di Franco Luccichenti
Cinema e musica una misteriosa alchimia
Due modalità artistiche diverse hanno una reciproca attrazione ,una curiosa facilità a miscelarsi per produrre un unico risultato.
Il cinema muto delle origini prevedeva in sala di proiezione un suonatore di pianoforte che cercava di riempire un vuoto. Le immagini che scorrevano nel silenzio sulla schermo senza il semplice accompagnamento musicale del pianista non esaudivano la magia promessa. La musica può benissimo fare a meno del cinema ma non il cinema della musica.
Si puo immaginare un film come Blade Runner di Ridley Scott senza la sua astrale colonna sonora o Casablanca di Michael Curtiz senza la struggente melanconia del motivo che avvolge la scena di addio tra la Bergman e Bogart nell’aeroporto immerso nella nebbia.
Cosa unisce i due fenomeni
Vista e udito assorbono l’emozione, la trasmettono nella mente . Una fitta rete di relazioni tra suoni e immagini definisce uno spazio fantastico abitato da mondi altrimenti inaccessibili. Mondi senza oggetti, privi di materia. Solo immagini proiettate e suoni.
Il cinema è luce definita dalla fisica fenomeno corpuscolare (fotoni) e ondulatorio, la musica emerge dalla tessitura di vibrazioni, onde sonore che si disperdono nell’aria della scatola magica che è la sala cinematografica. La sala si riempie materialmente solo di spettatori, le narrazioni, le storie, le musiche, sono immateriali pura fantasia, sogni.
La narrazione cinematografica con la sua musica può essere ripetuta all’infinito. Parliamo di un fenomeno atemporale che pur dispiegandosi nel tempo lo trascende perchè ripetibile in qualsiasi momento replicando sentimenti, emozioni, paure. Immateriale e atemporale .
Forse qualche dio sconosciuto entra in sala con gli spettatori quando il cinema diventa capolavoro.
Franco LUCCICHENTI Roma dicembre 2017