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L’appuntamento sarà curato dalla Prof. Barbara Ghelfi, docente di storia dell’arte presso l’Università di Bologna – Campus di Ravenna, che approfondirà i primi risultati delle indagini diagnostiche condotte, sotto la sua direzione, dal Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna sulle “Pitture murali del Guercino a Casa Provenzali” di Cento. Affiancheranno la Ghelfi la restauratrice Licia Tasini e l’architetto Alberto Ferraresi.
Il ciclo pittorico in esame è di particolare interesse: infatti, come riporta lo storico dell’arte Renato Roli, è molto probabile che sia stato il nobile Alberto Provenzali, fratello del grande pittore e mosaicista Marcello Provenzali, ad affidare al giovane Guercino la decorazione di una sala nella propria casa.
Il fregio Provenzali, raffigurante le gesta mitiche di Provenco, valoroso ed eroico centurione al seguito di Giulio Cesare e antenato della Famiglia Provenzali, viene menzionato dallo Scanelli, storico contemporaneo del Guercino nel 1657.
E il Malvasia nel 1678 ne fissa l’anno di esecuzione. Nella prima guida di Cento di Righetti Dondini del 1768 troviamo una succinta descrizione. Il Calvi nel 1808 riporta gli otto telamoni dipinti a chiaroscuro dal Guercino, sull’esempio di quelli più famosi del Carracci nel Palazzo Fava di Bologna. Gaetano Atti nel 1853 descrive puntualmente tutta la decorazione. Spetta però al massimo esperto del Guercino Sir Denis Mahon l’aver, nel 1937, rintracciato il fregio che il maestro centese dipinse nel 1614 con la collaborazione di alcuni suoi allievi. Arrampicatosi su una scala e munito di una torcia elettrica, lo studioso britannico riuscì ad intravvedere i dipinti rimasti nascosti nell’intercapedine tra l’antico soffitto e uno più basso costruito nella seconda metà del secolo scorso.
L’idea di base del fregio risiede nell’aver immaginato che il riverbero proveniente dal camino si ripercuotesse nelle finte statue, animandole con singolare vivacità. Il fregio è dunque indicativo della volontà dell’artista di porre in particolare risalto il problema illuministico, realizzando vistosi effetti di illusionismo scenografico.
Il ciclo di dipinti, oltre a rappresentare un tassello fondamentale per la conoscenza dello stile giovanile del Guercino, costituisce un riferimento importante per lo studio della sua tecnica pittorica nell’ambito della decorazione murale. Nell’estate del 2019 lo staff del Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Guercino che ha finanziato il progetto e con Lumiere Technology, ha avviato una serie di indagini tecnico diagnostiche sulle decorazioni di Casa Provenzali; un’iniziativa che si inserisce nel progetto “Guercino oltre il colore”, avviato dal Laboratorio Diagnostico nel marzo del 2017.
Nel corso della conferenza la responsabile Barbara Ghelfi fornirà i primi risultati di questi studi, illustrando alcune delle novità emerse nel corso dell’indagine, riguardanti in particolare la tecnica esecutiva delle pitture e il loro stato di conservazione.
Roma 14 dicembre 2020