“L’Autoritratto” di Eugenia Serafini: al MACRO di Roma (Sabato 7 dicembre ore 16)

di Silvana LAZZARINO

Alla presenza come Ospite d’Onore dell’Ambasciatore d’Italia S. E. Gaetano Cortese, e con la partecipazione di Luigi Rendine, l’artista, poeta, performer, installazionista di fama internazionale Eugenia Serafini restituisce il suo percorso creativo fatto di sinergie tra linguaggi diversi legati a segno, alla parola, al gesto e al corpo nell’armonia delle emozioni che accompagnano l’uomo in questa esistenza.

Eugenia Serafini fotoperformance alla Cuba d’oro

Pare ritrovare tra ragione e sentimento quel vibrare sottile  e avvolgente delle emozioni nel loro rincorrersi per suscitare stupore e meraviglia nel pensiero libero da condizionamenti, per proiettarsi verso quel sottile confine tra il finito e l’infinito dove l’orizzonte schiarisce e tutto è come sospeso per rinascere, basta guardare con gli occhi e la mente, i capolavori tra pittura, performance, installazioni, poesia, teatro, dell’artista Eugenia Serafini, nome di richiamo internazionale nell’arte nelle sue diverse espressioni, con una carriera luminosa contrassegnata dai molti i premi e dai riconoscimenti ricevuti.

Attiva tra Roma, Tolfa dove è nata e la Toscana, docente presso l’Università della Calabria, all’Accademia di Belle Arti di Carrara e all’Accademia dell’Illustrazione e della Comunicazione Visiva di Roma, Eugenia Serafini non è soltanto una pittrice dalla rara sensibilità capace di creare ponti di armonia tra l’uomo e quanto è a lui intorno, ma è anche poeta e performer, installazionista e giornalista di gran talento e spessore emotivo.

Le sue opere si trovano in collezioni, musei e archivi di diversi paesi quali: Francia, Germania, Egitto, Lituania, Norvegia, Romania, Ucraina, Uruguay, Argentina e molti sono i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui i più recenti: “Premio Artista dell’anno” al Premium International Florence Seven Stars Firenze 2016, la “Targa alla Carriera” dal Comune di Tolfa nel 2014 e il “Leone d’Argento” per la Creatività 2013 alla Biennale di Venezia. E’ inoltre direttore responsabile della rivista semestrale l’ARTECOM-ONLUS Accademia in Europa per gli Studi Superiori, il “FOLIVM” miscellanea di scienze umane, dedicato alternativamente alle Antiquitates (dalle origini al 1492) ed ai Periodi moderno e contemporaneo (dal 1493 ad oggi. Tra i numerosi premi va anche citato quello de “Le Rosse Pergamene, del Nuovo Umanesimo” Poesia d’amore 2018, Sezione speciale Poesia e pittura “Dall’emozione all’immagine” con una raccolta di poesie d’amore dedicate a Roma tema richiesto dal concorso che accanto a Roma, quale altra opzione aveva indicato la regione Calabria. Ideatrice e fondatrice di questo Prestigioso Premio è la nota scrittrice e poetessa Anna Manna organizzatrice di eventi culturali e donna di grande spessore umano e professionale che da più di quindici anni anche grazie a questa manifestazione ha voluto valorizzare la cultura nel creare scambio e interazione attraverso la conoscenza che rende liberi.

Nel suo percorso Eugenia Serafini ha guardato costantemente ad una contaminazione tra le arti utilizzando e fondendo gli apporti di diversi rami creativi: da quello visivo-digitale a quello teatrale, poetico e musicale. In questo senso le sue installazioni performance mirano a creare una nuova sinergia di emozioni coinvolgendo più sensi e in questa prospettiva ha dato vita a opere di grande suggestione come le Performances, “Canti di cAnta stOrie”, Roma 2008.

