di Giorgia TERRINONI
Dal 28 settembre al 2 ottobre andrà in scena la X Edizione del festival internazionale FIRENZE SUONA CONTEMPORANEA, la manifestazione diretta da Andrea Cavallari e realizzata in collaborazione con la galleria Lia Rumma, che quest’anno s’intitola Il respiro delle statue.
La manifestazione, divenuta ormai un prezioso punto di riferimento per il pubblico, prosegue la sua vocazione volta a coniugare musica e arte, rileggendo in chiave contemporanea alcuni spazi rinascimentali della città. E lo fa proponendo ogni anno sperimentazioni inedite, prime assolute, progetti speciali e ospiti internazionali. A partire da quest’edizione, poi, sono sorte nuove collaborazioni con la Fondazione Palazzo Strozzi, le Gallerie degli Uffizi e il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci.
Questa X Edizione ruota intorno al lavoro di Vanessa Beecroft. L’artista è stata chiamata a interpretare la città di Firenze con due opere site-specific, a partire dalle quali si dipaneranno tutti gli altri eventi della manifestazione.
Vanessa Beecroft, benché italiana – è nata a Genova nel 1969 e ha studiato tra il capoluogo ligure e Milano – vive e lavora a New York. Il suo lavoro, fin dagli esordi nei primi anni Novanta, ruota ossessivamente intorno alla ricerca dell’identità femminile e fa ricorso all’esibizione del corpo, ai temi dello sguardo, del desiderio, dell’alienazione. Le sue performance – alle quali si associano anche pittura, scultura, fotografia e video – sono concepite come tableaux vivants e combinano estetica classica e visioni contemporanee (come la costruzione e l’oggettivazione dell’io), condensando in un’unica dimensione scenica arte concettuale, teatro e una sottile critica sociale. Una caratteristica importante del suo lavoro è l’uso del tempo, spesso soggetto a un’estrema dilatazione che ci costringe a ripensarlo.
L’artista, che ha esposto il proprio lavoro nei più importanti musei e gallerie del mondo – Biennale di Venezia (2007), National Gallery di Londra (2006), Neue Nationalgalerie di Berlino (2004), Biennale di San Paolo (2002), Guggenheim di New York (1998), etc. – in Italia è attualmente rappresentata dalle gallerie Lia Rumma e Massimo Minini.
A FIRENZE SUONA CONTEMPORANEA gli interventi di Beecroft dialogheranno con musica antica e contemporanea, oltre che con alcuni degli spazi più significativi della città.
Giovedì 28 settembre, al CinemAnemico di Settignano (h. 21.30) sarà proiettato il film VB South Sudan, un progetto avviato nel 2005 durante un viaggio dell’artista nel Sudan meridionale. Durante la sua prima visita presso la Diocesi di Rumbek Beecroft si ritrovò ad allattare tre bambini ospitati all’interno dell’orfanotrofio locale. Da quel momento, e fino al termine del suo viaggio, l’artista ha trascorso la maggior parte del suo tempo in quel luogo. Non consentendo l’orfanotrofio alcuna forma di registrazione fotografica, Beecroft ha chiesto al Vescovo incaricato di poter adibire a studio la cattedrale locale; e qui ha ritratto se stessa nel gesto di allattare due gemelli, Madit e Mongor. Una Madonna bianca che nutre due bambini neri.
L’immagine attinge a un episodio reale ed è supportata da un saldo repertorio iconografico, quello della Madonna con bambino, ma rivisitato perché al posto di un bambino bianco ci sono due gemelli neri. In tal modo, l’iconografia della Madonna con bambino si piega a inglobare un significato sconosciuto alla pittura religiosa: l’immagine tenta di armonizzare l’avvenuto processo di colonizzazione dei paesi del sud del mondo da parte delle istituzioni religiose con un’idea di legame interraziale, da praticare in modo istintivo analogamente a quel che accade nell’amore materno.
Durante le sue visite in Sudan Vanessa Beecroft ha lavorato con un videomaker che ha documentato, senza aver ricevuto indicazioni precise dall’artista, alcune celebrazioni cattoliche, quali il Natale, la Pasqua, messe e battesimi. Ma anche scene di vita quotidiana; è il caso delle immagini che ritraggono madri e figli, oppure le attività umane che ruotano intorno al pascolo delle mucche, principale risorsa dell’economia familiare del Sudan rurale. Queste riprese sono prive di una ricerca di qualità estetica, ma sono assemblate secondo un ordine specifico che intende comunicare un messaggio chiaro: la chiesa, il paesaggio e il popolazione prima dell’evangelizzazione.
Venerdì 29 settembre, invece, nel Cortile di Palazzo Strozzi (h. 21.00), verrà messa in scena una performance ideata da Beecroft, che si dipanerà attraverso una teoria di oltre trenta modelle, tra bianche e nere. L’opera sì aprirà a un dialogo con l’architettura del Chiostro e con The Holy Presence of Joan d’Arc (1981), un’opera del compositore minimalista e afro-americano Julius Eastman (1940-90).
La serie d’interventi ideati dall’artista si concluderà lunedì 2 ottobre, nella Sala della Niobe agli Uffizi (h. 18.00). In questo caso Beecroft darà vita a uno dei suoi tableaux vivants, e lo farà tornando a collaborare con l’atelier romano di Cristina Bomba che, già in altre occasioni, ha dato corpo agli abiti del suo immaginario.
Si segnalano inoltre, sempre nell’ambito di FIRENZE SUONA CONTEMPORANEA, la Lectio Magistralis di Umberto Galimberti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (il 30 settembre alle h. 17.00), intitolata La bellezza: legge segreta della vita. E ancora l’esecuzione, da parte dell’ensemble vocale finlandese HELSINKI CHAMBER CHOIR, dei madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa, Salvatore Sciarrino e Claudio Ambrosini. Anche in questo caso – e l’esibizione avrà luogo nella Chiesa di Santa Maria a Settignano domenica 1 ottobre alle h. 21.00 – a governare è la logica che salda antico e contemporaneo. Il gruppo HELSINKI CHAMBER CHOIR, fondato nel 1962 come coro della Radio Finlandese, ha assunto il suo nome attuale solo nel 2005. Esso rappresenta il solo coro da camera professionale in Finlandia e, oltre al repertorio classico, vanta prestigiose incisioni discografiche e 50 prime esecuzioni assolute dal 2005 a oggi.