di Silvana LAZZARINO
Forse più di ogni altra forma di rappresentazione artistica, lo scenario offerto in questi ultimi trent’anni dall’arte contemporanea, ha suggerito un nuovo modo di guardare alle trasformazioni e ai cambiamenti che la società ha portato con sé.
Ogni linguaggio dal figurativo al digitale attraverso anche l’uso del simbolo restituisce l’orizzonte legato al contesto umano e sociale tra bisogno di affermazione e smarrimento, perdita di identità e rinascita, e quello riferito all’ecologia con rimando alle trasformazioni dovute al progresso tecnologico e scientifico che incidono sull’equilibrio dell’ecosistema.
L’arte, anche se a distanza, prosegue grazie all’universo del web con percorsi legati alle collezioni, ai laboratori, alle visite alle mostre. In questo momento difficile per via del distanziamento sociale al fine di evitare la diffusione del Covid-19, il progetto “Telescope, Racconti da lontano” ideato e diretto da Lara Facco, giornalista, ufficio stampa, relazioni per l’arte contemporanea, iniziato subito con il primo lockdown dello scorso anno, intende attraverso i suoi appuntamenti settimanali online mantenere alta l’attenzione di un pubblico sempre più vasto nei confronti del mondo dell’arte, degli artisti, e della produzione culturale, compresa la formazione su diversi livelli.
Questo al fine di contribuire a far “coltivare il pensiero critico e la capacità di leggere al di là delle immagini” come sottolinea la Redazione dell’Ufficio Stampa Lara Facco che prosegue ”Forse è davvero ora di riaprire i musei, i teatri, i cinema. Per non confonderci più”.
Nella sezione Racconti del progetto Telescope di questa edizione, di interesse è l’intervista di Alessandra Galletta, critica, curatrice e autrice di programmi culturali, a Nicolas Ballario conduttore di “The Square Spazio alla cultura”, la trasmissione di Sky Arte dedicata alle arti al tempo delle chiusure pandemiche. Accanto agli artisti, Nicolas Ballario dà spazio a cantanti, ballerini, attori da troppo tempo lontani dal loro pubblico. Nell’intervista Ballario sottolinea come questa sia stata per lui un’opportunità fantastica che gli ha permesso di lavorare con un’eccellente squadra per restituire al pubblico una cultura di qualità in diversi ambiti. Inoltre afferma come essere artisti oggi non sia affatto facile, aspetto che trova “profondamente ingiusto”. Dietro una conduzione interessante e leggera che colpisce e prende lo spettatore, quindi in qualche modo divulgativa, vi è una preparazione molto accurata sui vari argomenti. Il suo obiettivo è di interessare sia il pubblico più generico, sia quello degli esperti.
La direttrice del MACTE di Termoli Caterina Riva sempre nella sezione Racconti, parla del riallestimento della prima sala laterale del MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli frutto di un suo primo avvicinamento alla Collezione del Premio Termoli nell’ottica di dare vita a un allestimento con cui presentare sia le problematiche, sia le potenzialità delle opere conservate presso il Museo. Questo le ha permesso di giustapporre opere riferite a tempi e contesti differenti così da proporre una dialettica dei significati tra linguaggi artistici “che da storici si fanno contemporanei e viceversa.” questo al fine di valorizzare le opere del Premio Termoli.
Maria Marinelli, giornalista e storica dell’arte, presenta sempre in questa sezione “Immersione profonda” con cui restituisce un’analisi della mostra “Litosfera” in corso al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dove è protagonista l’opera dell’artista Giorgio Andreotta Calò. Si tratta della grande installazione Produttivo (2018-2019) coprodotta dall’Hangar Bicocca di Milano, che restituisce millenni di storia naturale riportata alla luce attraverso i carotaggi dove protagonisti sono strati di roccia sotto il livello del mare (tra i 350 e -450 metri). Sul pavimento del Centro Pecci, sono disposti secondo una prospettiva orizzontale, questi materiali quali siltiti, arenarie, micro-conglomerati, strati carboniosi, il cui passaggio è segnato da lunghi cilindri.
A partire da questa struttura è possibile pensare ad una sorta di immersione a suggerire come sottolinea la storica dell’arte
“un viaggio introspettivo attraverso un mondo magico, suddiviso in due emisferi che si guardano allo specchio: una superficie terrena, che è anche tensione alla volta celeste, e un abisso, più autentico quanto doloroso, connesso agli inferi, come raccontano le teorie dell’antropologo Ernesto De Martino che hanno ispirato anche l’installazione dell’artista realizzata per la Biennale di Venezia nel 2017”.
