di Silvana LAZZARINO
La galleria La Nuvola a Roma accoglie l’eleganza e raffinatezza dell’opera di Uemon Ikeda dove abitano memorie di storie e miti tra due mondi, l’oriente e l’occidente.
L’esposizione “Racconti paralleli” a cura di Alice Falsaperla è aperta fino al 9 gennaio 2022
Tra passato e presente ad intrecciare ricordi e memorie che durano nel tempo e entrano in punta di piedi nel vissuto quotidiano a raccontare dell’uomo e delle sue emozioni e pensieri legati a contesti reali e immaginari, si muove, lungo un filo rosso che va anche oltre la visione, l’arte di Uemon Ikeda pittore, performer e scrittore di racconti, riconosciuto in Italia in assoluto il più importante tra tutti gli artisti giapponesi e noto a livello internazionale.
Lo scorso 11 dicembre 2021 in occasione della 17° edizione della Giornata del Contemporaneo presso gli spazi della Galleria La Nuvola a Roma (in Via Margutta, 51/a) è stata inaugurata la personale Uemon Ikeda. Racconti Paralleli dedicata a questo straordinario artista nome d’arte di Tatsuo Ikeda (Kōbe, 1952) attivo a Roma dove vive e lavora, che ha saputo cogliere quell’energia invisibile tra materia e spirito, quale parte essenziale di quell’autenticità con cui ritrovare quell’armonia dei contrari presente in ogni più piccola parte dell’universo.
Nel descrivere l’esposizione, il cui titolo è come quello del libro “Racconti Paralleli” (Bordeaux edizioni) di cui è autore lo stesso artista, la curatrice Alice Falsaperla ha sottolineato come in questa occasione, a differenza delle precedenti installazioni performative del MAXXI a Roma del 2013 e di Palazzo Reale a Napoli del 2018 centrate sul tema dello spazio virtuale, l’artista abbia dato vita con il suo filo rosso ad un’installazione ambientale pensata in linea con la struttura della galleria realizzata insieme agli studenti del Dipartimento di Storia dell’arte della Sapienza di Roma. Con eleganza e forza, il filo rosso di seta e lana nel definire l’architettura ambientale entro lo spazio della Galleria La Nuvola, restituisce una uova lettura con cui accostarsi alla serie dei suoi disegni realizzati su carta visti in parallelo e in rispondenza ai suoi racconti raccolti nel libro prima citato. Si è voluto creare, come ha sottolineato la curatrice:
“una rispondenza tra gli acquerelli su carta Tosa Shi e una serie di racconti inediti da lui scritti e tradotti in italiano. In questo modo si può essere guidati sia dalle opere sia dalla raccolta, entro una reciproca corrispondenza data dal filo conduttore che simbolicamente lega l’installazione ambientale, presente nello spazio della Galleria”.
Si entra così in una coabitazione sinestetica tra mente, corpo ed emozione posando lo sguardo su queste opere su carta giapponese Tosa Shi – selezionate tra gli ultimi lavori dell’artista- dove la vivacità dei colori che passano dalle diverse tonalità dei rosa e dei rossi, fino ai viola, proiettano in storie di vita ordinaria e straordinaria, legate all’oriente e all’occidente, in cui ritrovare momenti riferiti alla giovinezza di Ikeda trascorsa in Giappone, le abitudini e i costumi della sua nazione compresa l’immagine della donna, ma anche il suo incontro con la città di Roma da cui non poteva non restare affascinato tanto da diventare nel corso degli anni romano a tutti gli effetti, mantenendo sempre quel sentire orientale abitato da leggerezza ed equilibrio.
Attraverso le opere su carta si possono ripercorrere i racconti e viceversa: racconti dove scoprire i vissuti dell’artista tra sogni e ricordi della sua giovinezza trascorsa a Kōbe, a Tokio, il suo arrivo a Roma e la vita nella Capitale, i suoi incontri e le conoscenze proprio a Via Margutta, piazza del Popolo, e poi come era vista l’immagine della figura femminile in Giappone e come viene vista oggi, con riferimenti alla donna occidentale.
Questi lavori esposti vanno visti in parallelo con i racconti del libro come a creare una sorta di rimando tra rappresentazione visiva e scrittura, ma anche tra la vita dell’artista e dell’uomo Ikeda. A riguardo così afferma la curatrice Alice Falsaperla:
“I racconti si muovono parallelamente alle opere d’arte e, al tempo stesso, si incrociano come fili nella profondità della sua memoria e, quindi, nel suo io artista e nel suo io uomo.”.
Nei racconti come nei dipinti si evince il coabitare di due nature quella italiana e quella giapponese che si completano coniugando le loro differenze e accrescendo quei criteri per essere in armonia con sé e gli altri, compreso l’ambiente intorno.