Eugenia Serafini, Nuvola

Scenario di verità e bellezza nei suoi infiniti orizzonti, la Natura per Eugenia Serafini ha rappresentato e rappresenta uno spunto privilegiato con cui restituire le emozioni dell’uomo, tra nostalgie e attese, paure e speranze nel tentativo di ridefinire quell’antico legame con cui lo stesso individuo si armonizzava con il creato. Sia gli alberi, sia gli elementi del cosmo, sia lo scenario del cielo tra lune e nuvole, ridefiniti da lei attraverso le diverse espressioni dell’arte figurativa, visiva, gestuale, rifioriscono entro una nuova prospettiva emozionale dove la corporeità e la voce riacquistano nuova espressione. A restituire la forza comunicativa di un’arte che diventa totale e totalizzante è l’appuntamento con “Eugenia Serafini– Autoritratto” che si svolge a Roma il 7 dicembre 2019 dalle 16.00 alle 18.00 presso la Sala Cinema del Macro- Asilo. Con la partecipazione di Luigi Rendine e con Ensemble Eugenia Serafini e I poeti dell’Onda, l’evento tanto atteso, restituisce entro uno spazio privilegiato la sinergia delle arti tra performance teatro e poesia. Dopo il saluto e l’introduzione dell’ospite d’onore l’Ambasciatore d’Italia S. E. Gaetano Cortese, persona di grande sensibilità e umanità, “l’Autoritratto” inizia con l’Ensemble Eugenia Serafini e I poeti dell’Onda: Eugenia Serafini, Iole Chessa Olivares, Anna Avelli, Candida Camarca, Alessandra Carnovale, cui segue la proiezione del Video delle installazioni e ambientazioni “storiche”, tra le quali una contro i Femminicidi, da lei stessa commentate.

Eugenia Serafini e Mario Verdone

Nella seconda parte dell’evento dal vivo Eugenia Serafini e l’attore e regista Luigi Rendine Direttore dell’Accademia di Arte Drammatica P. Scharoff  e con il quale ha collaborato per anni, danno vita ad una Performance dedicata a testi di grande attualità ed impatto emotivo. Si tratta di “Donde Estan?” dedicato alle Donne dei desaparecidos e del Il pescatore di sogni“, dedicato alla migrazione, a partire dalla nostra migrazione di inizio secolo (“Al disperato amore”, dedicata ai suoi nonni materni), per giungere ai nostri giorni, abbracciando cosi un arco molto vasto tra vecchio e nuovo millennio. I testi delle live performance tranne “Al disperato amore” fanno parte del Teatro di Performance dell’arista “Canti di CantaStorie” presentato da Mario Verdone, Luigi Rendine  e Cesare Pitto all’epoca Direttore del DAMS dell’UNICAL.

A chiudere questo straordinario appuntamento con l’arte che esplora ogni possibile linguaggio della comunicazione visiva, gestuale. verbale, sono i “Ritratti di Parole” di Antonietta Campilogno, Loredana Finicelli, Silvana Lazzarino, Carlo Franza.

Eugenia Serafini, Arrivano, 2013

L’Ambasciatore Gaetano Cortese, amante delle arti, scrive e cura da anni la pubblicazione di una Collana di volumi dedicata alle Residenze delle Ambasciate Italiane all’estero, facendone la storia e illustrando le meraviglie delle opere d’arte e degli arredi che contengono. L’ultima uscita riguarda la seconda edizione del Palazzo dell’Ambasciata d’Italia a Bruxelles.

Altra personalità importante di questo percorso legato all’arte di Eugenia Serafini è il Prof. Gualtiero Harrison Professore emerito dell’Università della Calabria (Antropologia Culturale) cui è stato assegnato il prestigioso riconoscimento Premio Artecom-Onlus per la Cultura 2018.

Con questo Autoritratto di Eugenia Serafini si recupera l’eleganza e l’energia del corpo e della voce, l’armonia e il ritmo del gesto e della parola in una sinestesia visiva, ed emotiva che dona anche nuova espressione all’universo poetico ad avvolgere il pubblico.

