di Caudio LISTANTI
Al 44mo Cantiere valido spettacolo ispirato a Sogno di una notte d’estate di Shakespeare con le musiche di scena di Mendelssohn eseguite integralmente. Lunghi e convinti applausi al termine.
In questo scorcio d’estate caratterizzato da un clima davvero torrido, secco ed ardente, si è inserita alla perfezione una delle serate più interessanti ed attese del 44° Cantiere Internazionale d’Artedi Montepulciano, Sogni di una notte d’estate, interamente ispirata alla strepitosa commedia di William Shakespeare, che ha catalizzato l’attenzione di un foltissimo pubblico convenuto con entusiasmo presso Piazza Grande, cuore pulsante della cittadina poliziana.
E’ stata una serata, per certi aspetti, di grande effetto, dove le bellezze musicali, della danza e della prosa si sono fuse con le meraviglie architettoniche della piazza contribuendo a regalare quell’incanto, quella seduzione, quella magia dettate dall’argomento conduttore dello spettacolo. Il suo fascino è senza dubbio il risultato delle musiche scelte per l’occasione, tutte evocatrici del soggetto scelto, rivelatosi senza dubbio fondamentale per la piena riuscita dello spettacolo.
Ad aprire il programma una delle composizioni più significative per questo genere di programma l’Ouverture dall’opera Oberon di Carl Maria von Weber; le tre note ripetute dei corni, solenni ed asciutte, che evocano le sonorità del corno fatato di Oberon hanno introdotto il pubblico nel ‘clima’ complessivo della serata catturandone, immediatamente, l’attenzione e la concentrazione per accompagnarlo per mano durante tutto l’evoluzione della serata.
A questo piccolo, grande, capolavoro è seguita l’esecuzione della Sinfonia n. 8 di Hans Werner Henze, doveroso omaggio al fondatore di questo particolare, forse unico, Festival estivo che è il Cantiere di Montepulciano, composizione che il musicista creò ispirandosi al Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, e appartenente ai primi anni ’90 dello scorso secolo, collocata tra due composizioni di stampo drammatico, il Requiem e la Nona Sinfonia convinta condanna del fascismo. Con l’Ottava Henze cerca consolazione in una specie di isola felice colma di poesia e giocosità. Strutturata in tre movimenti, il lavoro non segue la consueta architettura del genere ‘sinfonia’ ed ogni movimento descrive alcune parti del ‘Sogno’ shakesperiano: il primo (allegro moderato) descrive la ‘tresca’ ideata da Oberon; il secondo (Ballabile) l’effetto della magia su Tatiana e Botton ed il terzo (Adagio) il risveglio e la presa di coscienza che tutto era un ‘sogno’. Il secondo movimento è stato abbinato ad una parte coreografia affidata a Maria Stella Poggioni ed interpretata da L’École de ballet di Sinalunga che con semplicità e grande effetto ne ha messo in risalto le caratteristiche ludiche.
Nella seconda parte dello spettacolo sono state eseguite le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate op. 61 composte da Felix Mendelssohn Bartholdy nel 1843 che per l’occasione utilizzò l’Ouverture op. 21 che il 17enne Mendelssohn musicò nel 1826; è una ‘Suite’ di grande fascino ma, purtroppo, raramente eseguita nella sua integralità; a Montepulciano è stata eseguita integralmente, fatto che ha contribuito a rendere attraente questo concerto.
Per l’occasione le musiche sono state abbinate ad una parte teatrale che utilizzava una riduzione dell’originale shakespeariano operata da Carlo Pasquini che ha curato anche la regia, parte visiva integrata anche da interventi coreografici di Cristina Peruzzi.
Come è noto Sogno di una notte di mezza estate, scritta intorno al 1595, è l’opera più famosa tra quelle di argomento comico di William Shakespeare ma anche di cospicua dimensione e, spesso, è rappresentata utilizzando adattamenti creati per semplificarla pur conservandone l’essenza. L’adattamento di Carlo Pasquini, si è rivelato ideale anche per integrarsi nella struttura di tutta la serata; facendo di necessità virtù ha limitato l’elevato numero di parti recitate contenute nell’originale, cercando, anche con buoni risultati, di ridurre all’osso la trama della quale facevano parte i seguenti personaggi per i quali citiamo anche i rispettivi interpreti: Puck (folletto) Federico Dottori, Teseo (Duca d’Atene) Stefano Boffa, Ippolita (Regina delle Amazzoni) Silvia Menchetti, Egeo (padre di Ermia) Federico Vulpetti, Lisandro (innamorato di Ermia) Luca Amirante, Demetrio (innamorato di Ermia e poi di Elena) Giuliano Scroppo, Ermia (figlia di Egeo, innamorata di Lisandro) Lara Frosoni, Elena (innamorata di Demetrio) Emma Bali, Oberon (Re degli elfi) Giovanni Pomi, Titania (Regina delle fate) Emanuela Castiglionesi, Tacchia (cameriere) Samuele Peruzzi, Falena (fata) Gaia Cencioni.
