di Francesco MONTUORI
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M.Martini e F. Montuori
L’ insegnamento di Walter Gropius
Seconda parte
LA BAUHAUS DI DESSAU E BERLINO
La prosecuzione dell’insegnamento, sulle linee indicate da Gropius nel Manifesto di fondazione, fu garantita solo tra la fine del 1925 e l’inizio del 1926. La Bauhaus di Dessau venne riconosciuta come Istituto superiore di figurazione; questo rango accademico fu conservato fino al suo scioglimento nel 1932.
Dessau era una media e prospera città industriale di circa 70.000 abitanti, con un importante centro storico, ricco di edifici rinascimentali e classicisti. Era una luogo appropriato; tuttavia non tutti i maestri vollero trasferirsi nella nuova sede; inoltre Gropius decise di non affidare i corsi ai maestri artigiani e il corpo insegnante venne integrato dai giovani che si erano formati nella Bauhaus di Weimar e possedevano le capacità sia formali che manuali necessarie all’insegnamento; furono chiamati “maestri giovani”.
Il vero salto di qualità consistette nel ruolo assunto del borgomastro di Dessau Fritz Hesse che oltre a concedere i mezzi economici per la costruzione del nuovo edificio, difese sempre la Bauhaus da tutti gli attacchi esterni e capitolò solo all’avvento al potere del nazionalsocialismo.
La costruzione dei nuovi edifici a Dessau impegna per la prima volta tutta la scuola, docenti ed alunni.
La nuova Bauhaus
Il nuovo edificio della Bauhaus costituisce un archetipo del razionalismo moderno (fig. 1).
E’ una costruzione complessa come complessa è la vita che deve svolgersi al suo interno: un percorso continuo connette un corpo di fabbrica per la scuola ed uno per i laboratori, congiunti da un ponte sospeso per gli uffici amministrativi, un corpo per la vita comune e una costruzione di cinque piani per le camere-studio degli gli studenti. Il traffico cittadino può attraversare il complesso senza interferire con l’edificio, passando sotto l’edificio sopraelevato degli uffici. I volumi sono articolati per funzioni ma tra loro connessi da reciproche relazioni organizzate nello spazio; l’edificio alto per gli alloggi degli studenti, i volumi articolati e più bassi per le aule ed i laboratori, un solo piano per l’edificio di collegamento che scavalca la strada (fig. 2 ).
Gropius fa ricorso a due soli materiali: il vetro per i vuoti incorniciati da profili metallici e l’intonaco bianco per i pieni. Grande vetrata per i laboratori (fig. 3),
finestre a nastro per le aule e gli uffici, il fronte del volume degli alloggi studenteschi fortemente chiaroscurato con terrazzini a sbalzo, che molti architetti cercheranno di copiare, almeno una volta (fig. 4). L’equilibrio delle forme riflette l’integrazione delle funzioni: siamo nel più puro e netto razionalismo architettonico.
Vengono infine realizzate una casa singola (fig. 5) per il direttore, Gropius, e tre case doppie per gli insegnanti: Kandinsky e Klee, Moholy-Nagy e Schlemmer, Scheper e Muche. Sarà Gropius, ovviamente, a progettare sia gli edifici per abitazione che la nuova sede della Bauhaus ma le nuove architetture videro il coinvolgimento degli studenti del laboratorio di architettura.
La cerimonia ufficiale di inaugurazione si tenne nell’aula grande del nuovo edificio il 4 dicembre 1926; vi presero parte più di mille fra cittadini ed autorità.
Nuove e importanti iniziative
Dal punto di vista amministrativo la Bauhaus di Dessau fu organizzato in una società a responsabilità illimitata. Gropius e Moholy-Nagy fondarono una rivista e una collana di libri del Bauhaus; fu creata una specifica sezione di architettura che Gropius affidò all’architetto svizzero Hannes Meyer – a Weimar l’architettura era stata una finalità comune dei singoli insegnamenti -; l’elaborazione di prototipi divenne rilevante e vennero concesse numerose licenze per la produzione industriale in serie.
Il mutamento nella struttura interna del Bauhaus si rivelò in modo chiaro nella suddivisione dei compiti. Gropius era assorbito dalle incombenze amministrative e dai contratti per la costruzione dei nuovi edifici. Kandinsky e Klee si impegnarono nell’insegnamento elementare; Klee indagò a fondo le possibilità figurative della costruzione geometrica (fig. 6 ): “La ricerca dell’armonia o della totalità figurativa non è per noi soltanto un problema di forme e di colori ma anche il problema della totalità spirituale” ; Kandinsky ebbe l’occasione, nel 1928, di preparare le scene per la rappresentazione de i “Quadri di un’esposizione” di Mussorgskij. La performance consisteva in una serie di pannelli di grandi dimensioni – oggi al Centre Pompidou di Parigi – che si componevano davanti agli occhi dello spettatore in sintonia con la partitura musicale, come se le forme geometriche, le linee e i colori prendessero vita al contatto con la musica (fig. 7).
