redazione
La Confraternita San Carlo Borromeo di Lugano, a conclusione delle celebrazioni per i 400 anni dalla fondazione, ha il piacere di esporre, dall’11 febbraio al 26 aprile 2020, nella Chiesa di San Carlo Borromeo di via Nassa 26 a Lugano, il capolavoro di Carlo Saraceni (1579-1620) dal titolo San Carlo Borromeo (1612-1615).
L’inaugurazione e la presentazione si tengono l’11 febbraio 2020, ore 18, con l’introduzione di Claudio Metzger e il racconto di Fabiola Giancotti. L’accompagnamento musicale è di Roberto Albin. L’ingresso è libero.
CARLO SARACENI
Pittore veneziano, nato a Venezia intorno all’anno 1579 e morto nel 1620. Si forma nella città lagunare tra le opere e le botteghe di Tiziano, Jacopo Bassano,
Palma il Giovane e, a Mantova, sul mito di Giulio Romano, senza tralasciare la lezione di Giovanni Bellini e di Lorenzo Lotto. Si trasferisce a Roma giovanissimo e qui frequenta il Cavalier d’Arpino, il palazzo del Cardinal del Monte e l’Accademia di San Luca dove operano pittori come Giovanni Baglione, Orazio Borgianni, Agostino Tassi, Orazio Gentileschi. Incontra altri artisti, chiamati a Roma dai molteplici lavori, tra cui Domenichino, i Carracci, il paesaggista tedesco Adam Elsheimer. Con molti, il Veneziano stabilisce collaborazioni e amicizie. Coinvolto suo malgrado nelle dispute tra Caravaggio (da cui Saraceni eredita alcune commesse che ripensa a suo modo) e gli accademici di San Luca, le poche notizie utili sulla sua vita ci vengono dalle cronache dei vari processi avviati dopo le denunce del Baglione. Nelle Vite de’ pittori, scultori et architetti (1542), Giovanni Baglione situa Carlo Saraceni tra gli amici di Caravaggio, e lo avvicina a lui anche come tecnica e impostazione artistica. Saraceni ha lasciato a Roma la maggior parte dei suoi lavori di genere religioso e mitologico. Verrà inserito anche da Roberto Longhi nella cerchia dei caravaggeschi.
Di recente, la prima grande mostra monografica dal titolo Carlo Saraceni. Un veneziano tra Roma e l’Europa (Roma, Palazzo Venezia, 2013-2014) ne ha ripercorso la vita e le opere.
San Carlo Borromeo, 1612-15 ca., olio su tela, cm 99×146. Collezione privata
Questa tela è acquisita tra le opere del pittore negli ultimi anni grazie alla studiosa Mina
Gregori, che data l’opera immediatamente dopo la canonizzazione del Santo (1610). L’artista produce altri lavori che illustrano la vita del Borromeo (San Carlo che comunica un appestato e San Carlo e l’ostensione del Sacro Chiodo). Negli anni del Saraceni, la memoria del Borromeo (1538-1584) è ancora viva anche a Roma, dove, nipote di Pio IV, ebbe incarichi importantissimi. Tra il 1600 e il 1620, quasi tutti gli artisti dell’epoca, sia a Milano sia a Roma, dipingono san Carlo e producono opere importanti, oggi diffuse in tutto il mondo. Carlo Saraceni trova un ambiente favorevole nella città dei papi e, raffigura il Santo in preghiera, in un momento di sosta durante una delle visite pastorali nella estesa Diocesi di Milano di cui è arcivescovo dal 1565 al 1584. Sullo sfondo, probabilmente, un paesaggio lombardo, che il Saraceni potrebbe aver colto dalla descrizione contenuta in una delle tante biografie borromaiche edite in quegli anni.
Lugano 9 febbraio 2020