L’UOMO E LA NATURA nelle opere di Eugenie Serafini

Eugenia Serafini con sensibilità poetica e originalità nella sua arte racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e speranze, paure e attese, anche attraverso scorci della natura, come quando descrive gli alberi. Visti quali universi pulsanti di vita, sorta di microcosmi, essi invitano a rivivere la magia dell’innocenza per trovare l’occasione di tornare ad essere fanciulli anche per un solo attimo. Attraverso i luoghi fisici e metafisici della natura Eugenia Serafini si è soffermata sul rapporto tra l’uomo e la stessa natura e su come egli possa tornare ad sentirsi con essa in armonia attraverso un autentico ascolto di sé, in linea con quel pensiero prelogico che permette di agire senza sovrastrutture. Proprio in quell’originaria armonia tra l’uomo e la natura va ricercato anche il senso di questa vita che ruota intorno alla difficile riconciliazione tra finito e infinito, micro e macro. I suoi dipinti e installazioni raccontano desideri e speranze di un ‘umanità che, nei colori del cielo e della terra, degli alberi e dei fiori, delle farfalle e degli uccelli, ritroverà l’emozione di affetti lontani, verità rivelate e la purezza di tornare a respirare la spensieratezza a partire da un sogno. Anche attraverso il cosmo ed i suoi pianeti dove abita il mistero e l’infinita energia che crea continuità, Eugenia Serafini racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e speranze e della sua possibilità di soffermarsi a riflettere sul significato del proprio destino. Con installazioni e performance il suo sguardo indaga problematiche legate all’ecologia in cui vi è il richiamo alla necessità di salvaguardare il nostro Pianeta prima che sia troppo tardi come dimostrato nel suo progetto di installazione vivente e performance “Fossili di Petrolio nel Giardino InCANTATO e Domino- Dominio” realizzato per il MACRO svoltosi dal 20 al 22 settembre 2019 all’interno della 4 edizione del “Festival delle Arti Nuvola Creativa” ideato e curato dall’architetto Antonietta Campilongo.

Silvana LAZZARINO     Roma 5 novembre  2019

EUGENIA SERAFINI AUTORITRATTO,

Sala Cinema MACRO ASILO Museo di Arte Contemporanea di Roma

Ospite d’Onore l’Ambasciatore d’Italia S. E. GAETANO CORTESE

con la partecipazione di LUIGI RENDINE

e con Ensemble Eugenia Serafini e I poeti dell’Onda

Intervengono con “Ritratti di Parole”: Antonietta CAMPILONGO e Loredana FINICELLI, Silvana LAZZARINO, Carlo FRANZA

Eugenia Serafini, Fotoperformance, Giralune©

SABATO 7 DICEMBRE 2019 dalle ore 16.00 alle 18.00

Ingresso libero Via Reggio Emilia, 54, ROMA

 POESIA VISIVA di Eugenia Serafini e Omaggia a due grandi poeti attraverso la sua arte

Eugenia Serafini, Fotoperformance alla Biennale di venezia

In occasione del Premio le “Rosse Pergamene. Poesia d’amore” dello scorso anno 2018, Eugenia Serafini è stata premiata per aver scritto un’opera poetica dal forte impatto visivo per la capacità di restituire nel verso e nella lettura la fascinazione di quelle immagini di Roma da lei ricordate e rielaborate. Così di lei ha scritto Fabia Baldi critica letteraria, poeta, docente, nel commento per la sua opera “Silloge per Roma Amore”:

“… ‘Nella poesia il colore crea connessioni sinestetiche che stimolano la capacità percettiva del lettore e offrono un’immediatezza visiva che potenzia e asseconda la comunicazione lirica’l’uso del colore non è la sola particolarità stilistica che colpisce: nella silloge infatti domina una più ampia “visività” del testo, che si presenta qua e là quasi scolpito dall’uso delle maiuscole, del corsivo, della varietà del carattere . Altro tratto importante è la forma grafica che disegna il foglio riallacciandosi alla tradizione dei “carmina figurata” in epoca classica, che prosegue poi con i calligrammi (uno degli esempi più famosi è rappresentato dai testi di Apollinaire) e con le “poesie visuali” dei Futuristi (Marinetti…)”.  

