di Eleonora PERSICHETTI
In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, il Complesso Monumentale della Pilotta e la Questura di Parma hanno inaugurato la mostra Voci dal silenzio, a cura di Roberta Di Chiara con opere di Diego D. Testolin ed Elena Ruzza, visitabile gratuitamente dal 5 marzo al 10 aprile 2019 presso i Voltoni del Guazzatoio del Complesso Monumentale della Pilotta.
La mostra spalanca una porta su un tema purtroppo di forte attualità: l’omicidio di genere, meglio conosciuto come femminicidio.
In Italia 2 donne sono vittime di stalking ogni ora. Una situazione che mette in luce come la violenza di genere e l’amore malato siano fenomeni radicati nel nostro Paese. Amori dove il rifugio si trasforma in prigione. Amori uccisi dalla violenza. Questi sono gli amori malati. Si tratta di amori in cui possesso ed ossessione prendono il sopravvento sulla fiducia.
Il linguaggio artistico si fa portatore di contenuti educativi e di altro valore sociale. E viene utilizzata una modalità nuova, basata sulla condivisione.
L’arte in questo caso si fa strumento affinché l’onda emotiva generata dal tema sia utile e si trasformi in azioni concrete, non esaurendosi nelle reazioni istintive di sdegno e condanna.
Diego Testolin, disegnatore di identikit e analista della scena del crimine della Polizia scientifica del Triveneto, scava in vicende umane che la sua vita professionale gli ha posto di fronte, rileggendo la realtà con sguardo intimo e atteggiamento rispettoso, nell’intento di restituire attraverso le sue tele, quell’umanità e quella dignità estetica che la brutalità dell’uomo ha strappato via. Ecco quindi che alcune figure femminili prese dall’iconografia artistica del passato vengono rivisitate in chiave moderna secondo il principio di bellezza assoluta e spirituale, diventando portatrici di un messaggio di speranza: “la bellezza salverà il mondo”.
Parte integrante della mostra, la videoinstallazioneIl silenzio del dolore, di e con Elena Ruzza. Il cortometraggio, presentato al 36° Torino Film Festival e tratto da una storia realmente accaduta, restituisce il punto di vista umano e professionale di Katia Ferraguzzi, poliziotta della Squadra Mobile e psicoterapeuta, che porterà con sé per sempre il ricordo degli occhi di un bambino che, suo malgrado, ha assistito al “femminicidio” della madre da parte del padre.
Il progetto è promosso da Legal@rte Onlus, associazione che nasce dalla volontà di un gruppo di appartenenti alla Polizia di Stato, con lo scopo di promuovere la legalità attraverso gli strumenti che la cultura mette a disposizione, nell’intima ambizione di contribuire alla nascita di nuove resilienze.
Eleonora PERSICHETTI Parma marzo 2019