156 ed il Quartetto d’archi n. 15 in re minore K 421, Il 28 febbraio, invece,  Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”, il Quartetto n. 20 in re maggiore, K 499 “Hoffmeister” ed il Quartetto n. 23 in fa maggiore K 590.

Il 7 marzo alle 21 un altro appuntamento molto atteso con Federico Maria Sardelli

Fig 6 Il direttore e musicologo Federico Maria Sardelli

(Fig. 6), grandissimo esperto di Antonio Vivaldi e del periodo barocco in generale. Esecutore molto apprezzato a livello internazionale, che proporrà ed una serata dal titolo L’affare Vivaldi interamente basata su parte del testo del suo omonimo libro pubblicato recentemente da Sellerio ed abbinato a capolavori vivaldiani eseguiti con il contributo del complesso Modo Antiquo (Fig. 7): il Concerto in re minore per violino, archi e basso continuo RV 813, la Sonata in sol maggiore per violino, violoncello e basso continuo RV 820, il Concerto in sol maggiore RV 438  per flauto traversiere, archi e basso continuo, la Sonata in re minore per due violini e basso continuo op. I, n. 12, RV 63 La Follia ed il Concerto in mi minore per violino, archi e basso continuo da La Stravaganza  op. IV, n. 2, RV 279.

Fig 7 L’orchestra Modo Antiquo

Di seguito il 28 marzo alle 21 Sergej Krylov violino (Fig. 8) e Itamar Golan pianoforte (Fig. 9) con la Sonata per violino e pianoforte in si bemolle maggiore K 378 di Wolfgang Amdeus Mozart, la Fantasia in do maggiore per violino e piano-forte D 934 di Franz Schubert e la Sonata per violino e pianoforte n. 9 op. 47 “Kreutzer-Sonata” di Ludwig van Beethoven.

Il 4 aprile Enrico Dindo violoncello (Fig. 10) e Simone Rubino percussioni con ‘musica da Bach a… (programma a sorpresa), contenente anche due prime assolute di Carlo Boccadoro e Stefano Molinelli. Chiusura l’11 aprile con il violoncello di Mario Brunello (Fig 11) ed Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano dell’Oste (Fig. 12)

 

Fig 12 Coro del Friuli Venezia Giulia

per un programma che abbina classico e contemporaneità con Johann Sebastian Bach Singet dem Herrn BWV 225 mottetto per coro, Christ Lag in Todes Banden Corale BWV 4, la Ciaccona per violoncello piccolo e coro dalla Partita n. 2 in re minore BWV 1004. Poi Peter Sculthorpe Requiem per violoncello e coro, Leo Ferré Muss es sein  per violoncello, tape e coro (arr. V Sivilotti), John Tavener Akhmatova songs per soprano e violoncello, Arvo Pärt Fratres per violoncello, coro, percussioni, Valter Sivilotti Flows per violoncello, coro, percussioni.

Claudio LISTANTI    Roma Gennaio 2018