Tutti lavorarono con entusiasmo. Schlemmer dirigeva il teatro della Bauhaus; Moholy-Nagy era a capo dell’importante officina dei metalli; Gunta Stolzl era responsabile della tessitura che, con l’introduzione delle materie sintetiche, riuscì ad ottenere nuovi effetti nella tessitura meccanica; a Marcel Breuer fu affidata la direzione dell’officina del mobile. Una posizione chiave fu assunta da Josepf Albers che condusse il lavoro sperimentale per la conoscenza delle proprietà specifiche dei materiali.
Hannes Meyer, nuovo responsabile della sezione di architettura, diede preminenza all’attività pratica e ad una più rigida specializzazione degli alunni. L’insegnamento della architettura fu sistematizzato; il funzionalismo fu messo al primo posto a partire dallo studio delle tipologie abitative; Meyer promosse lo studio delle caratteristiche ambientali del territorio e chiamò all’insegnamento l’architetto Ludwig Hilbersheimer che allora lavorava sulle strutture urbane e lo sviluppo metropolitano. A differenza di Gropius che con pazienza tentò sempre di conciliare posizioni culturali differenti, Hannes Meyer era fortemente politicizzato, sosteneva apertamente il socialismo ed aveva un carattere aggressivo.
Hannes Meyer direttore
Si determinò con Gropius un clima di tensione; Kandinsky e Klee la cui attività consisteva nell’insegnamento della Teoria della forma e del colore, furono emarginati. Si aprì ancora una volta una grave crisi: il 31 marzo 1928 Gropius decise di ritirarsi, rinunciando al suo incarico di direttore; con lui si dimisero Marcel Breuer, Laslo Moholy-Nagy ed Herbert Bayer. Hannes Mayer successe a Gropius nella direzione della Bauhaus.
Con la direzione di Hannes Meyer la rivista della Bauhaus acquistò un carattere ancora più netto (fig. 8); il teatro, diretto da Schlemmer esercitò una forte influenza sulla società di Dessau; nuove esposizioni dei prodotti della scuola permettono una diffusione della produzione e vantaggi economici. Nelle officine degli arredi, “finiture per gli interni”, vennero prodotti i mobili di Marcel Breuer, economici e pratici (fig. 9); furono rafforzati i laboratori di tappezzeria che produrranno le loro creazioni per almeno trent’anni (fig. 10); nel quartiere Dessau-Torten, progettato da Gropius, furono sperimentati gli studi sulla costruzione di abitazioni minime ed a basso costo.
Tuttavia mancò a Meyer la collaborazione di Kandinsky e Klee che, come pittori, erano ostili all’ideologia funzionalista e lamentavano l’abbandono dell’insegnamento artistico nella formazione preliminare degli alunni. Hannes Meyer tenne la carica fino all’estate del 1930 quando il borgomastro Fritz Hesse per porre fine alle polemiche, lo licenziò proprio mentre si addensavano sinistri segnali dell’ imminente catastrofe.
La Bauhaus di Mies van der Rohe
Su suggerimento di Gropius, Fritz Hesse affidò le sorti del Bauhaus a Mies van der Rohe che aveva già un prestigioso curriculum accademico e professionale: dal 1921 al ‘25 aveva diretto la sezione architettonica del Novembergruppe; aveva stretto rapporti con i principali esponenti dell’avanguardia internazionale ed in particolare con il De Stijl di Teo van Doesburg; nel 1926 viene eletto secondo presidente del Deutscher Werkbund; nel 1921 progetta il Palazzo per Uffici sulla Fiederichstrasse, una torre trasparente e luminosa; realizza il monumento per Karl Liebknect e Rosa Luxemburg (fig. 11);
il quartiere modello del Weissenof, nei sobborghi di Stoccarda; il padiglione tedesco per l’esposizione universale di Barcellona del 1929 (fig. 12),
la casa Tughendhat a Brno del 1930, che arredò con le sue famose poltrone Barcellona (fig. 13).
Mies van der Rohe fu direttore della Bauhaus e contemporaneamente della sezione di architettura. Si impegnò a ristabilire l’ordine che era stato turbato dalla politicizzazione di Hannes Meyer; cercò di coniugare ideale della massima praticità con il postulato della qualità.