Con Eugenia Serafini la poesia diventa visiva senza perdere la qualità del dettato lirico, creando suggestive sinergie tra visione ed emozione attraverso cui gli stati d’animo sembrano uscire dai versi e liberarsi nella visione filmica. Tra poesia e pittura si crea un forte legame visivo ed emozionale: Eugenia Serafini con la sua pittura ha infatti restituito nuovo spessore ai versi poetici, basti pensare agli omaggi per Quasimodo e Leopardi con due mostre di grande prestigio e bellezza.  In occasione dei 50 anni dalla morte di Salvatore Quasimodo Eugenia Serafini, nel 2018 a Firenze al Plus Florence ha esposto dipinti ispirati alla sua opera poetica che racconta l’amore e la nostalgia per la sua terra, la Sicilia, le ansie e le problematiche della società a lui contemporanea, Con armonia ed eleganza attraverso colori leggeri e avvolgenti, ma anche forti e vivaci ha saputo cogliere sottili espressioni legate a memorie,  speranze e ideali racchiusi nei versi del poeta di cui non si può non citare la famosa poesia che parla di gioia e dolore e della caducità della vita con “Ed è subito sera” (“Ognuno sta solo sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera”). Eugenia Serafini con grande sensibilità ha restituito momenti della giovinezza del poeta Quasimodo, il dramma della guerra, ma anche smarrimento e paura per la caducità della vita e per la presenza sorda della morte. Il dato poetico, la parola di Quasimodo viene restituita con piena energia e vitalità dall’espressione materica e segnica dell’artista le cui tele si riempiono di luce e colore. Accanto ai ricordi fanciulli sono le descrizioni del paesaggio tra la natura e le memorie della classicità cari a Quasimodo. Una natura accesa di vita, talora aspra e incompressibile, dove amava perdere il proprio sguardo e quel mister

ha innestato e dato spunto a un’altra illustre artista italiana qual è Eugenia Serafini poetessa anch’ella, a porgere l’omaggio con una mostra e una serie di dipinti, capaci di svelare il fondamento umano e lo slancio scopertamente alto del valore della poesia”.

Altro omaggio da ricordare è quello a marzo di quest’anno 2019, per i 200 anni dell’uscita de l’ Infinito di Giacomo Leopardi che ha visto Eugenia Serafini, invitata dal Prof. Carlo Franza, esporre nell’ambito del progetto Scenari “Omaggio all’Infinito di Giacomo Leopardi”  a Firenze Plus Florence piano rosso- Per questa occasione l’artista ha presentato 20 opere in acrilico su carta piegata Fabriano ispirate ai versi del poeta a sugellare emozioni dove affiorano interrogativi sull’esistenza e sullo smarrimento dell’uomo, impotente di fronte ad una Natura/Destino superiore e indecifrabile. Attraverso i ritmi di segni e le forme in movimento Eugenia Serafini ha rievocato l’universo fatto di attese e illusioni, malinconia e solitudine del Leopardi: basti pensare a “la Ginestra” dove coglie quel desidero di spingersi oltre da parte del poeta portando con sé tracce sfumate di nostalgici ricordi, dolci illusioni per non lasciarsi soffocare da una realtà di dolore.

GLI ALBERI di Eugenia Serafini

Diverse le mostre dedicate agli alberi basti pensare ad Arborea nell’ambito del progetto “Scenari” curata dal Prof Carlo Franza a Firenze presso il Plus Florence nel 2017.

Eugenia Serafini, L’albero e la ciminiera

Gli ALBERI  nei dipinti di Eugenia Serafini e non solo essi, diventano una sorta di microcosmi abitati dal mistero della vita. E’ la vita nella sua continua ciclicità che si manifesta in essi guardando all’uomo al suo destino nella sua ricerca di un senso profondo a questa esistenza dove forese si è invitati a guardare dentro stessi per capire le proprie fragilità da cui ripartire. Gli alberi di Eugenia Serafini da quelli più grandi a quelli più ridotti, esprimono libertà, energia e vitalità conducendo chi li guarda a recuperare sogni lontani e dimenticati, desideri sopiti per troppo tempo e finalmente riabbracciati. I suoi alberi dalle chiome azzurre, altri piene di fiori o attraversate da leggere farfalle, e ancora alberi che diventano riparo per le cicogne o altri che animano il mondo di Pan, fino all’albero che prende il posto di una ciminiera, hanno una vita propria diventando custodi di verità e bellezza. Essi sono rifugio per gli animali, da essi germogliano fiori, e attraverso le loro fronde sussurra il vento, mentre per un attimo il tempo si ferma su tanta bellezza di sogni e aspettative per un domani.  Un viaggio con gli occhi e la mente attraverso i suoi alberi per rinascere nei volti di una natura libera sollecitando lo stupore fanciullo di un animo semplice e pieno di attese. Dall’ondeggiare delle chiome dai colori vivaci,  dai rami che si aprono ad abbracciare lo spazio circostante si percepiscono suoni, si respirano profumi e si colgono voci impercettibili, come se a parlare fossero proprio gli stessi alberi con chi li guarda. Alberi simbolo del respiro vitale, custodi di saggezza e libertà, verità e meraviglia. Alberi che parlano di vita abitati da uccellini, farfalle per diventare come tessere di un mosaico dove il sogno non ha mai fine. Così accanto a “L’Albero azzurro”, “L’Albero del sogno” e “L’Albero delle cicogne” sono “Pan ruba l’albero” e “L’albero e la ciminiera”. Alberi che nel loro diventare linee ideali tra la terra e il cielo avvicinano l’uomo agli elementi della natura di cui egli è parte integrante. Ancorato alla terra mediante radici, l’albero rappresenta l’immagine idealizzata dell’uomo nel suo essere attaccato alle sue origini e allo stesso tempo nel suo tendere coi rami verso l’alto, l’albero indica il desiderio dell’uomo di andare oltre le semplici apparenze. Così’ l’albero da una parte simboleggia l’origine di ciò che è stato l’uomo, i suoi sogni e la sua fantasia e ingenuità e dall’altra con la sua chioma protesa verso l’alto rappresenta il futuro ricco di speranza. Come sottolinea il critico Carlo Franza: “Eugenia Serafini è una delle pochissime artiste italiane che si confronta con la storia dell’umanità, con il globo che contiene l’uomo e ogni essere vivente, nel rappresentare il verde, gli alberi, tronco e chioma, il mondo degli uccelli, e lo fa con la straripante fantasia di collage, inserti vari, scritture, macchie informali, segni e colori che oggettivano forme capaci di essere sempre nuove”.

