di Maurizio di PUOLO
Devo ricordare un amico, un indubbio Maestro, un pezzo della mia vita, vita insieme, due fratelli senza bisogno di spiegazioni. Un momento di grazia culturale ed umano che non si ripeterà più. Come spiegare l’amore per la ricerca, la lucidità nei giudizi spesso spazzanti, contromano, non di moda? Un Balla rivisitato, un De Chirico ritrovato nella sua intimità inventiva – e per questo svelato – una caccia, insieme, ai mostri sacri per scoprire né mostri né sacralità, per arrivare a capire che le grandi creazioni -mitizzate ignorantemente- potevano esser nate dal pagare l’affitto, da un’ innamoramento fugace, da un momento di grazia … un Man Ray che confessa le sue “colpe”, un Dalì che è tutto meno che surrealista, un Sartoris con la stessa “verve” di un cassiere di una banca di Zurigo … Quanti incontri, quanta storia … Un padre burrascoso e geniale, poeta ma non di sé stesso, gigante e gnomo nella paternità di due Dioscuri frutto dei suoi lombi, una madre concreta alla quale avevo, io, donato il sangue al finale solo per questione di gruppo sanguigno … e l’allegria creata ad Arte con l’A maiuscola, e l’inesistenza della banalità e mogli, amiche, fidanzate, traslochi, archivi, interviste, insomma tutto il Novecento era lì …
Maurizio di Puolo, Milano 22 novembre 2019