di Nica FIORI (foto di Francesca LICORDARI)
Restauro aperto a Casperia. L’Annunciazione di Sassoferrato
A Casperia, un suggestivo borgo in provincia di Rieti con poco più di 1200 abitanti, il restauro del capolavoro del Sassoferrato (1609 -1685) riproducente l’Annunciazione, nella Chiesa della Ss. Annunziata, potrebbe essere l’occasione giusta per attirare visitatori, che avranno il privilegio di scoprire la bellezza di questo dipinto nel corso delle diverse fasi di recupero.
Parliamo in effetti di un cantiere aperto, e quindi accessibile con visite guidate gratuite, che è stato presentato alla stampa il 28 novembre 2019, data d’inizio dei lavori, e che terminerà il 25 marzo 2020, giorno che segna sul calendario la festa dell’Annunciazione.
L’intervento rientra nell’ambito della programmazione ordinaria dell’attività di tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, diretta dalla dott.ssa Paola Refice, la quale ha precisato che in questo caso non si tratta di un’opera particolarmente danneggiata dal degrado o dal sisma, che pure ha colpito la provincia di Rieti e ha causato danni nella stessa Casperia, ma di un’opera che merita di essere valorizzata con una serie di indagini diagnostiche e con il successivo restauro, al fine di acquisire tutte quelle notizie di approfondimento che saranno esposte in una giornata di studio a fine lavori. Il restauro, diretto per la Soprintendenza dalla dott.ssa Chiara Arrighi e progettato in collaborazione all’arch. Lorenzo Mattone, che ne ha curato la grafica e l’allestimento, verrà eseguito dal Consorzio Le Arti, con la direzione scientifica del dott. Giuseppe Cassio.
Per quest’opera, attestata nell’attuale collocazione sull’altare maggiore fin dal tardo Seicento, giustamente possiamo parlare di bellezza dell’arte sacra, perché questo tipo di arte fa rivivere le emozioni di una storia religiosa che si snoda innumerevoli volte, ma senza esaurirsi nella ripetizione. Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato dal paese di origine (in provincia di Ancona), fu attivo a Roma nei decenni centrali del XVII secolo soprattutto come pittore di immagini devozionali. A noi appare come un pittore di grande raffinatezza, che ha assimilato e interpretato le idee di grandi maestri come Perugino e Raffaello, riuscendo a coniugare una straordinaria abilità tecnica con una intensa spiritualità. E in effetti è stato chiamato dai contemporanei Pictor Virginum per la sua predilezione verso la Madonna, che ha ritratto con o senza Bambino, nei suoi molteplici titoli, come Madonna Orante, Immacolata, Addolorata, Madonna del Divino Amore e così via. A Roma si ricorda in particolare la pala con la Madonna del Rosario nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino.
La tela di Casperia si distingue per l’accurata stesura del colore, caratterizzato da diverse tonalità che creano assonanze e contrasti, e soprattutto per la presenza del paesaggio, riconoscibile con quello della Sabina Tiberina, come ha evidenziato Giuseppe Cassio.
Lo stesso studioso ha pure precisato come l’iconografia potrebbe essere stata ispirata da una Annunciata di Firenze, un dipinto trecentesco che è stato
“copiato da Gentile da Fabriano, e quindi conosciuto in terra marchigiana, e divulgato dall’Ordine dei Servi di Maria, a cui apparteneva il cardinale Francesco Angelo Rapaccioli, che è stato molto a contatto col Sassoferrato”.
L’Annunciazione sembra segnare uno dei momenti più alti della carriera del pittore, consapevolmente svincolato nelle scelte formali dai suoi contemporanei, pur rimanendo protagonista di primo piano del clima culturale e artistico della Roma del Seicento. Alla luce del rinnovato valore sacrale attribuito alle icone mariane dopo il Concilio di Trento (1545-1563), egli si distingue proprio come “il grande pittore dell’arte sacra del Cattolicesimo”, come lo ha definito Federico Zeri, per quel celestiale candore dei volti, quella capacità di proporre immagini idealizzate ma comprensibili da tutti, ultraterrene e umane allo stesso tempo. Vittorio Sgarbi, da parte sua, ha scritto in un suo articolo del 23-7-2017 (su Il Giornale.it) che “Sassoferrato sembra elaborare una pittura concettuale o astratta che allude, nella perfezione formale, alla integrità incorruttibile del divino”.