Rigogliosi e imponenti gli alberi di Eugenia Serafini esprimono gioia e serenità, vigore ed energia mostrando attaccamento alla terra e desiderio di libertà ad esplorare cosa si celi oltre questa realtà

GEOMETRIE DELL’UNIVERSO di Eugenia Serafini

Se l’albero, sorta di microcosmo, rappresenta il respiro della vita nell’alternarsi delle stagioni, nel viaggio tra pianeti e costellazioni oltre la terra e oltre l’atmosfera, si respira l’energia e la libertà di appartenere all’universo come parte di un tutto inscindibile. Universo che vibra dei tre regni: animale, vegetale e minerale disegnati e proiettati idealmente entro questi ritmi di linee a formare giochi concentrici di figure in movimento: quadrati, rettangoli, rombi disposti in successione o sparsi nell’etere di uno spazio fisico. Figure che aprono ad una visione metafisica dove l’orizzonte si espande a catturare la bellezza e la poesia di quanto appartiene alla vita di ogni giorno. Attraverso queste rappresentazioni di figure in sequenza la vita acquista nuova forma e spessore recuperando lo stato originale dei colori, degli spazi dove respirare armonia e quella poesia che unisce l’uomo al creato, lasciando dietro il grigiore e i falsi miti causati dal progresso sempre più pronto a rompere gli equilibri ciclici della natura deteriorando la sua armonia. Eugenia Serafini da vita a figure regolari in successione, che rimandano alle onde o agli aquiloni con le loro diverse sfaccettature dove si alternano colori vivaci e brillanti a ricordare la vitalità di ogni singolo elemento che compone l’universo in cui si concentra l’energia e la continua trasformazione delle diverse forme di vita sotto forma di movimento e armonia. Attraverso queste geometrie si accarezza il pensiero di appartenenza alle armonie di vite infinite che si rigenerano con lo scorrere del tempo nel suo fluire dalla terra al cielo, dal visibile all’invisibile per tornare sotto forma di particella e rinascere a nuova vita. Il riferimento è alla mostra a cura di Carlo FranzaGeometrie dell’universo” nell’ambito di “Scenari” esposta al Plus Florence Salone delle Regole 2017/2018.

Come ha scritto Carlo Franza

Eugenia Serafini riscrive a colori le mitologie  del mondo, della terra e del cielo , riducendo e apportando segni e memoria alla grande ricchezza della natura.”  che prosegue “nelle sue opere l’arte vive l’energia del visibile e dell’invisibile, nel senso che tutto riprende a vivere sotto altra forma, per via di una ricchezza interiore travasata e capace di lasciar leggere non solo una geografia del mondo, ma anche una geografia esistenziale e umana”.

Silvana LAZZARINO   Roma 5 dicembre 2019