Il quadriennio della Quadriennale; presentata a Roma l’edizione di ottobre 2020

di Giulio de Martino

Con un’affollata assemblea, mercoledì 12 febbraio 2020, nella Sala del Tempio di Adriano a Roma, Umberto Croppi – Presidente della “Quadriennale di Roma” dal 2019″, ha annunciato il piano di sviluppo della Fondazione con sede a Roma nel complesso monumentale di Villa Carpegna: in particolare l’attivazione del magnifico sito dell’Arsenale Clementino a Porta Portese che il MiBACT ha affidato alla Fondazione.
Da parte sua Sarah Cosulich, Direttore artistico della Quadriennale, ha delineato la “Quadriennale d’arte 2020” che si inaugurerà il 1° ottobre 2020 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Autorevoli le presenze politiche e le partnership istituzionali, ma soprattutto tante le aspettative suscitate dalla nuova stagione di una delle più prestigiose istituzioni romane nel campo delle arti visive.
In realtà – anche attraverso le interessanti e ricche mostre allestite negli ultimi vent’anni dalla Galleria di Arte Moderna di via Crispi (in corso quella su “Moholy- Nagy e i pittori ungheresi a Roma negli anni ’30”; vedi su About Art https://www.aboutartonline.com/lo-spirito-dellavanguardia-alla-gam-di-roma-nelle-opere-di-laszlo-moholy-nagy-quando-lapparizione-del-nuovo-genero-una-eroica-fioritura/ ) – la visibilità delle opere dei pittori delle storiche Quadriennali degli anni tra le due Guerre non è mai venuta meno.
Ricordiamo le periodiche riproposizioni del ricco fondo di opere acquistate dalla
Galleria Comunale romana alle Quadriennali tra il 1931 e il 1943: ben trecentoquarantotto. Si tratta di un patrimonio che raccoglie i nomi più significativi dell’arte italiana della prima metà del Novecento: Carrà, de Chirico, Carena, Casorati, Capogrossi, Scipione, Cavalli, Afro, Severini, Trombadori, Morandi, oltre alle opere di Carlandi, di Sartorio, di Coleman, tra Simbolismo, Secessione e poi Futurismo degli anni Trenta, nonché degli artisti deI XXV della Campagna Romana e della seconda metà dell’Ottocento.
Sara Cosulich

Tutto ciò per dire che alla Quadriennale di oggi e di domani va sempre e necessariamente associato il retaggio vivente della grande pittura e scultura del primo Novecento che vive nel grembo della Fondazione. Ammontano a 2700 le opere acquistate per le collezioni del Comune di Roma, di Ministeri, banche e enti pubblici di varia natura. Nella “Quadriennale di Roma” – fin dalla nascita nel 1927, per l’intuizione e l’impegno dell’artista Cipriano Efisio Oppo (1891-1962) – si sono unite sia la missione di indagare, censire e promuovere ciò che si segnala nelle arti visive sul territorio nazionale per proiettarlo sul piano internazionale, sia di realizzare una sorta di “competizione artistica” di livello nazionale che fosse di incentivo per i partecipanti mediante i premi e gli acquisti. Se pensiamo che hanno conosciuto la prima affermazione in una delle edizioni della Quadriennale artisti come Pericle Fazzini e Renato Guttuso, Emilio Vedova e Giosetta Fioroni, Gino De Dominicis e Vanessa Beecroft, possiamo ben comprendere l’importanza della Fondazione.

Umberto Croppi

E, se l’ «arte»  è inscindibile dalla « storia dell’arte », di notevole valore è l’archivio della Quadriennale che deriva da quasi un secolo d’ininterrotta attività: 14.000 fascicoli di documentazione su artisti del XX e XXI secolo, 2000 fascicoli e registri dell’Archivio Storico, 250 buste di carteggio, 30.000 immagini fotografiche, 400 video, 1000 manifesti, 40.000 volumi, 2150 riviste d’arte, 10 fondi archivistici e 8 fondi librari acquisiti per donazione, fra gli altri di Bianca Attolico, Giovanni Carandente e Lorenza Trucchi. Per non dire dei prestigiosi “Quaderni della Quadriennale” (21 uscite) e degli “Archivi dell’arte contemporanea” (4 uscite) oltre a una decina di opere monografiche sulla storia delle vicende artistiche del XX e XXI secolo.

Umberto Croppi ha ribadito che:
“la Quadriennale ha il dovere di ripensarsi costantemente, di misurarsi con le condizioni ambientali che mutano, con le nuove esigenze, con un più forte rapporto con la città e con gli operatori”.
Proposito più che encomiabile in un momento in cui le istituzioni culturali italiane vacillano tra crisi di identità (e di fondi) e mancanza di progetti (e di capacità di innovazione).
Da parte sua, il MiBACT – con Regione Lazio e Roma Capitale – ha rinnovato l’impegno per un finanziamento di un milione di euro oltre che per l’assegnazione dell’Arsenale Clementino di Porta Portese in cui la Fondazione troverà spazi più che idonei per le attività di ricerca e divulgazione e per effettuare esposizioni, convegni e stage di formazione. Non museo quindi, ma laboratorio in flusso longitudinale e trasversale.
Si è detto di « mettere gli artisti al centro dell’attività, coinvolti nella costruzione dei suoi indirizzi e degli eventi »; di promuovere la produzione artistica e la selezione dei talenti offrendo ad artisti e collezionisti occasioni dirette d’incontro; di creare una rete stabile di relazioni con le altre istituzioni del contemporaneo, sia pubbliche sia private; di sviluppare iniziative di ricerca, studio e diffusione della conoscenza, cooperando con le università, le accademie, gli istituti di formazione. Tutte cose che ci piacciono molto, purché si tengano ben lontane da implicazioni populistico- pedagogiche e pseudo sociali, mantenendo la Quadriennale all’altezza della sua storia e in sintonia con la funzione culturale e immaginale della « storia dell’arte » e del « mercato dell’arte »
nella società globalizzata.
Per il triennio 2018-2020, il Direttore artistico Sarah Cosulich e il curatore Stefano Collicelli Cagol stanno attivando tre progetti paralleli: Il progetto “Q-International” (bando di sostegno a organizzazioni straniere che intendano esporre artisti italiani); il progetto “Q-Rated” che monitora il panorama artistico nazionale, attraverso workshop
per artisti e curatori in dialogo con personalità internazionali e, infine, la “Quadriennale d’arte 2020” (dal 1 ottobre 2020 al Palaexpo) mostra con un forte taglio curatoriale  di respiro internazionale, ideata in continuo confronto con la storia dell’istituzione, il suo archivio, il suo vario e vasto patrimonio.
Giulio de Martino   Roma 16 febbraio 2020