BASTA BUSTE, le opere di Oreste Baldini sul tema del Plastic Free; un monito sulla necessità della salvaguardia ambientale e del patrimonio culturale.

di Nica FIORI

È dal 2019 che Villa Giulia ospita in un’aiuola del suo giardino un’installazione di Oreste Baldini costituita da un’alta stele in ferro, raffigurante un intreccio arabescato di pesci e lische, che si eleva verso il cielo invocando una soluzione al preoccupante aumento della temperatura delle acque.

1. Basta buste nella Sala di Venere
Oreste Baldini, 2030, stele in ferro

Se non corriamo ai ripari, il cambiamento climatico rischia di arrivare a un punto di non ritorno, che, secondo alcuni scienziati, potrebbe essere il 2030, data che dà il nome all’opera.

La stele è stata donata al museo dall’eclettico artista (noto anche come doppiatore e attore) in occasione della mostra “Acqua”, nella quale si era misurato con l’emergenza ambientale. Ora, a distanza di due anni da quell’evento, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia torna a dialogare con le creazioni artistiche di Oreste Baldini ospitando, fino al 16 gennaio 2022, la mostra “Basta buste”, consistente in uno spettacolare ciclo di opere sul tema del Plastic Free, dove trasfigura con il suo linguaggio un tema di forte attualità. Sono opere dal forte impatto visivo, dove i pesci soffocati dalla plastica si ergono come monito imponente a ridurre il nostro impatto ambientale e come metafora, più che mai vivida in questo tempo segnato dalla pandemia, delle costrizioni psichiche e fisiche in cui l’Uomo è ingabbiato e fra cui si dimena alla ricerca di una via d’uscita.

Oreste Balbine, Pesci con buste

Come scrive la curatrice della mostra Maria Paola Guidobaldi nel catalogo (ed. Sillabe):

L’urgenza del messaggio scorre rapida e incisiva nelle sue talentuose mani di pittore e di scultore e l’immagine delle acque avvelenate assume allora forma e concretezza nella materia in cui essa si eterna, il durevole bronzo (quattro Lische e otto Mari, cui si aggiunge lo splendido mosaico in pietre, marmi e tessere d’oro che incarna l’Oceano Pacifico), mentre le visioni delle Correnti marine che disegnano le rotte della plastica si imprimono in sedici struggenti tavole dipinte in tecnica mista con studiate cromie e ci trascinano negli abissi profondi in cui le creature del mare, intrappolate nelle buste di plastica, si dimenano e soccombono”.

L’artista, nato nel 1962 a Milano ma romano di adozione, evoca il mare attraverso i pesci, animali notoriamente muti ma che in mostra dialogano con noi umani, mostrando con i loro corpi danneggiati e addirittura ridotti a lische gli effetti catastrofici dell’inquinamento provocato dall’uomo.

Oreste Baldini, Isola di plastica

Le buste color oro rappresentano la ricchezza e il consumismo che ha portato a tutto questo e si contrappongono alla sofferenza dei pesci, che rimangono incastrati dal materiale non degradabile. Il pesce è un animale dal forte simbolismo e il pesce soffocato è per Baldini un’anima che non riesce più a esprimere sé stessa.

Oreste Baldini, Mari, bronzo

Decisamente particolare è l’effetto “Arcimboldo” ottenuto in alcune sculture bronzee raffiguranti i Mari, che nel loro intreccio assumono la forma di un volto umano: una sorta di mostruoso mascherone. E se per gli antichi il mare era visto come generatore di mostri e terrificanti creature, come il grande Leviatano che “fa ribollire i mari come pentole” o come quello che inghiotte Giona (che dà il titolo a un’opera in mostra), Baldini vede l’uomo come un essere folle che, distruggendo gli equilibri del pianeta, sta distruggendo la stessa umanità.

Oreste Baldini, mare mascherone

Quelle di Baldini sono opere contemporanee che dialogano con l’antico, non solo con il “teatro d’acque” rinascimentale della villa alimentato dall’Acqua Vergine, ma anche con i mosaici romani a tema acquatico (tritoni e cavalli marini) presenti nella pavimentazione del Ninfeo e soprattutto con i manufatti in bronzo degli Etruschi, la cui lavorazione dei metalli era famosa nel mondo antico, tanto da aver dato il nome alla città etrusca di Piombino.

Lo ha ricordato nella presentazione della mostra Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Lo stesso Nizzo ha affermato che

per un archeologo viene spontaneo guardare al mondo circostante immaginando quello che resisterà alla sfida dei secoli e dei millenni. Sono certo che il biennio del COVID lascerà una traccia indelebile nelle stratigrafie del futuro, attraverso i residui di mascherine, di tamponi e dispositivi di prevenzione del contagio che osserviamo abbandonati intorno a noi, distrattamente e colpevolmente”.

La mostra BASTABUSTE offre diversi spunti di riflessione anche riguardo al rispetto che gli Etruschi avevano verso la Natura e la madre Terra, ben rappresentato in alcune opere della collezione museale, e inoltre, essendo ospitata nelle sale cinquecentesche del piano nobile (Sala dei Sette Colli e Sala di Venere), affrescate da pittori della bottega di Prospero Fontana, si specchia nelle visioni armoniose dei paesaggi naturali e mitologici che vi sono dipinti, creando un certo contrasto, soprattutto se pensiamo a Venere che sorge dalle acque cristalline del mare, lo stesso mare che Baldini raffigura ora come fortemente inquinato e generatore di malessere e sofferenza.

Oreste Baldini, scultura nella sala di mezzo

Non è un caso che nelle composizioni chiamate Oceani le acque siano raffigurate nere e non azzurre, perché il nero, che è la negazione della luce, è il colore della non-vita. E non lasciamoci ingannare dal cromatismo sgargiante di altre immagini, che alludono alla spensieratezza inconsapevole e folle di chi produce e getta nel mare quegli scarti apportatori di drammatici danni alla natura.

Oreste Baldini, Oceano Pacifico, mosaico parietale
Oreste Baldini, mosaico nella sala di mezzo

La mostra, che segue cronologicamente le iniziative nazionali e internazionali di sensibilizzazione e mobilitazione ai temi del cambiamento climatico come Youth4Climate (28-30 settembre 2021) e il Festival dello Sviluppo sostenibile (28 settembre-14 ottobre), ha fornito un ulteriore contributo al tema della sofferenza ambientale con la rappresentazione, nel giorno dell’inaugurazione, di un testo recitato dai ragazzi disabili del Teatro Patologico (teatro-terapia di Dario D’Ambrosi), in cui ci raccontano con il loro commovente candore il senso di disagio, la paura, la possibilità della fine dell’umanità: parole di denuncia che entrano a far parte della mostra in una video-installazione.

Oreste Baldini e Maria Paola Guidobaldi

E in questa partecipazione del Teatro Patologico all’evento di Villa Giulia viene confermata da parte del museo ospitante una sensibilità nei confronti delle persone con disabilità, che viene portata avanti già da diversi anni con interessanti iniziative, tra cui visite guidate tattili per non vedenti e visite per persone con disabilità uditiva (per la disabilità motoria sono previsti dei montascala), e addirittura con corsi di formazione per guide turistiche che vengono preparate a questo scopo.

Nica FIORI   Roma 24 ottobre 2021

BASTABUSTE

Oreste Baldini

16 ottobre 2021-16 gennaio 2022

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Piazzale di Villa Giulia 9, Roma

Dal martedì alla domenica ore 9.00-20-00 (ultimo ingresso ore 19.00) Biglietto: intero 10€; ridotto 2€

https://www.museoetru.it/