di Silvana LAZZARINO
Dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma, nell’ambito del progetto Conversation Piece Part VII “ Verso Narragonia”, in mostra le opere dl Jos de Gruyter & Harald Thys, Apolonia Sokol e Benedikt Hipp.
Nel suo restituire aspetti legati al quotidiano dove è protagonista l’uomo sospeso tra illusioni e aspettative, dubbi e speranze, l’arte contemporanea intreccia storie e miti legati al passato in chiave attuale con sguardo nuovo e talora critico.
E’ quanto restituito nel 7° capitolo del progetto Conversation Piece proposto dalla Fondazione Memmo con riferimento all’attività delle Accademie ed istituti di cultura stranieri. In questo progetto in cui è previsto un ciclo di mostre a cura di Marcello Smarrelli, si vuole dare spazio al lavoro di giovani artisti italiani e stranieri che temporaneamente presenti a Roma proprio presso queste istituzioni approfondiscono e completano la loro formazione.
Il settimo appuntamento propone la mostra con sottotitolo “Verso Narragonia”” con protagonisti gli artisti Jos de Gruyter & Harald Thys, Apolonia Sokol e Benedikt Hipp che attraverso i loro diversi linguaggi si sono soffermati sul tema della follia restituendone rappresentazioni di forte impatto visivo ed emotivo.
La mostra, che finalmente può essere visitata in presenza sempre su prenotazione e a ingressi contingentati, si presenta quale momento di discussione tra personalità artistiche differenti tra loro, nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi in un unico evento espositivo. Il punto di partenza come indica il sottotitolo Verso Narragonia oltre a suggerire il riferimento con una località fittizia di cui tratta il libro “La nave dei folli” di Sebastian Brant del 1494 illustrato da Albrecht Dürer, rimanda al motivo della follia e del folle in quanto a popolare la nave sono dei folli.
Un tempo integrati nella società, i folli venivano considerati dotati di particolari poteri come sottolinea nell’”Elogio della follia” Erasmo da Rotterdam, mentre procedendo nei secoli la considerazione nei loro riguardi cambia completamente, tanto da essere visti quali persone malate da allontanare dalla vita sociale e dalla quotidianità.
Il tema della follia quale fonte di ispirazione della creatività artistica viene così espresso da Jos de Gruyter (Geel, Belgio, 1965) e Harald Thys (Wilrijk, Belgio, 1966) , Apolonia Sokol (Parigi, Francia, 1988) e Benedikt Hipp (Monaco di Baviera, Germania, 1977) attraverso un sentire evocativo di questa manifestazione che restituisce una visione della realtà alterata, fuori dal tempo in cui l’individuo non riconosce più se’ stesso.
A proporre il motivo della spersonalizzazione dell’individuo nel suo essere come tutti, senza distinzione gerarchica è l’installazione realizzata a quattro mani da Jos de Gruyter e Harald Thys in cui viene evidenziata una raccolta bizzarra di politici di fama internazionale, dittatori, attori di film di serie B, assassini e loro vittime, personaggi pubblici noti e figure storiche, vive o morte attraverso 23 busti di gesso dove sono presenti capelli finti e vernice a colorare parti del viso.
Tutte disposte su piccole mense, queste teste ciascuna con il nome del personaggio, danno un senso di apatia e allo stesso tempo inquietudine nel loro essere piatte e spaventose. Per la disposizione e la forma queste esse rimandano ai busti imperiali romani conservati in un museo archeologico o presso un palazzo nobiliare, ma anche all’atmosfera sinistra di un laboratorio scientifico deviato.
La rappresentazione propria dell’imbarcazione animata da figure con riferimento alle incisioni di Dürer della prima edizione del testo “La nave dei folli“ è tutta impressa nel dipinto di oltre cinque metri realizzato da Apolonia Sokol (Parigi, Francia, 1988) che riferendosi a temi attuali propone soggetti tratti dalla contemporaneità quali conoscenti, amicizie e persone amate.
Dipinti e sculture dall’aspetto deformato ad evidenziare la lavorazione secondo un processo antico dell’argilla, caratterizzano i lavori di Benedikt Hipp in cui le “fattezze ricordano dettagli anatomici, organici ed elementi residuali, quasi reperti di un’antica civiltà scomparsa”. A restituire un’atmosfera perturbante e magica sono anche i dipinti contraddistinti dalla stessa carica espressiva a superare l’aspetto razionale.
L’esposizione aperta fino al 1 luglio 2021 offre l’occasione di accostare personalità artistiche diverse tra loro nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi.
Il titolo del progetto “Conversation piece” si ispira a uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Gruppo di Famiglia in un interno (Conversation Piece, 1974) dove viene espresso un duro attacco nei confronti della borghesia “nera” e dei suoi presunti usi e costumi. Si rimanda al confronto tra generazioni e ai rapporti di odio e amore tra antico e moderno. Inoltre “Conversation Piece” era anche un genere pittorico diffuso tra XVII e XVIII sec., caratterizzato da gruppi di persone in conversazione tra loro o colti in atteggiamenti di vita familiare.
Il percorso espositivo offre la possibilità di ammirare una rara copia de “La nave dei folli” di Sebastian Brant, nell’edizione di Basilea del 1572, concessa eccezionalmente dalla Biblioteca Oliveriana di Pesaro.
Silvana LAZZARINO Roma 9 maggio 2021
Conversation Piece | Part VII
Verso Narragonia
Jos de Gruyter & Harald Thys, Benedikt Hipp, Apolonia Sokol
mostra a cura di Marcello Smarrelli
Fondazione Memmo. Via Fontanella Borghese 56b Roma. Orario: lunedì – venerdì 11.00 – 18.00, fino al 1° luglio 2021; per informazioni: info@fondazionememmo.it