di Eleonora PERSICHETTI
Tra le molte iniziative sorte in occasione del 500º anniversario della morte del genio di Urbino, lo studio della Fondazione Fedrigoni Fabriano ha permesso di trovare una corrispondenza tra le filigrane utilizzate dal maestro e quelle storiche fabrianesi collezionate dal professor Zonghi, contribuendo significativamente al progresso scientifico della storia della carta.
Le corrispondenze riscontrate hanno infatti permesso di verificare come la carta di Fabriano avesse raggiunto un tale prestigio tra XV e XVI secolo da essere impiegata dagli artisti più amati alla corte di Papa Giulio II, Michelangelo e Raffaello soprattutto. Tutta Europa ha omaggiato il nume di Urbino con numerose iniziative e anche la Fondazione Fedrigoni Fabriano ha voluto portare il suo contributo. Partendo da un monumentale lavoro avviato nel 2017 – la digitalizzazione del Corpus Chartarum Fabriano e la raccolta di filigrane di Augusto Zonghi – la Fondazione ha condotto una ricerca pionieristica su Raffaello, impegnandosi nella ricognizione delle filigrane dei fogli raffaelliani e nell’analisi dei supporti materiali utilizzati dall’artista: uno studio autoptico su disegni e bozzetti davvero senza precedenti.
Questo il soddisfatto commento di Chiara Medioli, Presidente della Fondazione Fedrigoni Fabriano e Vicepresidente del Gruppo Fedrigoni
“E’ con grande emozione che abbiamo appreso i risultati dello studio scientifico commissionato: oltre a Michelangelo, accertato utilizzatore della carta Fabriano con il foglio usato per la lettera a Niccolò Della Buca, del 31 luglio 1514, conservata a Firenze presso l’Archivio Buonarroti, abbiamo potuto fornire con il nostro materiale, semplice, bello, forte, anche un artista straordinario come Raffaello”.
Tra i vari tipi di carta sottoposti ad analisi compaiono quelle con filigrane più note – ad ‘aquila’, ad ‘ancora’, ad ‘ancora sormontata da stella’ – che sia Raffaello che Michelangelo usarono durante il loro soggiorno romano, ma anche filigrane dalle icone più singolari: ‘cardo’, ‘scala’, ‘frecce decussate’, ‘trimonzio’.
Tra i casi più interessanti, la carta con filigrana del tipo ‘t gotica’ o ‘Tau’ presente nel disegno de La Strage degli Innocenti (Museum of Fine Arts di Budapest – inv. 2195) che ha una sorella nella filigrana n. 1430 del repertorio di Zonghi e con questa ripropone il ‘Tau’, simbolo della Confraternita dell’Ordine dei Cavalieri del Tau che a Fabriano ispirò frequenti decorazioni artistico-architettoniche. Attraverso interessanti sinergie con vari enti di tutela del materiale raffaelliano, la Fondazione Fedrigoni Fabriano contribuisce dunque ancora una volta al progresso scientifico della Storia della Carta: la ricerca su Raffaello apre infatti le porte a un nuovo campo d’azione per gli studi filigranologici che, al servizio della Storia dell’Arte, possono condurre a un migliore orientamento critico sulle opere di un artista, al riconoscimento della sua produzione eterografa e autografa e alla definizione della cronologia interna dei fogli di studio.
In passato, le Cartiere Miliani Fabriano hanno celebrato più volte Raffaello Sanzio realizzando filigrane con la sua effigie e carte e album da disegno con il suo nome. Tra i 10.000 strumenti conservati da Fondazione Fedrigoni Fabriano nel Deposito dei Beni Storici Cartari ve ne sono diversi dedicati a Raffaello (punzoni, siliconi, lastre, forme, tele per macchina in tondo e dandy rolls), in particolare 15 forme per la produzione della carta a mano che ritraggono Raffaello e alcune delle sue opere più famose. Tra queste, una forma “gigante” di 85×115 cm che veniva lavorata da tre uomini contemporaneamente con l’antica tecnica della “girella”, realizzata nel 1983 per i 500 anni dalla nascita dell’artista.
Un pezzo unico di inestimabile valore. Inoltre, dal 1947 al 1976 circa le Cartiere Miliani hanno prodotto a Pioraco con macchina piana un album con carta da disegno “Raffaello”, oggi noto come “Fabriano 2”.
Eleonora PERSICHETTI Roma 4 ottobre 2020