Ad accompagnare l’opera ambientale di Calò, dove all’uomo è data la possibilità di riemergere dal mare proprio come i carotaggi, è il video “A Fragmented World” (2016) di Elena Mazzi e Sara Tirelli, riprodotto in loop nelle stesse stanze del Centro Pecci con protagonista
“un uomo moderno, senza un volto, un nome e una meta, che cerca di sfuggire al proprio destino in una dimensione ripetuta. Si muove su un terreno magmatico, osservato da un deus ex machina che sembra quasi condizionarne i movimenti, manipolati dai suoni ancestrali dell’Etna …”.
Il video ispirato alla Teoria delle fratture di Bruno Giorgini, che restano prive di una formula scientifica esatta, rivela come la crisi sia da accettare quale percorso necessario per giungere ad un rapporto autentico con la natura.
Riguardo la sezione Video da sottolineare la registrazione completa di “Pensieri illuminati” progetto multidisciplinare dell’artista Felice Limosani e del Direttore d’orchestra Beatrice Venezi che ha accompagnato il Capodanno milanese passato da poche settimane.
I vari messaggi dei milanesi e del pubblico sono stati trasformati in narrazione collettiva con grafica generativa e pixel luminosi da Limosani e proiettati come forme e movimenti emozionali sulla facciata del Duomo. A rendere ancora più suggestivo questo spettacolare scenario è stata la musica diretta dal Maestro Venezi, eseguita dell’Orchestra “I Pomeriggi Musicali”, dalla voce della soprano Francesca Manzo e dalle parole degli attori della Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi” – Fondazione Milano, con la regia di Marco Boarino.
Visibile esclusivamente in streaming, questa opera di arte totale ha coinvolto Piazza del Duomo, la Sala Fontana al Museo del Novecento e la Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, e a partire dalla mezzanotte grande risalto è stato restituito dalla video installazione narrata da Alessandro Preziosi, grazie alla collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo.
“L’arte va in città” riguarda il progetto per immagini realizzato dalla GAMeC in collaborazione con il Patronato San Vincenzo di Bergamo, al fine di portare l’arte fuori dai suoi spazi temporaneamente chiusi e viaggiare nei luoghi simbolo della città. Il progetto vede la partecipazione del laboratorio di serigrafia di Officina Tantemani legato a Ti Bergamo. A partire dai disegni dell’artista Dan Perjovschi, i ragazzi diversamente abili del laboratorio di serigrafia di Officina Tantemani, hanno realizzato lo striscione con la scritta Ti Bergamo che nei mesi di dicembre e per tutto gennaio ha attraversato e attraverserà i luoghi cittadini più iconici, con l’obiettivo di sensibilizzare sul senso di comunità.
Nell’ambito della sezione Extra citiamo la mostra presentata da Gió Marconi che riapre fino al 30 gennaio “Arte moltiplicata” in cui sono riunite grafiche, multipli, libri d’artista al fine di raccontare la storia e l’idea della moltiplicazione dell’oggetto artistico, nata all’inizio del Ventesimo secolo per promuovere una diffusione democratica dell’arte, e trasmessa dalle Avanguardie Storiche fino agli artisti di oggi. Tra le opre quelle di Alberto Burri, Alexander Calder, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Lucio Fontana, Sam Francis, Man Ray, Joan Miró, Giulio Paolini, Mario Schifano, Antoni Tàpies, Victor Vasare e molti altri. Per visitare la mostra su appuntamento scrivere a: info@studiomarconi.info,
E poi segnaliamo il concerto di Makepop e t-vernice, terzo appuntamento di OGR Good Vibes, la rubrica musicale di OGR Open Sessions, il palinsesto digitale di OGR Officine Grandi Riparazioni di Torino ed il progetto “Storie Milanesi” della Fondazione Adolfo Pini a cura di Rosanna Pavoni, nato in collaborazione con il Comune di Milano e il contributo di Fondazione Cariplo. Attraverso case museo, atelier d’artista, studi di architetti e designer il progetto restituisce un percorso urbano inedito per scoprire Milano con i suoi quartieri e luoghi simbolici attraverso lo sguardo sensibile di quei cittadini che hanno lasciato un patrimonio di cultura, sapere e bellezza.
La foto riferita al programma “The Square” con Nicolas Ballario (Crediti: The Square, 2020-2021 Una produzione Sky Arte e Tiwi. Still da video)
Silvana LAZZARINO Roma 17 gennio 2021
“Telescope. Racconti da lontano”, 40 edizione
L’archivio completo di Telescope è sul sito www.larafacco.com