di Nica FIORI
“Le cose tutte quante / hanno ordine tra loro, e questo è forma / che l’universo a Dio fa simigliante”.
Traendo spunto da queste parole, che Dante attribuisce a Beatrice nel I canto del Paradiso, è stato elaborato, su idea di Veronica Piraccini, il progetto “E questo è forma”, dall’Accademia di Belle Arti (ABA) di Roma in collaborazione con la Universitatea Nationala de Arte di Bucarest (UNARTE).
L’intento è quello di far avvicinare i giovani artisti alla poesia di Dante attraverso “Parola, Colore, Forma”, in osmosi tra loro.
A 700 anni dalla morte del sommo poeta, padre della lingua italiana, tante sono le celebrazioni che denotano una perenne passione nei suoi confronti, e non solo in Italia. Così come nel passato numerosi artisti si sono ispirati a Dante, da Botticelli a Bronzino, da Andrea del Castagno a Raffaello, da Dante Gabriel Rossetti a Füssli, da Ingres a Gustave Dorè, da Boccioni a tanti altri, non poteva mancare quest’omaggio da parte dei docenti e degli studenti di arte, italiani e stranieri, delle due accademie, che si misureranno con i versi della Divina Commedia.
Ideatrice dell’iniziativa è la Prof.ssa Veronica Piraccini, artista affermata, docente di Pittura e coordinatrice del Dipartimento di Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Roma, che ci ha parlato di questo progetto pilota italo-romeno.
Un progetto che inizia quest’anno con Dante, data l’importante ricorrenza, e che intende nel tempo proseguire con altri stimoli letterari.
Il progetto, articolato in tre fasi, prevede la collaborazione dei due Dipartimenti di Arti Visive ABA di Roma, con le Scuole di Pittura, Scultura, Grafica, Decorazione e Arti Plastiche, con le analoghe Scuole della UNARTE di Bucarest e con il contributo di discipline trasversali, quali Teoria e Ricerca, Filosofia, Estetica.
La prima fase è consistita in un seminario, tenutosi il 28 maggio 2021, che ha evidenziato le linee di pensiero dei docenti delle due Università di Arte di Roma e Bucarest; la seconda fase vedrà coinvolti i giovani allievi con la realizzazione e la presentazione delle loro opere in un altro seminario nell’ottobre 2021 (gli Atti dei due seminari saranno pubblicati in un catalogo); la terza fase riguarderà l’esposizione delle creazioni artistiche a Roma nella Galleria dell’Accademia di Romania a Valle Giulia e poi l’esposizione nella Galleria d’Arte dell’Università di Bucarest, con catalogo a cura delle due istituzioni.
Nell’attuale contesto temporale, ancora molto difficile a causa della pandemia mondiale, ci si augura che lo scambio fra le diverse culture possa attivare un dialogo proficuo per la creatività artistica, e che i giovani studenti (di varie nazionalità), preoccupati per le incertezze relative al proprio futuro, possano rafforzare le competenze professionali, linguistiche e d’integrazione su un mercato di lavoro europeo/globale.
I docenti di entrambe le istituzioni inquadreranno secondo il loro pensiero la direzione dei lavori, che verranno realizzati nelle rispettive sedi, lasciando piena libertà espressiva ai giovani artisti. Gli allievi potranno avvicinarsi all’opera poetica di Dante in modo atemporale, cercando di evidenziare come le sue parole possano far scaturire nell’animo umano forme e idee di colore; per rendere contemporanea la scrittura dell’Alighieri si potranno aggiungere alle tecniche tradizionali elementi di sperimentazione e d’innovazione.
Veronica Piraccini è certamente nota anche ai lettori di About Art come esperta di arte sacra e in particolare della Sindone. Secondo il suo pensiero, ciò che è sacro va osservato con una luce molto particolare, in grado di trarre il visibile dall’invisibile. C’è qualcosa di mistico e trascendente nella sua opera “Dall’impronta di Gesù”, che potremmo definire come una rivisitazione della Sindone di Torino eseguita con una tecnica innovativa, basata su colori solo apparentemente impercettibili, che ben si addicono a un’immagine misteriosa come quella del “sacro lino”, il sudario di Cristo nel quale si sarebbe formata l’impronta del suo corpo.
Per questa sua invenzione della “Pittura impercettibile”, che ha la caratteristica di essere insieme invisibile e visibile (un po’ come avviene con gli inchiostri simpatici, che però sono monocromatici), mi piace avvicinarla proprio a Dante, il cui linguaggio criptico si presta a diversi piani di lettura, uno accessibile a tutti e gli altri solo a chi riesce a penetrarne gli aspetti mistici, filosofici ed esoterici.
A partire dal pittore e dantista Dante Gabriel Rossetti, sono numerosi i letterati e artisti che hanno intravisto nella sua opera un linguaggio segreto, condiviso con i cosiddetti “Fedeli d’Amore”, ovvero una confraternita di poeti che comprendeva Guido Cavalcanti, Lapo Gianni, Cino da Pistoia e altri.