L’artista conduce lo spettatore a scoprire con sguardo nuovo e poetico il suo universo, lasciando libero il pensiero di espandersi verso nuove e inattese emozioni. Come sottolinea nuovamente Alice Falsaperla l’artista guida il pubblico entro un
“ ‘cunicolo spazio-temporale’, fatto di linee, forme e geometrie aeree che si disgregano e aggregano per illogici ritorni. Si è di fronte a strutture meticolose e complesse, in cui gli indizi di profondità si rovesciano continuamente, a favore di una mediazione sempre rinnovata tra autore e spettatore. Si tratta di una possibile corrispondenza tra il lavoro dell’artista e la sua mente, la cui caratteristica, simile a un ‘algoritmo aperto’, risiede nell’assenza di comandi prefissati”.
I suoi segni che vibrano come note sullo spartito ad incontrare colorazioni forti e accese aprono ora al desidero di lasciarsi cullare dai luoghi di una natura intatta e libera, ora dal desiderio di lasciarsi avvolgere dal rumore gioioso e dalle voci dei quartieri di Roma, senza dimenticare il fascino di un sorriso femminile che si svela delicatamente. Riguardo il momento del dare vita alla sua opere Uemon Ikeda che considera l’arte una filosofia quasi di vita, così sostiene:
“Quando la realizzo nel mondo concreto, sono contaminato dalla sua social inheritance, ne traduco la storia in forma decorativa o applicata”.
Ogni elemento che diventa parte della sua creazione nel definire un’opera dalla china, alla pigmentazione alla colla vegetale come la polvere del vulcano Fuji “che quando piove, si scioglie lentamente”, restituisce una danza emozionale in cui respirare il vibrare dell’aria, il movimento delle nuvole nel cielo, il fruscio dell’erba e le luci e i colori di luoghi e posti vissuti, ma anche immaginati dove ridisegnare una nuova storia.
All’inaugurazione oltre all’editore Dario Cimaglia della Bordeaux Edizioni era presente il Presidente della Fondazione Italia Giappone Umberto Vattani che hanno parlato del libro “Racconti paralleli” con l’autore. Nella prefazione l’Ambasciatore Vattani definisce Uemon Ikeda
“profondamente italiano, pur restando convintamente giapponese. Questa doppia natura gli fornisce punti di vista complementari e momenti di felicità insospettabili. Infatti Uemon Ikeda è considerato uno tra gli artisti giapponesi viventi più importanti in Italia”.
In mostra è anche “Il Vello d’oro” acquarello rispondente alla copertina del libro dove il soggetto è una figura femminile che è presente nei Racconti con il nome di Yugi.
La raccolta dei Racconti inediti di Ikeda presenti nel libro edito da Bordeaux edizioni è stata curata da Marta Bianchi, promotrice e organizzatrice di eventi che segue l’artista da diversi anni e che ha affiancato la curatrice Alice Falsaperla nella realizzazione dell’esposizione nata da un’idea di Fabio Falsaperla.
Il Filo rosso di lana e seta di Uemon Ikeda diventa il canale di unione tra arte e scrittura, una sorta di viaggio a doppio senso.
Oltre ad essere simbolo di eleganza e forza, esso rappresenta – come ha affermato nella mia intervista la curatrice- l’energia del femminile, il coraggio e la forza di affermarsi delle donne anche nell’ambito dell’imprenditoria. Infatti a riguardo il filo rosso di Ikeda è stato anche il simbolo della Federazione Italiana Pubblici esercizi (FIPE) in occasione del Consiglio Direttivo Nazionale del Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio svoltosi lo scorso 25 ottobre 2021 nell’ambito della Fiera a Host Milano (Fiera Milano Rho). In quell’occasione come un’onda il filo rosso ha interagito con le emozioni delle protagoniste dell’evento, tutte imprenditrici, seguendo i loro sguardi, gesti e discorsi per restituire l’importanza di ogni progetto portato avanti dalle stesse, unite insieme per far sentire accanto alla loro competenza anche il loro essere parte di questa società nei pubblici esercizi.
Romano di adozione e essendo da quasi cinquant’anni residente in Italia, Uemon Ikeda attraverso la sua arte ha dato vita ad un perfetto equilibrio tra la disposizione dei colori e delle forme con la gestione degli spazi, a suggerire un nuovo modo di guardare i rapporti esistenziali a partire dal recupero di un’inattesa autenticità. Volgendo lo sguardo alla natura e ai suoi aspetti e manifestazioni utilizzando diverse declinazioni linguistiche che procedono dalla pittura all’installazione, dal disegno all’architettura, fino alla scrittura e al “teatro impossibile” egli si è soffermato sul concetto di spazio tra luogo interiore ed esteriore considerando come i due siano inevitabilmente collegati proprio come il visibile e l’invisibile, il giorno e la notte, la luce e l’oscurità.
