di Stefania MACIOCE
Lettera a Mario
Mario amico caro, questa mattina, ero tutta presa da mie questioni varie. Poi Anna mi ha detto … . Guardavo dalla stanza una magnifica magnolia, in una giornata grigia di pioggia intensa … tutto ha preso una luce ancora più cupa per questa notizia tristissima che ha invaso l’animo di una profonda malinconia.
Anni fa, incontrandoci a Viale Regina, avevamo parlato del tuo problema medico. Eri preoccupato e in dubbio se affrontare l’intervento. Ma poi ti sei deciso. Forse era tardi, forse no. Le Parche hanno reciso il filo del tuo destino senza spiegazione … inesorabili.
Ti ho conosciuto a casa di Maurizio Calvesi e il ricordo si associa istantaneo alla metafisica schiarita a De Chirico e ai libri e scritti che gli hai dedicato con un’attenzione costante, autentica, intelligente.
I lunghi anni del tuo lavoro alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, anni intensi e costruttivi, si contrapponevano alla tua scelta giovanile di un lavoro iniziale tanto diverso che ti faceva sorridere. Quanto hai difeso il pensiero e l ‘opera di De Chirico hai fondato persino l’Associazione Amici di Giorgio De Chirico cui aderirono in tanti tra critici e amici: volevi un suo museo e ti attivasti con dedizione organizzando convegni, proponendo progetti, valide riflessioni…
Noi due abbiamo parlato a lungo e approfondito assieme il rapporto di De Chirico con la musica. Mi suggeristi i suoi lavori per il teatro e i disegni per i balletti… Ti piacque molto la mia idea di un’assonanza, anche cronologica, tra alcuni dipinti di De Chirico con l’evocazione straordinaria di mondi ignoti e primordiali nella “Sagra della primavera“ di Igor Stravinsky. Una musica dai richiami fugaci ad un mondo antico, profano e arcaico, magistrale configurazione di un nuovo universo timbrico. E il senso di ciò che è sconosciuto antico e assolutamente nuovo insieme, pervade pure l’atmosfera dei quadri metafisici. L’accostamento ti piacque eri una persona sensibile. L‘allusione a quei mondi diversi e lontani che farà da sfondo a tanta cultura novecentesca tanto da arrivare alla musica dei Pink Floyd che avrebbero richiamato, forse inconsapevolmente, il senso sorgivo dello smarrimento di fronte a quegli nuovi universi nel celebre “The Dark side of the moon“.
Ho sempre ammirato la tua intensa passione per i viaggi mirati, nei luoghi degli artisti che amavi ma tu non appartenevi solo al ‘ 900 e frequentavi con le tue ricerche anche Michelangelo e Caravaggio.
Ricordo che andammo insieme a Ferrara per una mostra su Zurbaran, e per motivi diversi condividemmo la silenziosa fascinazione della città della metafisica, di Bassani, degli Estensi, di Schifanoia … .
Hai tenuto anche diversi seguitissimi corsi di legislazione artistica alla Sapienza, un argomento che hai diffusamente trattato in un tuo testo. In quegli anni universitari ci incontravamo spesso e venivi a salutarmi in studio, sempre amabilmente ricco di umanità, gentile, amichevole. Eri studioso, appassionato, dall‘intelligenza limpida e il tuo tratto signorile permeava la linearità dei tuoi studi.
Ma ci siamo divertiti assieme anche nei balli scozzesi, nelle feste in campagna, con le gare di cucina! Ho ancora una foto, è un ricordo caro: eravamo seduti vicini ad un lungo tavolo, c’era naturalmente la tua Anna e c’era Dario, che entrambi avete accolto con spontaneità, affetto e amicizia vera, rammento bene la serenità di quella giornata di primavera. E poi insieme nuovamente in un momento davvero speciale per me: ci regalaste una bellissima guache napoletana. Avremmo voluto trascorrere assieme ancora tanti bei momenti, con entusiasmo e allegria, ce lo ripromettevamo. E invece….
Quanti punti di sospensione … brutti, mi dirai. Non posso darti torto. Ma tutti i bei ricordi generati dal flusso continuo della memoria, appaiono così: flash e immagini che corrono veloci, ma che appartengono ora a Mnemosyne, la dea greca della memoria. Come greco era il tuo amato De Chirico e le radici antiche della sua pittura, che trasmuta nel pensiero un passato eccelso. Prendono forma statue e manichini senza volto, muti nel silenzio dell’ eternità … una eternità che ora tu, amico caro, conosci.
Ed è con desolato dispiacere e con l’animo avvolto da una triste nebbia, che ti abbraccio ancora, carissimo Mario, con tanto affetto
Stefania MACIOCE 15 novembre 2019