Giacomo Balla e il grande Arazzo. L’opera monumentale in esposizione a Milano, fino al 12 maggio 2019

di Silvana LAZZARINO

Giacomo Balla. “Il genio futurista” e la sintesi dei rapporti dinamici dell’universo

Esposizione a Milano, Gallerie d’Italia, Piazza Scala fino al 12 maggio 2019

Tra i protagonisti più eclettici e originali del Futurismo, movimento artistico e non solo di dichiarata rottura con le  tradizionali forme di percezione ed interpretazione della realtà fissata nella sua staticità ed oggettività, Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1 marzo 1958), pone al centro della sua pittura la luce, il movimento e lo spazio, elementi fondamentali della corrente futurista che più di altre correnti artistiche ha introdotto un rinnovamento ideologico, sociale e culturale in linea con il fascino inarrestabile del progresso scientifico degli inizi del secolo XIX. E’ in questi anni che l’esaltazione della velocità e della corsa vengono particolarmente sentiti dai rappresentanti del Futurismo, quali espressioni con cui aggredire e trasformare la vita moderna.

Dopo un’iniziale fase divisionista presente fin dai suoi primi dipinti in cui emerge la scomposizione della luce, Giacomo Balla con il suo arrivo a Roma, dove resterà per tutta la vita, si accosta alle nuove tendenze e insieme a Marinetti e agli altri futuristi firma i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del nuovo movimento. Un movimento che dal febbraio del 1909, quando il suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti firma il primo Manifesto, al 1944, ha mirato ad una trasformazione continua in diversi ambiti del vissuto sia individuale, sia sociale per una ricostruzione futuristica dell’universo di cui l’uomo fosse il punto di partenza e di arrivo, L’opera di Balla in questi anni passa da una fase analitica attraverso composizioni che rispecchiano la simultaneità e le compenetrazioni dinamiche proprie di quella realtà metropolitana ad una fase sintetica con forme sintetiche astratte, soggettive e dinamiche.

A Milano presso Gallerie d’Italia – Piazza Scala, sede museale di Intesa Sanpaolo è possibile ammirare una delle opere più emblematiche del Futurismo “Il Genio Futuristadi Giacomo Balla della Collezione Biagiotti. Esposto per la prima volta a Milano al grande pubblico in occasione del Salone del Mobile e di Milano Moda Design, questo capolavoro – come si legge nel comunicato stampa- non avrebbe potuto trovare miglior cornice del Cantiere del ‘900 delle collezioni Intesa Sanpaolo, che riuniscono un patrimonio proveniente dai diversi istituti di credito confluiti nel Gruppo, e delineano un percorso culturale che, attraverso opere di Boccioni, Balla, Carrà, De Chirico, Funi, Mafai, Sironi, Rosai, Spadini, Tosi, Zanini e molti altri artisti, ripercorre tutto il secolo scorso.

L’opera “Il Genio Futurista” (olio su tela d’arazzo, cm 279×381), la più grande mai realizzata da Balla) fa parte  della ricca collezione di opere di Giacomo Balla raccolte dalla famiglia Biagiotti con la direzione scientifica  di Fabio Benzi.


Giacomo Balla, Genio Futurista, 1925, Olio su tela d’arazzo, cm. 279-x 381, Guidonia, Roma,Collezione Biagiotti (Ph. Alessandro Vasari)

L’opera dipinta ad olio fu realizzata da Balla per l’Exposition des Arts décoratifs modernes tenutasi a  Parigi nel 1925, dove venne esposta per la prima volta proprio nel padiglione delle arti decorative insieme ad altre  sue realizzazioni: “Mare vele vento”, “Farfalle in movimento” e “Fiori futuristi”.

Gli arazzi di Balla all’Esposizione Internazionale di Parigi (1925)

Gli ideali del Futurismo, con le teorie sostenute da Filippo Tommaso Marinetti nel decennio precedente anche grazie alla pubblicazione dei Manifesti, confermano la forza e la larga diffusione con l’esposizione parigina

L’arte viene concepita non come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo  proprio sulla scorta del mito della velocità. Essa nei temi trattati, incarnando una visione ottimista di inizio secolo, diventa inno alla modernità e al progresso.

Tre anni dopo nel 1928 l’arazzo venne nuovamente esposto alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma in  posizione dominante al centro di una grande parete nella grande sala antologica dedicata al lavoro di Giacomo Balla in cui l’artista presentava una selezione delle opere più importanti della sua carriera, a partire dal divisionismo di inizio secolo.

Sullo sfondo blu e azzurro del monumentale dipinto si distinguono i colori italiani rosso bianco e verde che nel loro dinamismo suggeriscono una figura d’uomo piuttosto schematica con la testa a stella e le braccia tese a formare una sorta di “M” iniziale di Marinetti e le gambe dei cunei rossi. In questa immagine astratta – che forse si riferisce all’autoritratto dello stesso Giacomo Balla–  emergono forme – rumore a condensare le esperienze pittoriche futuriste dell’artista che procedono dalle forme acute “motorumoriste” ai volumi astratti di Feu d’Artifice (1916-1917), dal  tricolorismo patriottico di Forme-grido Viva l’Italia (1915) alle rappresentazioni teoriche e teosofiche sulla  “quarta dimensione” di Trasformazioni formespiriti (1918) e di Pessimismo contro Ottimismo (1923), ai  triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti.

La concezione dei rapporti dinamici dell’universo viene sintetizzata con questa opera dalle forme e colori puri, fulcro del percorso dell’artista che entro questa innovazione superato il visibile da corpo all’invisibile, come lo stesso Balla affermava nel Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).

Balla nel suo studio in abiti futuristi

Da sottolineare l’impegno di Balla alla realizzazione del film “Vita futurista” (1916) e la sottoscrizione insieme a Marinetti e ad altri, del “Manifesto della cinematografia futurista”, unitamente alla creazione nel 1917 delle scene per il balletto “Feu d’artifice” di Igor Stravinsky rappresentato al teatro Costanzi di Roma dai Ballets Russes di Diaghilev.

Tra le mostre cui Balla ha preso parte oltre a quella del 1919 la Grande Esposizione Nazionale Futurista alla Galleria Centrale di Palazzo Cova a Milano, quelle degli anni Venti cui è presente il gruppo futurista e poi la Biennale romana nel 1925, la Biennale di Venezia del 1926, mentre nel 1928 tiene una personale agli “Amatori e cultori”. Dopo aver aderito per un breve periodo, a partire dal 1929, al Manifesto dell’aeropittura, agli inizi degli anni Trenta rompe bruscamente con il Futurismo dichiarando

“l’arte pura è nell’assoluto realismo senza il quale si cade in forme decorative e ornamentali”.

La sua produzione nell’ultimo periodo si orienta verso una visione legata ad un realismo “fotografico” anticipatore della “pop art”.

Silvana LAZZARINO    maggio 2019

Giacomo Balla. “GENIO FUTURISTA”

Gallerie d’Italia, Piazza della Scala, 6 Milano. Sede museale di Intesa Sanpaolo in Milano. Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30. Giovedì 9.30-22.30,  lunedì chiuso. Fino al 12 maggio 2019. Per informazioni: Numero verde 800167619