di Veronica PIRACCINI
PER AMOR DEL VERO! Appunti sul nuovo disegno di Leonardo
E’ proprio di qualche settimana fa la comparsa di un disegno attribuito a Leonardo da Vinci dalla studiosa Annalisa Di Maria, proprietà di stimati collezionisti in località Lecco.
Da subito, vedendolo in foto negli articoli pubblicati, mi apparve decisamente fiacco da non meritare attenzione. Ma ultimamente si è aperto un vespaio, e per quanto possa contare la mia parola, mi preme per amor del vero appuntare degli elementi, se non altro per i miei allievi della mia Scuola di Pittura all’ Accademia di Belle Arti di Roma.
Dimenticavo di dire che, da giovinetta, fui chiamata dal noto restauratore Pico Cellini nel suo studio a fargli d’assistente, e lì rimasi molti anni mentre mi diplomavo al Liceo Artistico per poi laurearmi in Accademia delle Belle Arti a Roma in Pittura. Ebbene il Maestro mi diceva che trovava in me: <<un occhio d’eccezione in accordo alla mano!>>.
Ragioni individuate per amor del vero
(ripromettendomi prima possibile di vedere l’originale al vero conditio sine qua non) :
- noti studiosi di Leonardo da Vinci confermano prudenza e dubbi come Martin Kemp, Chiara Rostagno, direttore generale musei Polo Museale Lombardia e già direttrice del Museo cenacolo Vinciano (cfr. Marilena Pirrelli 20-11-2020 “Il sole 24 ore”) e Pietro Marani (art. Di St. Con su il Giorno 18-11-2020 ) che dichiara grande cautela poiché :<< il disegno è debole, non pare avere le caratteristiche tipiche del tratto leonardesco. Basta guardare le pupille, e poi anche i capelli, sembra più un parrucchino. Non mi sembra un disegno autografo >>. La prudenza degli insigni studiosi tra cui le precise affermazioni del Marani mi trovano perfettamente in linea, e aggiungerei altre ragioni:
—— contraddizione sull’analisi della carta fra la datazione del carbonio 14 (art. Marco Milani NL Lecco 15-1-2021) che la fissa negli anni 1960, e invece altri dati che individuano un tipo di carta rinascimentale Ferrarese con in filigrana un volatile e contromarca gotica anch’esse contrastanti;
—— se la carta fosse Rinascimentale, mettendo in discussione l’analisi del carbonio 14, ciò ahimè non sarebbe garanzia d’autenticità, in quanto, chiunque abbia una benché minima infarinatura di restauro sa che per fare un falso bisogna usare i materiali dell’epoca. Oppure, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere dell’epoca, ma di uno scolaro imberbe, troppo insicura la fattura;
—— più interessante sarebbe analizzare la sanguigna e accettarne l’epoca, in quanto è più raro trovare, ancora ad oggi, sanguigne rinascimentali con cui realizzare un disegno; attendiamo verifiche scientifiche in merito;
—— Il ductus è incerto e instabile, senza incisività;
—— il chiaroscuro non è solo debole ma scialbo e vuoto, si sperde vago nel campo del foglio;
—— lo sfumato fioco, è ben lungi da quello Leonardesco;
——il tratteggio ha i tratti indecisi che svolazzano al vento senza coerenza;
—— emerge da foto, un tipo di sanguigna dal colore troppo brillante;
—— errori anatomici sono evidenti nella struttura cranica troppo elevata, e dove la fronte addirittura non gira, si vede un chiaroscuro sgrammaticato che la fa rientrare come bombata all’altezza dell’attaccatura improbabile dei capelli che sono assolutamente fuori registro e decisamente posticci;
—— I bulbi oculari non posizionano nell’orbita in quanto l’arcata sopracciliare è caduta, e la rima oculare dell’occhio di sinistra verso l’esterno in basso è sfiancata, cala in modo anomalo;
—— Il naso è morfologicamente fuori asse rispetto alla prospettiva del tre quarti;
—— le iridi e pupille degli occhi galleggiano su e giù irregolari: una, quella di destra poggia sulla rima, l’altra a sinistra no;
—— la palpebra di destra è pendente dunque l’occhio è più chiuso dell’altro, e sotto ambedue gli occhi emergono qua e là gonfiori;
—— l’espressione del volto è troppo smorta e vacua;
—— affermare poi (art. Marco Milani LN ,15-1-2021) che questo disegno possa addirittura sostituire in veridicità il dipinto del “Salvator Mundi” ora in Arabia Saudita e studiato nonché restaurato dall’ insigne studiosa Dianne Dwyer Modestini, è tutto da dimostrare
—— dire anche (art. Davide Lacangellera Agipress, 28-1-2021) che da questo disegno si arriverebbe a dedurre che Leonardo abbia copiato dalla Sindone per realizzarlo …. ebbene qui dovrete attendere il mio prossimo articolo.
Veronica PIRACCINI Roma 7 febbraio 2021