Il Ponte Real Ferdinando protagonista della manifestazione “e-state al Ponte” a Minturno (LT) fino al 18 agosto 2019

di Nica FIORI

A Minturno (LT), in un paesaggio fluviale lungo il percorso della via Appia, suscitano una certa curiosità le sfingi egittizzanti,

poste a guardia del ponte borbonico “Real Ferdinando” sul fiume Garigliano, realizzato dall’ingegnere Luigi Giura per volere di Francesco I di Borbone, re delle Due Sicilie, e inaugurato il 10 maggio 1832 dal figlio Ferdinando II. Anche se il paesaggio è ben diverso da quello del Nilo, la presenza di queste enigmatiche figure di pietra dalla valenza magico-simbolica allude probabilmente alla fertilità di una terra ricca di acqua. Il ponte è l’esempio più significativo dell’alto livello raggiunto dall’ingegneria napoletana sotto l’operato dei Borbone, tanto disprezzato nel passato per motivi ideologici, ma in realtà decisamente all’avanguardia nel settore delle infrastrutture (basti pensare alla realizzazione della prima ferrovia in Italia, la Napoli-Portici, o alle ferriere di Mongiana in Calabria).

Presso i giardini del Ponte Real Ferdinando si è inaugurata la prima edizione della manifestazione e-state al Ponte, organizzata dal Comitato Luigi Giura in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti e il Comune di Minturno.

La manifestazione, a ingresso gratuito, prevede dal 6 luglio al 18 agosto 2019 una ricca serie di iniziative, tra cui concerti di musica classica, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri, eventi sportivi, letture di poesie, incontri culturali, nei giorni di sabato e nella prima e terza domenica del mese. Ogni evento sarà preceduto da una visita guidata del Ponte Real Ferdinando, a cura del Comitato Luigi Giura, che ne illustra la storia, le caratteristiche tecniche e lo stile architettonico.

Ci troviamo al confine del Lazio dalla Campania, segnato proprio dal fiume Garigliano, il verde Liris dei Romani, che aveva un suo porto fluviale nell’antica Minturnae, la città italica, e poi romana, le cui origini si perdono nella mitica età del popolo aurunco. Il porto fluviale (Portus Lirensis), anche se non paragonabile per importanza a quelli di Pozzuoli o di Ostia, ha restituito reperti (soprattutto monete) che vanno dal III sec. a. C. al VI d.C. testimoniando la sua frequentazione per almeno nove secoli. Proprio di fronte all’area archeologica di Minturnae, ci colpisce la presenza del grandioso ponte che ha un nome regale e un’interessante storia progettuale e di restauri successivi.

Ponte Real Ferdinando sul Garigliano

Il Ponte Borbonico “Real Ferdinando” è in effetti il primo ponte sospeso mediante tiranti a catene di ferro dell’Europa continentale, realizzato tra il 1828 e il 1832 su progetto dell’ingegnere Luigi Giura (1795-1864).

È considerato uno dei migliori esempi di architettura industriale del Regno delle Due Sicilie: un’opera audace, per l’epoca, perché la tecnica della catenaria, che evitava di realizzare pilastri in muratura sul fiume, era particolarmente innovativa.

Ovviamente non mancarono le critiche in tutta Europa su quest’opera, che veniva giudicata troppo avveniristica. Altri ponti europei dello stesso tipo, quali il ponte “degli Invalidi” a Parigi e quello inglese di Dryburgh sul Tweed non avevano resistito allo sforzo ed erano crollati. Il giornale londinese The Illustrated London News, in particolare, aveva mostrato “… perplessità sulle capacità progettuali e costruttive dei napoletani e le sue vive preoccupazioni sulla sorte dei poveri sudditi”; Francesco I, però, dando piena fiducia al suo costruttore, pare avesse esclamato: “Lassate fa ‘o guaglione” (lasciate fare al ragazzo).

Il Ponte Real Ferdinando

Il giovane Giura, in effetti, dopo aver girato in Europa per studiare le soluzioni adottate in precedenti ponti, comprese che il problema dei crolli dipendeva dalla qualità del ferro impiegato, troppo dolce e flessibile per reggere alle sollecitazioni; fece quindi preparare dalle ferriere Filangieri di Candida speciali maglie di catene in una nuova lega di ferro-nichel da lui ideata.

