59 ^ Biennale. La genesi dell’attuale Padiglione Italia si basa su un progetto (“Catalizzatore”) ricalcato ?

di Marco BALDASSARI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento del Prof. Marco Baldassari in relazione al Padiglione Italia della 59^ edizione della Biennale di Venezia; il prof Baldassari specifica come il lavoro esposto nel Padiglione richiami a suo avviso come soggetto espositivo quanto lui stesso e l’artista iraniana Pegah Pasyar avevano proposto in un progetto pubblicato nel luglio del 2021 per i tipi di NFC dal titolo Catalizzatore’ e poi presentato sempre nel luglio 2021 su About Art (cfr http://(Cfr. https://www.aboutartonline.com/alla-galleria-zamagni-rimini-esordisce-catalizzatore-un-connubio-di-tipo-nuovo-tra-differenti-forme-artistiche/) ); la nostra rivista ha già ospitato sul tema del Padiglione Italia i contributi di Vittorio Sgarbi e Mario Bigetti e naturalmente è aperta a pubblicarne ulteriori di chi abbia interesse a fornire il suo parere.

Precisazioni sul Padiglione Italia alla LIX Biennale di Venezia.

La rivista About Art pubblicava lo scorso mese di Luglio 2021 in anteprima la presentazione del nostro progetto ‘Catalizzatore’ realizzato tra l’ottobre del 2019 e il giugno del 2021, nel mezzo del periodo pandemico (Cfr. https://www.aboutartonline.com/alla-galleria-zamagni-rimini-esordisce-catalizzatore-un-connubio-di-tipo-nuovo-tra-differenti-forme-artistiche/)

Copetina del Libro Catalizzatore

Il libro pubblicato a luglio del 2021, per i tipi di NFC di Rimini raccoglie le 18 opere, tra fotografia e pittura miniata, con un testo di Flaminio Gualdoni, ambientate appunto nell’ex fabbrica Montedison di Orbetello, sede di industria chimica e di cementificio.

Già nell’articolo di Mario Bigetti ( cfr. https://www.aboutartonline.com/nuove-annotazioni-sul-padiglione-italia-alla-lix-biennale-di-venezia/ ) è ben descritta la genesi di quella che è stata la realizzazione, a nostro avviso, del Padiglione Italia.

Vittorio Sgarbi, che non ha problemi nel dichiarare le proprie convinzioni, scrive tra l’altro ne “Il Giornale” ed ancora su About Art:

“L’interrogativo è ‘ora che la Montedison è andata possiamo averla indietro anche quella sola lucciola?’

Per questo sarebbe stato sufficiente mandare i visitatori della Biennale in un prato in una sera d’estate.

Mi premeva sottolineare un aspetto che lega fortemente il nostro progetto Catalizzatore all’idea del Padiglione Italia. Federico Giannini in un lungo e articolato pezzo pubblicato il 30 aprile su Finestre sull’Arte cita due fotografi come Vigni e Valsecchi autori di lavori su siti industriali dismessi. Questo genere di fotografia nota in genere come ‘Archeologia Industriale’ è da me praticata anche a livello didattico da oltre trenta anni, con produzione di tesi da parte degli allievi, ora di Brera, veramente significative.

Interesse che era nato già nel lontano 1977 a Roma presso l’ex mattatoio e con le pubblicazioni del 1987 Il Rovescio della Città a Bologna e successivamente con Eupolis per Laterza nel 1989 ed in altre numerose mostre e pubblicazioni sul tema.

Non le sole fotografie di un luogo industriale abbandonato sono alla base dell’idea Gianmaria Tosatti, ma il tentativo di cogliere il significato poetico che è insito nel lavoro sviluppato da Pegah Pasyar, giovane artista Iraniana, sulle mie fotografie.

La ricerca in un luogo abbandonato di una nuova presenza, posta in essere con le miniature, come scrive nel libro Catalizzatore, Flaminio Gualdoni:

“Pasyar vi immette la contraddizione dolce, e la deriva fantasticante, d’un istinto che non vi legge il ‘memento mori’ ma la vitalità brulicante sottopelle, l’energia che fa crescere schegge auree e meravigliate germinati in questi stranissimi scenari”.

Naturalmente i ben più famosi Kounellis con l’installazione a Cuba del 2016 e con il lavoro di Mike Nelson come indicato da Scarle sul Guardian, e poi da tanti (Veneziani, Langone, Simoncini, etc..) sono certo motivo della mimesi del mix. nel Padiglione Italia.

Montedison, cm. 77, 5 x 85, 5 (una delle opere della mostra Catalizzatore).

Ora la frase presa a monito per giustificare il costoso Padiglione era nella dimensione che Federico Zeri, in una lettera personale del 1987 indicava proprio in P.P. Pasolini l’atmosfera che gli evocavano le mie fotografie, dal libro Il Rovescio della Città a cura di Andrea Emiliani.

Marco BALDASSARI  Bologna 08 maggio 2022