Per quanto riguarda le nostre impressioni possiamo senz’altro dire che lo spirito della commedia è stato felicemente preservato ed anche la prova degli attori, appartenenti al gruppo ‘Formare Una Compagnia’ frutto di un ottimo lavoro portato avanti dallo stesso Carlo Pasquini e basato sulla collaborazione di alcuni studenti di liceo del territorio di Montepulciano, molto abilmente plasmati per rendere le peculiarità dei personaggi, tutti elementi di giovanissima età, che secondo il regista Pasquini sono molto adatti per mettere in risalto i sentimenti di ognuno dei personaggi. Convincente anche l’ambientazione agli ani ’60 dello scorso secolo, con il riferimento al movimento de I figli dei fiori ed alla cultura hippie che, gioiosamente, propugnava un ideale assoluto di libertà elementi che hanno dato buona chiave di lettura a questo spettacolo. Semplici ma incisivi i movimenti scenici del tutto funzionali allo svolgimento della trama nei quali si inseriva con efficacia la coreografia ideata dalla Peruzzi per la Petite École di Montepulciano. Sfondo ideale dello spettacolo è stato il sagrato del Duomo di Montepulciano con una visione d’insieme arricchita dai costumi di Milena Karinska e dallo scenario di Fernando Dottori.
Per quanto la parte musicale c’è da segnalare il contributo della Corale Poliziana diretta di Judy Diodato che ha confermato quanto di positivo espresso nell’esecuzione della Messa di Gloria di Giacomo Puccini eseguita il 17 luglio presso il Tempio di San Biagio e dei due solisti, il soprano Noemi Umani ed il mezzosoprano Zhu Aoxue mezzosoprano. Poi l’ulteriore conferma delle qualità artistiche di Roland Böer non solo per la scelta effettuata come Direttore Musicale del repertorio e degli interpreti ma anche per l’incisività dell’esecuzione molto attenta a mettere in risalto le qualità delle musiche eseguite che per questa occasione ha avuto la collaborazione della Royal Northern College of Music di Manchester.
La recita del 24 luglio è stata applaudita a lungo al termine del concerto, con numerose chiamate al proscenio per tutti gli interpreti testimonianza dell’incontrastato gradimento da parte del foltissimo pubblico convenuto in Piazza Grande.
Ma la sintesi, forse, più importante per questa serata magica è che la sua struttura ha rivelato di essere specchio fedele del pensiero del fondatore del Cantiere, Hans Werner Henze, che propugnava esecuzioni di un repertorio di largo spettro e dar vita, dove possibile e come qui avvenuto, ad una auspicata integrazione tra varie forme di arte, come musica, danza, teatro utilizzando le risorse artistiche del territorio per un coinvolgimento a tutto tondo tra le componenti dello spettacolo ed il pubblico.
A proposito di ciò vogliamo concludere ricordando che nella stessa giornata, ma alle ora 18, c’è stata una importante iniziativa organizzata nelle campagne adiacenti Montepulciano, per la precisione presso la Limonaia di Villa Trecci, per approfondire alcune tematiche inerenti al concerto serale del quale abbiamo parlato ed affidata a Michael Kerstan, uomo di cultura e Direttore della Fondazione Hans Werner Henze, che è intervenuto per evidenziare le connessioni esistenti tra Mendelssohn, Henze e Shakespeare, dialogo arricchito da esecuzioni di brani di Mozart (Allegro dal Quartetto per archi KV285), Ibert (Trois Pièces brèves per quintetto di fiati) e Mendelssohn (Allegro moderato ma con fuoco dall’Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20 per archi) affidati a giovani strumentisti. Una iniziativa, questa, che oltre a valorizzare la bellezza architettonica della villa ed il fascino del luogo campestre, è molto utile per un approfondimento di quanto si è ascoltato nel concerto e stabilire un più stretto legame tra esecutori e pubblico. Per il Cantiere un nuovo ingrediente che ha reso la giornata del 24 luglio seducente e affascinante, indimenticabile.
Claudio LISTANTI Montepulciano Luglio 2019