Il “Dittatore Folle” capolavoro di Galielo Chini contro il nazismo, nella “mostra monito” a Palazzo Pitti

redazione (con una nota di Giuseppe Rizzo) *

A Palazzo Pitti per “La Notte dei Ponti’ in mostra il Dittatore Folle di Galileo Chini

Per la ricorrenza della distruzione del cuore di Firenze il 4 di agosto 1944 l’ex reggia medicea e il giardino di Boboli gratuiti per tutti e ‘mostra monito’ con l’opera del grande artista fiorentino  

Eike Schmidt: la cultura per tutti è l’arma giusta per abbattere violenza e razzismo

 

 

 

 

A Palazzo Pitti ed al Giardino di Boboli una speciale esposizione del grande cartone preparatorio del ‘Dittatore folle, tela a tecnica mista del pioniere dell’Art Nouveau Galileo Chini: sono le iniziative organizzate dalle Gallerie degli Uffizi in occasione del 4 agosto, ricorrenza della drammatica Notte dei Ponti del 1944, quando l’esercito del Reich in ritirata da Firenze fece esplodere tutti i collegamenti sull’Arno della città, tranne Ponte Vecchio.

Memoria di una ferita ancora viva nel corpo della città, e nello stesso tempo monito simbolico contro dittature e guerre, questa apertura straordinaria ad ingresso libero è sottolineata dall’allestimento, nell’Anticamera degli Staffieri della Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti, del colossale cartone preparatorio del Dittatore folle del fiorentino Galileo Chini (2,40×4,53 metri), che resterà esposto per tutto il mese di agosto. L’opera fu realizzata nel 1939, un anno dopo la visita di Adolf Hitler a Firenze, nel periodo in cui il Führer invadeva la Polonia:

nella sua allucinata espressività, essa si costituisce come un manifesto lucido e brutale di quella situazione storica, e testimonia l’impegno e il tormento dell’artista nei confronti degli orrori della guerra appena cominciata.

A corredo di questa iniziativa, nel corso della giornata verranno organizzate visite-focus guidate da specialisti del Museo, dedicate al ‘Dittatore folleed anche al Vaso di Fiori’ di Jan van Huysum, il dipinto trafugato dai nazisti nel 1944 e restituito dalla Germania poche settimane fa, dopo 75 anni.

Questi approfondimenti, gratuiti ed offerti in lingua italiana, si terranno alle 11 per quanto riguarda il Dittatore Folle (ce ne sarà anche uno il giorno prima, alla stessa ora). Alle 16, il comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri di Firenze, Maggiore Lanfranco Disibio, illustrerà il ‘Vaso di Fiori’ ed il suo recupero insieme al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.

“La Notte dei Ponti, in cui la Wehrmacht distrusse alcuni degli angoli più belli del cuore di Firenze, è stato uno degli innumerevoli episodi bui dei quali si è reso protagonista il Terzo Reich, fortunatamente sconfitto al termine della seconda guerra mondiale. Ma come testimoniano recenti episodi di cronaca, non solo in Germania, a distanza di tanti anni il fenomeno dei tentativi di rinascita del nazismo non è mai veramente morto  – spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt – l’unica arma per relegare definitivamente questa mostruosità della storia nella tomba del passato è la promozione e la diffusione della cultura e della memoria: e questa speciale giornata, resa ancor più viva dall’esposizione del Dittatore folle di Galileo Chini, vuole assolvere simbolicamente proprio a questa funzione”.

Grazie all’apertura gratuita speciale i visitatori potranno ammirare gratuitamente, oltre alle collezioni permanenti dei musei di Palazzo Pitti, anche quattro esposizioni temporanee, due in Palazzo Pitti,due nel giardino di Boboli. Negli spazi della reggia sono in corso due mostre:  ‘Romanzo breve di moda maschile’, organizzata in collaborazione con Fondazione Pitti Immagine discovery, che porta alla Galleria del Costume trent’anni di storia del fashion style per uomo; e ‘Omaggio a Cosimo. Una biografia tessuta’,  per celebrare i cinquecento anni dalla nascita di Cosimo I de’ Medici, con gli sfarzosi arazzi che raccontano episodi della sua vita in Sala Bianca e in sala delle Nicchie.