Sotto la guida di Mies l’istituto fu caratterizzato da una straordinaria disciplina, per la quale egli stesso diede l’esempio. Le officine furono ancor più connesse all’attività architettonica di quanto non fosse avvenuto sotto la direzione di Meyer. Le sezioni di finitura ed arredamento furono integrate con l’insegnamento dell’architettura. Hilbersheimer insegnò “architettura generale” e dal 1932 il suo corso cambiò la denominazione in “seminario di costruzione di abitazioni e urbanistica”. Con lui e con l’ingegnere Alcar Rudelt l’insegnamento e l’addestramento pratico furono resi più severi con l’introduzione di statica, meccanica, teoria della resistenza dei materiali costruzioni in ferro e cemento armato, disegno tecnico, matematica e geometria, disegno costruttivo.
Sotto la direzione di Mies van der Rohe la Bauhaus assunse le caratteristiche di un’accademia di architettura.
Tuttavia l’ondata di destra sembrava inarrestabile. Nel 1931 si intensificarono gli attacchi dei nazionalsocialisti che, conquistato il parlamento della città di Dessau, cercarono di sciogliere il Bauhaus nel settembre del 1932. Fu presentata in consiglio comunale una mozione perché i fondi messi a disposizione della Bauhaus fossero immediatamente revocati; inoltre si chiedeva di “avviare la demolizione della Bauhaus, lo squallido palazzo di vetro di gusto orientale e rendere i fondi a disposizione per le famiglie numerose e per l’assistenza ai disoccupati. I consiglieri comunali del gruppo nazionalsocialista pretesero inoltre che l’attività didattica della Bauhaus cessasse con effetto dal 1°ottobre dell’anno 1932 e che tutti i docenti fossero licenziati. Sostennero che “con la scomparsa di questo cosidetto Istituto superiore di figurazione scomparirà dalla Germania uno dei centri di volontà artistica ebraico-marxista più importanti.”
Mies van der Rohe cercò di far valere il rispetto dei contratti pubblici, contando sull’appoggio del Sindaco Fritz Hesse, perché la Bauhaus potesse proseguire gli insegnamenti, rimanendo a carico della municipalità gli stipendi degli insegnanti, le attrezzature e i materiali per la didattica. Decise infine di trasferire la Bauhaus a Berlino, trasformato in Istituto privato, e scelse la nuova sede in una vecchia fabbrica di telefoni abbandonata ai margini della città.
La Bauhaus finisce a Berlino
Con tenacia ricominciarono i corsi seguendo l’impostazione che Mies aveva dato al Bauhaus di Dessau. Gli estremisti di destra attaccarono personalmente Hilbersheimer e Kandinsky, Mies van der Rohe ed Albers accusando la scuola di essere un “covo del bolscevismo”. Dopo la presa del poter da parte di Hitler qualcuno inalberò sulla facciate della scuola la bandiera con la croce uncinata; Mies van der Rohe la rimosse. La festa di carnevale del 1933 fu l’ultima festa del Bauhaus: la sede berlinese della Bauhaus fu perquisita ed occupata dalle SA naziste.
La Gestapo pose alcune condizioni: licenziamento di Kandinsky e Hilbersheimer, esclusione dei docenti ebrei, programmi orientati in sensi nazionalsocialista.
Ovviamente le condizioni furono respinte. Così il 19 luglio del 1933 i docenti all’unanimità decisero di sciogliere definitivamente la Bauhaus; numerosi insegnanti emigrarono negli Stati Uniti dove furono accolti nelle principali Università e College americani.
La storia si ripete in farsa
Nel corso della Seconda Guerra mondiale l’edificio della Bauhaus fu danneggiato e dopo la guerra il fronte originario di vetro fu ricostruito in muratura. Solo nel 1970 è stato eseguito un restauro che ha restituito l’edificio alla sua originaria configurazione. Dal 1966 è patrimonio mondiale dell’Unesco, insieme alle quattro case dei docenti. Dal 1994 il palazzo è sede della Bauhaus Dessau Foundation, un’istituzione dedicata alla conservazione del patrimonio della Bauhaus e alla promozione del design, dell’architettura e delle arti visive contemporanee.
Ancor’oggi in Italia gli Istituti d’arte e i Licei artistici insegnano i temi e le materie che furono della Bauhaus. Come allora, anch’essi sono stati oggetto, nel 1984, di attacchi e devastazioni delle squadre fasciste (fig. 14).
In questi giorni di confinamento sul sito dell’Istituto d’arte Silvio D’Amico di Roma è comparso un manifesto: “ Se pensate che gli artisti siano inutili, provate a passare la quarantena senza musica, libri, film, poesia, teatro, pittura….”
Francesco MONTUORI 31 maggio 2020