Secondo un’ipotesi, che però non è molto accettata dalla critica letteraria, la Beatrice di Dante non sarebbe una donna reale (ovvero Beatrice Portinari), ma una incarnazione della Filosofia, o della Divina Sapienza.
Ma, tornando alla nostra Veronica, non dobbiamo dimenticare che lei è esperta di pigmenti, come per esempio la porpora, che produce da sola, e quindi mettere insieme colore, parola e forma le è decisamente congeniale.
La sua arte l’ha portata a partecipare a tante esposizioni e conferenze in Italia e all’estero (in Giappone, Brasile, Corea, Stati Uniti, Arabia Saudita, Africa, Cina, Australia ecc.) e a collaborare con importanti enti quali l’ENEA (per lo “Studio Multidisciplinare dei Colori delle Opere d’Arte e Reliquie”), e l’Università la Sapienza di Roma, ma una delle sue attività più intense è la promozione dell’attività dell’arte dei giovani, curando per loro esposizioni e seminari.
Nel seminario del 28 maggio il contributo da lei proposto è stato “La vera immagine possibile dell’invisibile: il visibile parlare del colore”. Come ha dichiarato in quell’occasione.
“Il connubio tra colore, parola e forma, che definisco osmotico, è da sempre presente nel mio lavoro d’artista così come il concetto di fluttuanza tra la presenza ed assenza del visibile ed invisibile”.
La Piraccini ha anche fatto notare che nella Divina Commedia le parole più usate sono “occhi”, ripetuta ben 212 volte, e “disse”, presente 208 volte. Certo non è un caso, perché in Dante non esistono le coincidenze. Pertanto “occhi” e “disse”, corrispondenti a “immagine“ e “parola”, sono per Veronica in stretto collegamento e sono proprio gli “occhi” il punto cardine della sua suggestione dantesca, la linea guida del suo pensiero “che vuole dare forma e corpo al colore a veder l’invisibile”, tematica a cui lavora da tempo con la sua “Pittura impercettibile”, per svelare quanto l’assenza influisca e condizioni più della presenza.
Poiché Dante accenna nel canto XI del Purgatorio ai più noti artisti a lui contemporanei (“Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, ma ora Giotto ha il grido, / sì che la fama di colui è scura”), Veronica Piraccini ha immaginato di vedere Dante mentre entra, nei primi anni del XIV secolo, nella Cappella degli Scrovegni a Padova, mentre Giotto è intento a dipingere nella controfacciata il Giudizio Universale.
Il poeta sgrana gli occhi, quasi incredulo, davanti all’affresco! (Evidentemente perché il soggetto è lo stesso della sua Commedia, alla quale stava già lavorando). L’incontro non è affatto inverosimile, perché il sommo poeta e il sommo artista probabilmente si conoscevano e forse erano amici, e c’è pure chi riferisce di una visita di Dante alla Cappella padovana nel 1306, quindi poco dopo la sua inaugurazione, che risale al 1305.
Così come Dante ha elogiato Giotto nella Commedia, il pittore ricambia nel momento in cui Dante viene effigiato, post mortem, a Firenze in un celebre affresco del Bargello
e c’è chi riconosce il ritratto del poeta in una figura coronata d’alloro, ma senza tratti iconografici caratteristici, nello stesso Giudizio della Cappella Scrovegni, dipinta accanto al presunto autoritratto di Giotto.
Secondo la Piraccini:
“Gli occhi, la parola e i colori s’incrociano nei due celeberrimi artisti, e sarà proprio questo incontro di occhi eccezionali che, ancora ad oggi, ci faranno incontrare gli occhi di tutta l’umanità attraverso le loro opere di pittura e scrittura infinite”.
Ci aspettiamo a questo punto di vedere le opere d’arte che saranno realizzate nell’ambito del progetto “E questo è forma”, il cui seminario iniziale del 28 maggio scorso è stato molto interessante e vario nell’intrecciarsi degli interventi dei docenti fra Roma e Bucarest in diretta streaming. Ad esso hanno partecipato la prof.ssa C. Casorati, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma e i professori della stessa Accademia P. Bisonni, F. Fedele, M. Finocchiaro, O. Impei, A. Lelario, A. Maiorano, V. Piraccini, M. A. Porfidia, M. Prezioso, S. Sarra; dall’Universitatea Nationala de Arte di Bucarest hanno partecipato il direttore prof. C. M. Bălescu e i professori C. Apetrei, N. S. Ioana, C. F. Moraru, D. Frumușeanu, L. Neamțu, A. Constantin Medeleanu, O. Doroteea Borcia, M. I. Dobre, A. Tudoran, T. Ștefan.
Nica FIORI Roma 13 giugno 2021