di Claudio LISTANTI
Il Concerto Finale del Cantiere 2019 ha raccolto l’entusiasmo del vasto pubblico. Nel programma Mozart, Berlioz, Čajkovskij e Bernstein. Apprezzata la prova del pianista Massimiliano Cuseri. Rispettata la consolidata tradizione di concludere la rassegna con un concerto sinfonico in grande stile svoltosi domenica 28 luglio.
Quest’anno, però, il tempo atmosferico, nonostante avesse gratificato la quasi totalità dei giorni di programmazione con serate da grande estate, ha tirato, nei due giorni conclusivi un brutto scherzo, una condizione che, a dire la verità, è stata riservata a buona parte della nostra penisola, consistente in una copiosa e persistente pioggia che ha costretto gli organizzatori del festival a rinunciare alla meraviglia, alla magia ed all’incanto di Piazza Grande luogo deputato, quanto ideale, per una manifestazione artistica che da sempre ha dimostrato di proporre programmi dalla straordinaria valenza artistica.
Fortunatamente questa poco simpatica ‘causa di forza maggiore’ è stata brillantemente superata spostando la sede del concerto all’interno del Duomo di Montepulciano, l’elegante costruzione edificata tra fine 500’ ed inizio ‘600 dall’orvietano Ippolito Scalza, uno dei gioielli che è parte integrante dello splendido scenario di Piazza Grande.
Ascoltando il concerto, così, si sono potute ammirare le bellezze artistiche dell’interno che, a prima vista desta allo sguardo una certa ‘austerità’ dell’insieme ma progressivamente mitigata dalla fruizione della struttura architettonica e dai piccoli, ma notevoli, capolavori in essa contenuti. Pur essendo momentaneamente assente, causa operazioni di restauro, l’opera più importante della chiesa, il Trittico dell’Assunta di Taddeo di Bartolo (1401) -fig 1-, è comunque indimenticabile essere contornati dalla terracotta policroma di Andrea Della Robbia, il cosiddetto Altare dei Gigli del 1512 con le figure Santo Stefano, San Bonaventura, Santa Caterina da Siena e San Benedetto da Norcia sovrastate dall’Annunciazione (Fig. 2) oppure dal Monumento funebre della prima metà del ‘400 che Michelozzo dedicò a Bartolomeo Aragazzi o anche dal delizioso viso della Madonna del Pilastro che, sempre nel ‘400, dipinse Sano di Pietro. (Fig. 3) (Fig. 4)
Ma veniamo al concerto. L’interessantissimo programma proposto è stato forgiato dal direttore d’orchestra Roland Böer per essere specchio fedele del tema conduttore del Cantiere 2019 come mettono ben in evidenza le sue dichiarazioni: “In questo Concerto di Chiusura si riassumono tutti e tre gli aspetti di questa programmazione, ispirata al tema Amore Passione Follia: l’amore puro emerge nei brani di Berlioz e Mozart, la passione si esprime nella musica eccitante di Čajkovskij, per concludere con la follia di West Side Story”.
Nello specifico il programma era composto Scena d’amore da Romeo e Giulietta di Hector Berlioz, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 23 in la maggiore KV488 di Wolfgang Amadeus Mozart, l’Ouverture Romeo e Giulietta di Piotr Ilijic Čajkovskij e le Danze Sinfoniche da West Side Story di Leonard Bernstein. Un programma variegato dove le tre ispirazioni di carattere squisitamente shakespeariano si sono intrecciate con lo spiccato ‘sentimentalismo’ del Concerto n. 23 per piano e orchestra, tra i più famosi e celebrati dal musicista salisburghese nel quale buona parte della critica ne riconosce il valore di un momento di svolta, di passaggio dai caratteri delicati e salottieri ad un incisivo approfondimento psicologico delle sensazioni interiori dove emotività e passione sono sicuramente il risultato della maturazione intima e nascosta dell’autore.
Per quanto riguarda l’esecuzione il capolavoro mozartiano è stato eseguito in maniera convincente grazie al contributo del pianista Massimiliano Cuseri la cui prova si inseriva bene nella visione d’insieme impressa da Böer attenta a creare la giusta amalgama sonora tra orchestra e solista. (Fig. 5)
Per il resto del programma un tantino ‘timido’ abbiamo rilavato l’approccio al concerto con il Romeo e Giulietta di Berlioz ma di grande presa tutta la seconda parte del programma con la grande pagina sinfonica di Čajkovskij e, in special modo, con le vorticose e pirotecniche danze da West Side Story, la cui esecuzione ha elettrizzato il numeroso pubblico convenuto al concerto per salutare con gioia e partecipazione la 44ma edizione del Cantiere di Montepulciano (Fig 6).
Di rilievo è stata la prova della Royal Northern College of Music di Manchester un’orchestra che è sempre più in simbiosi con l’impostazione artistica di Roland Böer per un concerto che ha ottenuto al termine un vero e proprio trionfo con moltissime chiamate al proscenio e reiterate richieste di bis che gli interpreti hanno di buon grado, e con entusiasmo, assecondato. Per quanto riguarda l’acustica abbiamo apprezzato la scelta di collocare l’orchestra non ai piedi dell’altare maggiore come tradizionalmente avviene, collocazione che ha l’inconveniente di essere sotto la cupola ma, al contrario, nella parte immediatamente vicina alla porta d’ingresso, soluzione che ha dato luogo a minori dispersioni di suono e, quindi, ad una fruizione più omogenea.
Dopo il concerto finale è giusto fare un bilancio di tutto il Festival. A nostro parere è sicuramente positivo perché abbiamo seguito diverse manifestazioni, certo una parte piccola rispetto alle 48 complessive, ma possiamo affermare che abbiamo rilevato sempre una presenza di pubblico costante e numerosa con spettatori/ascoltatori molto attenti a tutti i concerti ed agli spettacoli. Il tutto dimostra che la ‘formula’ ideata da Henze è tuttora valida e, senza dubbio, sarà utile ed efficace anche in futuro.
Queste nostre impressioni sono confermate dal bilancio conclusivo stilato da Sonia Mazzini presidente della Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte, che ha dichiarato: “La gratificazione principale è l’incremento complessivo delle presenze, soprattutto per gli appuntamenti di Piazza Grande, malgrado il maltempo dell’ultima serata, per i grandi concerti sinfonici tenutisi al Tempio di San Biagio; siamo molto soddisfatti anche l’andamento delle produzioni teatrali, ovvero la prima italiana del musical Passion che ha confermato il profilo qualitativo internazionale del Cantiere e l’evento operistico su Tancredi e Clorinda: scelte che lavorano sulla ricerca e non certo sulle dinamiche dei festival commerciali. Abbiamo presentato artisti applauditi nei maggiori palcoscenici del mondo e giovani esponenti delle avanguardie creative, confermando Montepulciano come un luogo privilegiato per il confronto culturale tra sensibilità e generazioni diverse.”
Concludiamo con qualche anticipazione della prossima edizione che sarà dedicata al tema Scienza Arte Utopia. La direzione artistica e musicale di Roland Böer (Fig 7) è confermata ma, con il 2020 completerà il suo ciclo, come da lui stesso annunciato: “Questo mio ultimo triennio alla guida del Cantiere Internazionale d’Arte giungerà a compimento con la prossima edizione che sarà ispirata al tema Scienza Arte Utopia perché il sogno di uomo migliore di può perseguire soltanto attraverso il rigore scientifico e la creatività artistica.”
Claudio LISTANTI Montepulciano Agosto 2019