di Franco LUCCICHENTI
Bellezza e mistero nei di-segni della matematica
Una equazione, una formula, una espressione, definiscono con segni (matematici) concetti e speculazioni cruciali per lo sviluppo del pensiero e della conoscenza del mondo fisico.
Un non matematico può scoprire in questi segni e nelle loro modalità di aggregazione una bellezza formale sostanziata dalla componente enigmatica e misteriosa che comunque sottostà alla parte simbolica.
Insomma una scrittura misteriosa che viene dalle profondità del pensiero umano e dalle sue misteriose intuizioni. Direi un fascino paragonabile alla sacralità dei glifi Maya ai geroglifici dell’antico Egitto alla scrittura cuneiforme . Il significante, cioè la immagine del segno matematico, può avere un valore estetico indipendentemente dal significato matematico sottostante e delineare nello spazio della raffigurazione armonia e bellezza.
Un manoscritto di matematica con i suoi misteriosi eleganti segni e di-segni è una straordinaria narrazione estetica che descrive il funzionamento del mondo secondo la nostra mente e come la nostra mente cerca di organizzare il mondo.
Esiste un “non numero” importantissimo in matematica rappresentato come un cerchio . E’ lo zero che definisce geometricamente il vuoto , il vuoto e la sua possibilità straordinaria di assorbire significati.
Tra le tantissime ricerche mistico-filosofiche sul vuoto ne cito solo due: Eckhart nei Sermoni Tedeschi riporta un pensiero di Agostino da Ippona (Sermo 279,1) “quando S Paolo non vide nulla allora vide Dio.” S Giovanni della Croce nella sua opera “Salita sul monte Carmelo” indica un cammino spirituale per accedere alla conoscenza di Dio: bisogna oscurare l’esistere fino ad azzerarlo. Lo zero anche nella sua forma geometrica, come sopra scritto, esprime chiaramente il vuoto almeno nei limiti dello spazio bidimensionale del foglio di carta.
La cosa sorprendente è che lo zero è anche simbolo moltiplicatore: 1 con 2 zeri accanto diventa 100. Non solo, se metto zero al denominatore di un numero N qualsiasi il risultato della divisione è “infinito”. N/0 rappresenta matematicamente l’infinito incommensurabile, ineffabile che trascende il tempo e lo spazio. 0/N rappresenta come già indicato il nulla. Queste semplici e ovvie considerazioni nascondono forse un principio metafisico sostanziato da queste due entità matematiche che sommate lo potrebbero definire.
Non sarà lo zero, intuito intorno al 300 a.c dai Babilonesi, una recondita “particella di dio“? Aggiungo che i segni matematici sono simboli che esprimono speculazioni del pensiero che per sua natura esplora anche i territori misteriosi dove abita la metafisica. Considerando E come Ente metafisico che l’uomo identifica da millenni con Dio, la seguente equazione (0/N + N/0 =E), sommando le due frazioni che sottostanno a due aspetti sostanziali della divinità, può chiamarsi “teofanica”.
Qualsiasi valore assuma N l’equazione dà sempre lo stesso risultato. Potendo assumere infinite configurazioni conferma così la sua natura trascendente.
Ringrazio in particolare Platone, Aristotele, Agostino da Ippona, Tommaso da Aquino e i Mistici Orientali per le straordinarie meditazioni sui significati dell’essere e i Maestri della Fisica che hanno scoperto le leggi che regolano il dispiegarsi dell’universo conosciuto.
Franco LUCCICHENTI Roma 9 maggio 2021