di Claudio LISTANTI
Per il mondo della Musica e per tutti gli appassionati di questa splendida arte il 2020 è un anno importante in quanto si celebrano i 250 anni dalla nascita di uno dei più grandi musicisti di sempre: Ludwig van Beethoven.
Gli organizzatori del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano non si sono lasciati sfuggire l’occasione di onorare questa importante ricorrenza. Per l’edizione 2020, 45ma della sua importante storia, nonostante le costrizioni dovute all’epidemia di Covid19 e le conseguenti difficoltà organizzative che hanno comportato anche una riduzione quantitativa dei concerti, hanno inserito nel programma una cospicua presenza di musiche del compositore tedesco. Ricordiamo il Settimino per fiati ed archi in mi bemolle maggiore, op. 20 eseguito il 27 luglio in ricordo del grande violista Piero Farulli e la Canzona di ringraziamento tratta dal monumentale Quartetto per archi n. 15 in la minore, op. 132 inserito nel concerto del 28 luglio, affidato al Quartetto Foné e, poi, due impegnativi, ed attesissimi, appuntamenti ‘sinfonici’ nell’affascinante scenario di Piazza Grande a Montepulciano. Il primo, del quale parleremo nel nostro articolo, con l’Ouverture da Die Geschöpfe des Prometheus (Le creature di Prometeo) op.43 e la ‘mitica’ Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55. Il secondo omaggio sarà il 2 agosto con il tradizionale concerto di chiusura, del quale riferiremo dopo l’ascolto, che propone un programma che prevede un altro brano proveniente dal balletto Die Geschöpfe des Prometheus e due pilastri del repertorio per strumento solista e orchestra il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in do minore, op. 37 e il Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 61.
Il 30 luglio, una calda e piacevole serata d’estate con la sua magia ha accompagnato il concerto affidato al direttore Markus Stenz, musicista molto apprezzato a livello internazionale, personaggio che ha contribuito anche a fare la storia del Cantiere essendo stato nel periodo 1989-1995 Direttore Musicale. Per questa occasione è stato coadiuvato dall’Orchestra della Toscana ed insieme hanno regalato al folto pubblico presente in Piazza Grande una esecuzione godibile ed a tratti entusiasmante.
Caratteristiche che sono apparse evidenti con già con l’Ouverture da Die Geschöpfe des Prometheus, composizione di non comune ascolto nonostante in possesso di una vitalità e di un senso del ritmo veramente trascinanti. Questa musica, scritta appositamente per uno spettacolo di balletto nel periodo compreso tra il 1800 e il 1801, è piuttosto importante per la Danza di tutti i tempi in quanto lo spettacolo fu coreografato da uno degli artisti più in vista di quel tempo, Salvatore Viganò.
Napoletano di nascita, l’artista godeva di una consolidata fama che gli consentì da essere apprezzato in tutta Europa ottenendo anche la nomina di Maître de ballet a Vienna che portò il danzatore e coreografo a collaborare con Beethoven proprio per questo balletto che vide la luce il 28 marzo 1801 presso il prestigioso Hofburgtheater della capitale austriaca.
Questa iniziale proposta beethoveniana si coniugava, nello spirito, con il finale del concerto dedicato alla Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore Op. 55, vero pilastro del sinfonismo europeo dell’800. Conosciutissima dal vastissimo pubblico della Grande Musica è difficile poter aggiungere qualcosa alla sua fama. Vogliamo ricordare però l’ammirazione di Richard Wagner per Beethoven del quale vogliamo ricordare le sue parole a proposito della “Eroica”.
“Va intesa – scrisse Wagner – in un senso molto lato e non è affatto da riferire a un eroe militare. Se per “eroe” in genere intendiamo l’uomo completo cui sono proprie tutte le sensazioni puramente umane – amore, dolore, energia – nella loro massima pienezza e potenza, afferreremo giustamente l’oggetto che l’artista ci comunica coi suoni vivamente parlanti dell’opera …”.
Un giudizio importante che porta ad allontanare questo splendido capolavoro dalla specifica, e tradizionale, figura di Bonaparte per avvicinarla a significati più globali ed universali.
Il direttore tedesco Markus Stenz, a nostro parere, ha fornito una prova aderente a queste linee guida ‘wagneriane’ rivolte alla valorizzazione di quei suoni il cui ascolto ci conducono alla percezione di un individuo ‘completo’ ottenute grazie ad una esecuzione intensa ed omogenea per un percorso ‘ininterrotto’ ed ‘emozionante’ partito con il monumentale e complesso Allegro con brio iniziale che sfocia nella solennità della Marcia funebre (Adagio assai) per poi concludersi in maniera elettrizzante con i due movimenti finali, il leggiadro Allegro vivace dello Scherzo seguito dal ‘politematico’ Allegro molto che suggella questo capolavoro musicale. Una esecuzione che fa dimenticare quell’affrettato giudizio di parte della critica che dopo la prima esecuzione pubblica del 7 aprile 1805 al Theater an der Wien, addiritturaà, definì, pesante, interminabile e sconnessa.
Tra i due capolavori di Beethoven posti agli estremi del concerto c’era una parte mediana dedicata alla musica contemporanea, nello specifico Idyllium per orchestra del compositore tedesco Detlev Glanert composizione che per l’occasione è stata presentata in prima italiana.
Anche Detlev Glanert è un artista che ha legato parte della sua attività musicale al Cantiere di Montepulciano, non solo per le sue composizioni spesso inserite nei programmi ma anche perché ne è stato anche Direttore Artistico. Ampia è stata anche la collaborazione con il direttore Markus Stenz che diresse la prima assoluta, nel 2006 all’Opera di Francoforte, della sua opera Caligula ispirata alla celebre, omonima, commedia di Albert Camus.
Idyllium, composta da Glanert nel 2019, è un’opera musicale che arricchisce il rapporto estetico che il musicista ha intrapreso con le sinfonie di Johannes Brahms soprattutto per l’attrazione che dimostra di avere soprattutto per gli spunti melodici del musicista tedesco; una affinità dovuta anche alla comune città di nascita, Amburgo. Questa volta il ‘richiamo’ spirituale gravita verso la Seconda Sinfonia, tra le opere brahmsiane più vivaci e piena di allegria, la cui ispirazione si rende sempre più evidente in Idyllium man mano che il discorso musicale si avvia verso la conclusione con un finale che risulta veramente travolgente in quanto eccellente sintesi fra la poetica musicale brahmsiana e le moderne, sfrenate, sonorità di Glanert
Come già anticipato, Markus Stenz ha diretto tutto il concerto con autorità e personalità mostrando una inequivocabile gioia di eseguire la musica coinvolgendo favorevolmente lo spettatore che ha ascoltato con visibile entusiasmo e partecipazione e salutando il termine del concerto con convinti e sostanziosi applausi. Al successo della serata hanno contribuito, oltre alle musiche scelte, anche l’Orchestra della Toscana, formazione di lunga tradizione ed esperienza che ha seguito a pieno l’impostazione interpretativa di Stenz.
Claudio LISTANTI Montepulciano 2 agosto 2020