P d L
Il nuovo regolamento del Mibac approvato il 2 dicembre dal Consiglio dei Ministri ed illustrato ieri a Roma nel corso di una affollata conferenza stampa ha praticamente rivoltato le norme varate lo scorso 16 agosto dall’ex ministro del governo gialloverde. Si rafforza l’autonomia con la nascita di nuovi musei autonomi, vengono istituite nuove soprintendenze e si avvia la digitalizzazione del patrimonio culturale del paese.
Esordendo nel suo intervento, l’attuale ministro dei Beni Culturali ha creduto di dover ringraziare il suo predecessore per i contributi apportati con la sua normativa, la quale –ha tenuto a sottolineare: “Non era una controriforma, come questa non è la controriforma della controriforma”. Ma in realtà le nuove disposizioni che entrano in vigore poco lasciano di quanto Bonisoli aveva progettato ed attuato. A cominciare dal ribadimento dell’importanza dell’Autonomia gestionale e finanziaria dei Musei autonomi (pur ritenuta ancora insufficiente da molti addetti ai lavori) che com’è noto Bonisoli aveva fortemente messo a repentaglio tanto da provocare le dimissioni del direttore del museo di Urbino e la minaccia di dimissioni del direttore di Brera.
“L’autonomia funziona – ha invece voluto ribadire Franceschini prendendo palesemente le distanze dal suo predecessore– e in questi anni ha portato sicuramente maggiori visitatori, ma è stata soprattutto un ottimo strumento per modernizzare i musei italiani e rafforzare la tutela e la produzione scientifica”.
Questo spiega la nascita di sette nuovi musei autonomi: il museo del Vittoriano e Palazzo Venezia; la Pinacoteca Nazionale di Bologna; Museo Nazionale d’Abruzzo; Museo Archeologico Nazionale di Cagliari; Palazzo Reale di Napoli; Museo Nazionale di Matera; Parco Archeologico di Sibari.
A questo si unisce il varo di nuove soprintendenze con lo scopo di rafforzare e riequilibrare il rapporto tra centro e periferia a favore della seconda e aumentando le strutture e i presidii territoriali in base a parametri demografici e a dati oggettivi:
“È un atto che potenzia l’intera rete della tutela del patrimonio culturale sul territorio nazionale – ha commentato il Ministro– in base al quale l’articolazione periferica del MiBACT viene rafforzata in modo da garantire un servizio efficace ed efficiente”.
Ecco le nuove soprintendenze di archeologia, belle arti e paesaggio : Rieti e Viterbo e per l’Etruria meridionale; Cosenza; Pavia, Monza e Brianza; Imperia e Savona; Ascoli Piceno, Fermo e Macerata; L’Aquila e Teramo;
Le altre principali novità riguardano l’istituzione della Direzione generale Turismo con il compito di curare i rapporti con le regioni, attuare il Piano strategico nazionale, concorrere alla promozione turistica e vigilare sull’Enit e sugli altri enti operanti nel settore, nonchè la Direzione Generale per la Sicurezza del Patrimonio Culturale per prevenire e combattere le calamità che ne mettono a rischio la sicurezza, un settore peraltro dove il nostro paese vanta eccellenze e professionalità apprezzate in tutto il mondo. Di rilievo anche l’istituzione della Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo, con sede a Taranto e due sedi operative a Venezia e a Napoli, che, come ha specificato Franceschini, ha origine dalla consapevolezza fin troppo ovvia che il nostro è un paese circondato dal mare e che l’archeologia subacquea è uno dei campi di ricerca più importanti che però si è andato via via svuotando, mentre si tratta di valorizzarlo di nuovo.
Quella che però ci è apparsa la più importante e rilevante istituzione, per il valore e la visibilità che potrebbe finalmente dare a tutto lo sterminato patrimonio culturale del nostro paese, è la Direzione generale Creatività Contemporanea – cui sono affidate anche le competenze in materia di fotografia, design e moda- e l’Istituto per il Patrimonio Digitale – DigitalLibrary, cui spetta il compito di coordinare ogni iniziativa del MiBACT riguardante la digitalizzazione del patrimonio e a cui faranno riferimento i quattro istituti centrali del Ministero con competenze di catalogazione e ricerca in materia di archivi biblioteche e catalogo dei beni sonori .
“Verrà creato nel nostro Paese – ha sottolineato Franceschini- un istituto per la digitalizzazione del patrimonio culturale, in altre parole una digital library in cui si troverà il patrimonio infinito, unico al mondo, fatto da 101 archivi, dalle biblioteche, dagli archivi fotografici delle soprintendenze e dei nostri istituti culturali. La digitalizzazione di questo patrimonio è una sfida che non ha eguali al mondo”
E’ pure vero che a nostra specifica domanda relativa ai tempi, ai modi e ai finanziamenti di questo che lui stesso ha definito “il progetto più ambizioso di tutti” il titolare del dicastero dei Beni Culturali è rimasto piuttosto sul vago, consapevole probabilmente che tutto dipenderà dalla possibilità che sia lui a poterne stabilire le modalità operative e le tappe attuative; una eventualità che però con l’aria che tira dalle parti di Montecitorio, oggi come oggi non si può dare davvero per scontata.
P d L