A Boboli sono installate le grandi sculture polimorfiche del britannico Tony Cragg, uno degli esponenti di spicco nel panorama dell’arte contemporanea. Nella Limonaia, è allestita la mostra ‘Costruire un capolavoro: la Colonna Traiana’ : attraverso reperti d’epoca romana e ricostruzioni moderne i visitatori possono comprendere le tecniche di costruzione di questo miracolo dell’ingegneria civile dell’antichità, e  ripercorrere il viaggio dei colossali blocchi marmorei che lo compongono, dalle cave di Luni fino al porto di Roma percorrendo 200 miglia marine, e poi risalendo il Tevere fino alla capitale.

*Giuseppe RIZZO

Galileo Chini, Il Dittatore folle, 1938, cartone a tecnica mista, 2,40m x 4,53m

Questo grande cartone a tecnica mista, recentemente acquisito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per le Gallerie degli Uffizi, è la versione preparatoria del dipinto Il Dittatore folle (olio su tela, 1939) presente nelle collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. L’opera, di fortissimo impatto visivo e simbolico, fu ideata nel corso del 1938 dal celebre artista fiorentino Galileo Chini (1876-1956) in occasione della visita trionfale a Firenze di Adolf Hitler, avvenuta il 9 maggio di quell’anno. Per mostrare all’ospite l’eccellenza della cultura italiana e in particolare toscana, dal Medioevo dei liberi comuni alla fioritura del Rinascimento, già nei mesi precedenti Firenze si era trasformata in colossale cantiere con allestimenti di addobbi effimeri volti a creare un’ambiziosa scenografia cittadina. Lo sfarzo del progetto fu considerato eccessivo da Galileo Chini, che pur iscritto al Comitato fascista per i festeggiamenti per Hitler si rifiutò di partecipare, esprimendo un forte dissenso che gli costò la revoca dell’incarico di professore accademico e il rischio di una condanna al confino. Davanti al Tribunale di Firenze, il pittore si difese sostenendo “che non si trattava né di ingiurie né di oltraggio, ma di apprezzamenti di carattere artistico”. Assolto dalle accuse, Chini continuò ad esprimere con libera franchezza il suo pensiero contrario alle atrocità prodotte da una cieca politica dittatoriale e ai suoi effetti devastanti, come testimonia il grande cartone Il Dittatore folle, in cui l’artista volle rappresentare l’essenza della crudeltà e della follia umana.
Tra i massimi protagonisti della stagione del Modernismo europeo di inizio Novecento, Chini rappresenta l’anello di congiunzione tra la grande tradizione artistica toscana e le aperture internazionali promosse dall’Art Nouveau, grazie alla sua abilità di ceramista e la passione verso il mestiere artigiano. I suoi lavori in genere esprimono in una visione onirica gli aspetti più sereni e gradevoli dell’esistenza: tanto più evidente diventa il profondo turbamento di coscienza che portò l’artista a creare un dipinto come Il Dittatore folle, antitetico alla ‘joie de vivre’ che aveva sempre caratterizzato le opere di Galileo Chini.  Le distruzioni perpetuate dalle dittature e dalle guerre avevano infatti dato il via a un’inevitabile trasformazione nei modi espressivi dell’artista verso una forma più scabra e povera, che evoca il disfacimento fisico e il preludio alla morte.
Colto e raffinato conoscitore del simbolismo italiano ed europeo, da Previati a Sartorio, da Von Stuck a Klinger, nel Dittatore folle Chini si confronta inoltre con i precedenti dell’arte visionaria di Goya e gli esempi più alti della pittura del Rinascimento, con evidente riferimento alla figura di Minosse dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina. Il risultato, di una brutalità unica nella pittura italiana di quegli anni, diventa denuncia aperta della follia umana e degli orrori della dittatura.

 

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