La tela di Casperia è stata protagonista nel 1957 dell’emblematica Mostra delle opere d’arte in Sabina dal Medioevo al XVII secolo e nel 2017 è stata esposta in occasione della mostra La devota bellezza. Il Sassoferrato, tenutasi nell’omonima cittadina marchigiana che ha dato i natali all’artista. Ed è da quest’ultima esposizione che è nata l’idea del restauro dell’opera, finalizzato non solo alla riscoperta dei suoi valori estetici, ma anche alla conoscenza più profonda della materia di cui è composta. Già vittima di un incendio che ha consumato alcune porzioni pittoriche, integrate da un intervento di recupero a tutt’oggi valido, la vividezza dei timbri pittorici originali è attualmente offuscata da sedimenti atmosferici accumulatisi negli ultimi decenni, accompagnati da alterazioni cromatiche a danno delle vernici impiegate nei restauri precedenti.
Le indagini preventive prevedono analisi di fluorescenza UV, riflettografia infrarossa, fluorescenza X e spettrofotometria FT-IR, che saranno effettuate dall’Ing. Claudio Falcucci della M.I.D.A. (Metodologie d’Indagine per la Diagnostica Artistica) di Roma. La documentazione fotografica sarà curata dal dott. Quirino Berti del Parco Archeologico del Colosseo.
La Chiesa della Ss. Annunziata, caratterizzata da una bella facciata secentesca, è stata voluta da Girolamo Saraceni, probabile committente anche della tela del Sassoferrato.
Al suo interno si conservano anche altre opere d’arte, tra cui una tela secentesca con la Circoncisione di Gesù e le statue da poco restaurate del Presepe della vicina chiesa di Santa Maria in Legarano, attualmente chiusa dopo l’ultimo terremoto. Si tratta di due pregevoli statue cinquecentesche in terracotta policroma che rappresentano la Vergine e San Giuseppe, inginocchiati davanti al Bambino (che non è antico): dovevano far parte del “Mistero della Natività” e sono state attribuite da Giuseppe Cassio ai fratelli Giacomo e Raffaele da Montereale, autori del vicino presepe monumentale di Calvi dell’Umbria.
Anche la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, dal bel campanile romanico, che nell’ultimo piano contiene una struttura per l’approvvigionamento d’acqua, è attualmente chiusa in attesa di un restauro, ma l’insieme del paese, dall’aspetto medievale, riserva altre sorprese, come la casa che ha ospitato il grande storico Gregorovius
o il Palazzo Forani, che ha all’ingresso due orsi con gli scudi della famiglia Orsini. Le strade sono tutte a gradini, e quindi inaccessibili alle auto, e si affacciano non di rado su un paesaggio idilliaco, che ispira serenità e sentimenti sublimi. È un paese indubbiamente di grande fascino, che ha cambiato nel 1947 il nome di Aspra Sabina in quello di Casperia, citato da Virgilio nell’Eneide, perché si riteneva che il sito antico coincidesse con quello attuale, ma non è proprio così. Pur piccolo, il borgo è molto ricettivo, possiede un suo teatro e vi si svolgono attività culturali e di svago (ad es. corsi di yoga all’aperto), che soprattutto d’estate attirano molti turisti innamorati del suo aspetto incontaminato.
Nica FIORI Casperia (Ri) 29 novembre 2019
Chiesa Ss. Annunziata Via O. Valeriani 2 – Casperia (RI) –
Per info e prenotazioni:culturaturismo.casperia@gmail.com ; http://www.visitcasperia.it