di Silvana LAZZARINO
Successo a Milano per l’installazione “L ’esercizio del lontano, 2010-2020” di Elena El Asmar nell’ambito di “Dalla sabbia, opere in vetro” per BuildingBox
Nell’ambito del progetto Buildingbox, a Milano, il percorso espositivo “Dalla sabbia, opere in vetro” dopo la suggestiva installazione di libri in vetro, sabbiati e dipinti a mano con diverse tonalità di bianco.
illuminati singolarmente dall’interno ad opera di Chiara Dynys, è stata esposta l’opera della settima artista Elena El Asmar, libanese, nata a Firenze e attiva a Milano, che in modo diverso e complementare alla precedente collega, ha affronta il tema della memoria con l’installazione “L’esercizio del lontano, 2010-2020” dove coniuga la dimensione mentale dei luoghi con la loro realtà tangibile.
Il ciclo espositivo “Dalla sabbia, opere in vetro” che si sviluppa in 12 appuntamenti con cadenza mensile a cura di BUILDING, in collaborazione con Jean Blanchaert è iniziato lo scorso ottobre 2019 e ha ripreso dopo l’interruzione dovuta all’emergenza sanitaria con l’opera di Chiara Dynys a restituire un legame tra l’arte e la vita della città di Milano.
Gli artisti che espongono in questo ciclo pur nell’uso di differenti tecniche spesso distanti dal lavoro con il vetro, hanno scelto di confrontarsi con le possibilità che offre questo materiale attraverso sperimentazioni originali che rendono esemplari e preziose le loro stesse opere. Così ciascun’opera/installazione di questo ciclo espositivo viene accolta nella vetrina indipendente, dove è visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, scandendo il ritmo del tempo e innescando un’ampia riflessione sulla predominanza del tempo sullo spazio.
Fino ad oggi 11 settembre 2020 presso BuildingBox è ancora visibile l’installazione site specific di Elena El Asmar anch’essa centrata su dei legami, in questo caso riferiti alle radici dell’artista, a partire dai ricordi della sua famiglia, in virtù dei numerosi viaggi da lei stessa compiuti dall’Italia alla terra del libano.
Ricordi che racchiudono storie e vissuti, restituiti a partire da oggetti ordinari che nella rielaborazione dell’artista tra memoria e tempo, acquistano un significato di appartenenza alle sue tradizioni e origini, pur nella distanza geografica vivendo l’artista a Milano. Vetri, calze, reti, basi in ferro di dimensioni variabili che compongono l’installazione, intendono avvicinare tradizioni e abitudini di luoghi unici propri di una terra la cui luce resterà nel presente dell’artista perché quei profumi, colori, oggetti e gestualità sono inscindibili dal suo pensiero e dal suo essere.
Ciò che è geograficamente, lontano, come la sua terra, Elena El Asmar lo richiama a sé al fine come lei stessa afferma “di mantenere viva, al di là della distanza terrena, l’appartenenza ad un luogo, ben connotato sia fuori che dentro di me”. Nel suo studio infatti sono presenti oggetti del suo passato che portava con sé dai suoi viaggi tra l’Italia e il Libano dove vive la sua famiglia di Jbeil, oggetti come lei afferma
“rubati al mio passato, divenuti – nel presente – possibili infiniti, linee che esaltano la mia immaginazione, griglie trasformate in icone – pittoriche o meno – dall’attimo in cui prendono forma conquistandone lo spazio.“
Sempre alla memoria quale presenza costante da non lasciare mai nell’ombra fa riferimento ancora l’artista
“Ogni modello di cui dispongo si rifà, in realtà, ad un campionario di ricordi velati, resi al mio tempo secondo le note di una sinfonia vaga, che aleggia verso un tutto che mi è dato cogliere solo parte per parte. Così… nel firmamento di forme che si disperdono nell’atmosfera, avviene il sogno fenicio; nella memoria di una passeggiata lungo le corsie del suk e le sue architetture sgargianti di curve, vertici, arabeschi, ornamenti, intagli e intarsi; nell’equivocabile ma affascinante promiscuità di un mare che rigetta costantemente le sue onde sulla costa di un paese ove l’orizzonte si mescola alle visioni di ‘un padre’” che sta nei cieli.”
Tra le personali esposte in gallerie e musei italiani citiamo: “La conservazione della libertà” presso la Fondazione Berengo, Palazzo Cavalli Franchetti, Venezia, a cura di Pietro Gaglianò con Loredana Longo, “Come cenni di mare sulla spiaggia” con Sophie Ko, Riss(e)-Zentrum, Varese, ”Spargo, lancio, divido, cospargo” alla Galleria Bianconi a Milano, “Segni per far fiorire vasi” con Concetta Modica a cura di Ilaria Mariotti presso il Centro Espositivo Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (Pisa), “Vespertine” a cura di Matteo Innocenti presso la Galleria MOO, Prato e “L’esercizio del lontano” a cura di Pietro Gaglianò presso SRISA Gallery, a Firenze.
Inoltre Elena El Asmar ha preso parte a mostre in spazi pubblici e privati, tra cui: Aga Khan Museum a Toronto, Galleria delle Prigioni a Treviso, Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, Fondazione Palazzo Magnani (Palazzo da Mosto) a Reggio Emilia, Manifesta XII – eventi collaterali a Palermo, e poi Fabbrica del Vapore a Milano, Palazzo Pratellesi a San Gimignano (Siena), Art Site Fest a Stupinigi (Torino), Art for the World Europa (Lago Maggiore), Galleria Bianconi a Milano, University of Wisconsin-Madison negli Stati Uniti, Dome City Center a Beirut (Libano) e Galleria Daniele Ugolini a Firenze.
“BUILDINGBOX è il progetto espositivo inaugurato nel settembre 2018, situato all’interno di una delle vetrine di BUILDING che affacciano su via Monte di Pietà, visibile 24 ore su 24, notte e giorno, senza dover entrare all’interno della palazzina. BUILDINGBOX si basa su un’estensione temporale e ospiterà una serie di opere, legate fra loro da un fil rouge che si svilupperà nel tempo, invece che nello spazio. BUILDINGBOX è uno spazio fisico, non una semplice vetrina, è delimitato da muri bianchi e vetro, una soluzione espositiva inedita che rappresenta un’interruzione dell’ordinario concetto dell’esporre, in cui contenuto e contenitore sono strettamente connessi, dando vita a un dialogo costante fra forma e contenuto. Una relazione che si attua anche fra l’interno e l’esterno, essendo questo un luogo fruibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa vetrina ospiterà diversi artisti e designer, cicli di mostre e progetti temporanei, offrendo un approfondimento di tipo curatoriale su molteplici tematiche artistiche”. Per ascoltare il video sull’installazione di Chiara Dynys andare al link https://soundcloud.com/user-91158824/building-chiara-dynys-per-buildingbox
Foto pubblicata: Elena El Asmar, L’esercizio del lontano, 2018; vetro, plastica, plexiglass, calze, lampadine, 5 basi in ferro di diametro tra i 50-70 cm, dimensioni variabili, veduta dell’installazione presso Palazzo da Mosto – Fondazione Magnani, Reggio Emilia ©ph. Elena Foresto
Silvana LAZZARINO 11 settembre 2020
Elena El Asmar
“L’esercizio del lontano, 2010-2020”
vetri, calze, reti, basi in ferro
dimensioni variabili
BUILDINGBOX “Dalla sabbia, opere in vetro”, via Monte di Pietà 23, Milano, fino all’11 settembre 2020. Per informazioni e prenotazioni: info@building-gallery.com tel. 02 890 94995