redazione
La Mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto dell’Ambasciata Giapponese, organizzata da MondoMostre Skira e Zètema Progetto Cultura e curata da Rossella Menegazzo – si propone di ripercorrere l’opera e l’eredità del grande Maestro.
Deve la sua fama universale alla Grande Onda – la più nota della serie delle Trentasei vedute del monte Fuji – e all’influenza che le riproduzioni delle sue opere ebbero sugli artisti parigini di fine Ottocento, tra i quali Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet, protagonisti del movimento del Japonisme. L’opera di Katsushika Hokusai (1760-1849), maestro indiscusso dell’ukiyoe (letteralmente “immagini del Mondo Fluttuante”), è vastissima e versatile, e ha avuto grande diffusione nel tempo grazie ai numerosi seguaci.
Attraverso 200 opere tra silografie policrome e dipinti su rotolo (esposte in due rotazioni per motivi conservativi legati alla fragilità dei materiali) provenienti dal Chiba City Museum of Art e da importanti collezioni giapponesi come Uragami Mitsuru Collection e Kawasaki Isago no Sato Museum, oltre che dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova, la mostra intende illustrare la produzione del Maestro in fecondo confronto con quella di alcuni tra gli artisti che, seguendo le sue orme, dettero vita a nuove linee, forme, equilibri di colore all’interno del tradizionale filone dell’ukiyoe. Tra questi Keisan Eisen (la cui figura artistica è presentata in Italia per la prima volta in questa mostra) apprezzato sia in patria sia tra gli estimatori europei di arte giapponese dell’Ottocento tra le cui opere è la bellissima e imponente figura di cortigiana che Van Gogh dipinge alle spalle di Père Tanguy nell’omonimo ritratto, pubblicata anche in copertina del Paris Le Japon Illustré nel 1887.
Eisen, pur traendo ispirazione da Hokusai per il paesaggio, realizzò creazioni completamente nuove e originali, riflesso della vivacità culturale di Edo e del mondo seducente dei quartieri di piacere, interessato in particolare alla bellezza delle cortigiane e dei loro preziosi kimono. A confronto con le opere di Hokusai sono proposti anche diversi dipinti su rotolo dei suoi allievi Katsushika Hokumei, Teisai Hokuba, Ryūryūkyo Shinsai, Gessai Utamasa, Totoya Hokkei, che rivelano come medesimi soggetti codificati fossero reinterpretati dai diversi autori in termini figurativi del tutto originali e personali.
Hokusai ha esplorato soggetti di ogni tipo: il paesaggio, la natura, gli animali e i fiori, i ritratti di attori kabuki, di beltà femminili, di guerrieri e anche immagini di fantasmi, di spiriti, di esseri e animali semileggendari.
Era uno sperimentatore anche di formati e tecniche: dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura destinate al grande mercato, fino ai più raffinati surimono, utilizzati come biglietti augurali, calendari per eventi, incontri letterari, cerimonie del tè, inviti a teatro.
I volumi dei Manga raggruppano centinaia di schizzi e disegni compendiari dello stile innovativo ed eccentrico del Maestro. Stampati in solo inchiostro nero con qualche tocco di vermiglio leggero, rappresentano modelli per ogni genere di soggetto messi a disposizione di giovani artisti e pittori.
Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni che offrono una selezione di immagini legate ai soggetti più alla moda e maggiormente richiesti dal mercato dell’epoca: MEISHŌ: mete da non perdere; Beltà alla moda; Fortuna e buon augurio; Catturare l’essenza della natura e Manga e manuali per imparare.
Nella prima sezione (MEISHŌ: mete da non perdere) tra le numerose opere emergono i due rotoli dipinti con il Monte Fuji protagonista, messi a confronto per la prima volta: il “Monte Fuji all’alba” dipinto da Hokusai 1843 – che mostra il tocco leggero e puntuale del Maestro nella resa del riverbero rosato delle luci dell’aurora sul monte e sui campi ai suoi piedi – in rapporto significativo con “Veduta del monte Fuji nel ‘piccolo sesto mese’‘ realizzato nel 1837 da Totoya Hokkei (1780-1850). L’abile allievo di Hokusai raffigura il monte avvolto da un cerchio nebuloso biancastro con la cima coperta dal cappuccio di neve. In questa sezione è presentato anche un album di Hokusai che raffigura le cinquantatre stazioni del Tōkaidō abbinate ad attività quotidiane e mestieri tipici, stampate con minuzia di particolari e pochi vivacissimi colori.
Nella seconda sezione (Beltà alla moda) si potranno osservare il repertorio di immagini legate al mondo della seduzione: raffinati dipinti su carta o su seta nel formato del rotolo verticale da appendere, firmati da Hokusai, da Eisen e dagli allievi più vicini a Hokusai, tra cui Teisai Hokuba, Katsushika Hokumei, Ryūryūkyo Shinsai, Gessai Utamasa. Sono inoltre presenti le più popolari silografie, policrome o con il solo colore blu, in cui Eisen eccelle: tra queste la figura intera di cortigiana copiata più volte da Van Gogh pubblicata anche sul Paris Illustré. Le Japon del 1 maggio 1886. Sempre di Eisen si potranno ammirare alcune “immagini pericolose” (abunae), così chiamate perché rimandavano a scene amorose, come per esempio l’ album in dodici fogli di grande formato, uno per ogni mese dell’anno.
Nella terza sezione (Fortuna e buon augurio) sono esposti alcuni surimono di Hokusai di grande formato orizzontale che raffigurano alcune delle stazioni del Tōkaidō, accanto a surimono di Eisen, realizzati invece nel piccolo formato quadrato, che rappresentano località ma soprattutto oggetti scelti per il loro valore simbolico e benaugurale legato a un preciso momento dell’anno, della stagione, delle festività e delle credenze popolari. Per la prima volta sono mostrati undici rotoli dipinti di una serie di dodici, firmati da Hokusai, con figure di saggi e immortali, oltre a figure del repertorio del teatro kyōgen.
Nella quarta sezione (Catturare l’essenza della natura), tra l’altro, saranno messi a confronto due dipinti di Hokusai di medesimo soggetto – la tigre e il bambù – uno del 1818 e uno del 1839. Ugualmente si potranno apprezzare gli stili di Hokusai ed Eisen nella resa del soggetto della carpa.
Nella quinta sezione (Manga e manuali per imparare) oltre ai famosissimi manuali di Hokusai stampati con il solo contorno nero-grigio e qualche tocco di vermiglio leggerissimo, si ammireranno, tra le altre opere in mostra, alcune pagine del Libro illustrato. La borsa di broccato (raccolta di motivi decorativi per artigiani) del 1828 di Eisen.
Giusi Alessio (Responsabile Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura)
g.alessio@zetema.it tel. (+39) 06.82077327 mob. (+39) 340.4206562