Per fugare ogni dubbio sulla resistenza del ponte, il collaudo venne effettuato, il 10 maggio 1832, alla presenza del re Ferdinando II (succeduto al padre nel 1830), che vi transitò con due squadroni di lancieri a cavallo e 16 carri pesanti di artiglieria.

Inaugurazione ponte 1832

Così raccontano l’episodio le cronache dell’epoca:

Sulle due rive del Garigliano gli facevano ala ambasciatori, militari e una folla strabocchevole di gente proveniente da Scauri, Traetto, Castelforte, Suio, Mola, Gaeta. Quando il Sovrano si piazzò al centro del ponte con la sciabola alzata, si fece un gran silenzio; con voce ferma comandò agli uomini di passare il ponte più volte in ambo le direzioni, prima al trotto e poi al galoppo, infine alla carica; poi passarono i carri e le truppe”.

Quando il 6 aprile del 1850 Papa Pio IX, di rientro a Roma al termine della permanenza nel Regno delle Due Sicilie, durante il breve intermezzo della Repubblica Romana, attraversò il Garigliano proprio su questo ponte, accompagnato dal Re Ferdinando II, il popolo di Traetto (nome medievale di Minturno) lo accolse con la statua della Madonna delle Grazie, chiedendo al Papa di affidare la città e i suoi villaggi alla protezione della Vergine. Da allora ogni anno in occasione della festa della Madonna delle Grazie, la statua della Madonna viene portata sul ponte e fermata al centro di esso rivolta verso il fiume e la foce, fondendo liturgia ed evocazione storica, in una corale partecipazione di popolo.

Il Ponte Real Ferdinando

Il ponte, che, a dispetto degli scettici, si dimostrò nel tempo particolarmente resistente e artisticamente valido, visse un’avventura militare quando fu testimone dell’assalto dell’esercito piemontese contro quello napoletano nel corso della campagna che portò all’unificazione dell’Italia sotto il nuovo Regno sabaudo (battaglia del Garigliano 29 ottobre – 2 novembre 1860), prima dell’assedio di Gaeta e della drammatica fine del conflitto il 13 febbraio 1861. Fu, inoltre, al centro delle dure battaglie lungo la linea Gustav durante la Seconda Guerra mondiale, che videro la distruzione dell’impalcato il 14 ottobre 1943 da parte dei soldati tedeschi in ritirata verso Roma, dopo l’armistizio dell’8 settembre.

Colonne egittizzanti

Solo nel 1998 il ponte fu restaurato e fu ricostruito l’impalcato, così che adesso lo possiamo ammirare nelle sue linee originarie. Dal punto di vista artistico ci colpiscono le alte colonne egittizzanti con capitelli a foglie di palma, che hanno sostituito quelle neodoriche di un precedente progetto, e le quattro sfingi femminili, poste alle estremità del ponte, testimonianza di quell’egittomania che furoreggiava in Francia e in Italia, in particolare a Roma e Napoli, a partire dalla fine del Settecento, derivata dai primi scavi in Egitto, e ancora prima da quelli di Pompei, il cui Iseo aveva stimolato diversi personaggi del mondo culturale, tra cui Mozart, che vi si ispirò per il suo Flauto magico, e la riscoperta dei misteri di Iside e Osiride, verso cui si sarebbero orientate le logge massoniche di rito egizio.

Particolare di una sfinge

Nei giorni previsti dal calendario, la visita illustrata inizierà alle ore 20,00, l’evento alle ore 21,00. Nelle serate di sabato 20 luglio e sabato 27 luglio gli eventi avranno inizio alle ore 19,30, domenica 3 agosto alle ore 19,00, così da consentire al pubblico di proseguire la serata culturale al Teatro Romano di Minturno.

Nica FIORI    Minturno (Lt)  luglio 2019

Ponte Real Ferdinando

Via Ferdinando II di Borbone. 04026 Minturno (LT)

Orari: prima e terza domenica del mese dalle 10.00 alle 13.00; per aperture straordinarie contattare il Comitato Luigi Giura. Nella stagione estiva 2019, dal 6 luglio al 18 agosto, l’apertura ordinaria si tiene la domenica sera. Ingresso gratuito

Per info e prenotazioni: info@comitatoluigigiura.it