Tra essi inoltre vi è una sorta di continuità come circolarità che permette il rinnovarsi dei fenomeni che accadono in ogni angolo del cosmo come ad esempio qui sulla Terra per il ciclo delle stagioni nel loro ripetersi.
La sua arte, esplorando diversi linguaggi, permette di cogliere nostalgie lontane e il presente come momento da vivere e da ascoltare nel profondo, passando poi ad immaginare un ipotetico futuro nella costante ipotesi che tutto si ripeta con altra sfumatura e altro modo, lasciando che rimanga quella percezione del già accaduto e già percepito, visto e ascoltato.
Interessante è il concetto di vuoto che nei suoi lavori definisce diventando lo stesso spazio: in questo senso le sue “architetture aeree” che prendono vita attraverso un filo di lana e seta sono espressioni effimere di “forme ideali di architetture sospese all’interno di luoghi pubblici e di interesse culturale”. Un esempio è dato dalla Performance “Avere o non avere” tenutasi nel 2013 nella Piazza del Campidoglio di Roma in occasione della Giornata della Terra e dalla citata “Architetture aeree: linee, fili, web net” realizzata nella piazza del MAXXI in occasione della Giornata del Contemporaneo sempre nel 2013. Tra le sue opere citiamo anche Stanze che immettono in uno spazio senza tempo per respirare le atmosfere della terra umida o asciutta, del mare profondo, della Primavera dai colori vivi e ancora delle stelle nella loro infinita molteplicità.
Uemon Ikeda ha realizzato mostre in Italia e in Giappone, collaborando anche con l’università La Sapienza di Roma, e di grande respiro sono le sue installazioni che ben si sposano con il tessuto urbanistico di piazze e paesaggi.
Dal 1987 ad oggi è presente in importanti rassegne internazionali di arte contemporanea. Oltre ad aver partecipato nel 2017 alla 102esima edizione della NIKA Exibition al National Art Centre di Tokyo, una delle tre esposizioni d’arte più importanti in Giappone e nel 1991 alla collettiva “Simultaneità” – Nuove Direzioni dell’Arte Contemporanea Giapponese a Palazzo Braschi a Roma, ha all’attivo diversi lavori tra cui citiamo l’installazione “Filo di Arianna” in piazza Trilussa a Roma e per la Giornata Europea della Cultura Ebraica la realizzazione di un’installazione per i giardini della Sinagoga di Roma. Da ricordare la sua partecipazione alla collettiva “Io Klimt” al Palazzo dei Consoli di Gubbio nel 2013 curata da Francesco Gallo Mazzeo dove hanno preso parte più di quaranta artisti affermati e giovani.
Intervista di Silvana Lazzarino ad Alice Falsaperla curatrice della mostra personale “Uemon Ikeda. Racconti paralleli” dedicata all’artista giapponese, romano di adozione, in corso alla Galleria La Nuvola di Via Margutta a Roma
D. Come nasce l’idea di questa esposizione e come avete lavorato alla sua realizzazione?
R. Con il prezioso aiuto di Marta Bianchi, organizzatrice di eventi che segue Uemon Ikeda da vari anni, è stata fatta una messa in ordine dei lavori dell’artista, realizzando una selezione tra le sue opere recenti. Abbiamo creato una rispondenza tra gli acquerelli su carta Tosa Shi e una serie di racconti inediti da lui scritti e tradotti in italiano. In questo modo si può essere guidati sia dalle opere sia dalla raccolta, entro una reciproca corrispondenza data dal filo conduttore che simbolicamente lega l’installazione ambientale, presente nello spazio della Galleria. Essa è stata realizzata insieme agli studenti del Dipartimento di Storia dell’arte della Sapienza di Roma.
D Cosa rappresenta questa installazione ambientale del filo rosso?
R L’installazione di Ikeda traccia il perimetro di un rettangolo per raggiungere la forma di una nuvola, come omaggio alla Galleria insieme all’unica opera in mostra realizzata a olio, su tela stondata.
D Il libro di racconti porta nella prefazione la firma dell’Ambasciatore Umberto Vattani. Come è organizzata la struttura di questa raccolta di racconti?
R La prefazione è, infatti, a cura dell’Ambasciatore Umberto Vattani, Presidente della Fondazione Italia Giappone, che ha concesso il Patrocinio per l’esposizione. Insieme ad essa c’è anche il mio testo, intitolato Flussi di coscienza dai rossi contorni, dedicato al lavoro di ricerca di Ikeda e ai sessanta Racconti che seguono, tra astrazioni e testimonianze dirette del suo vissuto.
D Il titolo “Racconti paralleli”, forse, suggerisce un parallelismo tra l’arte e la scrittura dell’artista? Oppure due vite parallele tra quella dell’artista e quella dell’uomo Ikeda?
R I racconti si muovono parallelamente alle opere d’arte e, al tempo stesso, si incrociano come fili nella profondità della sua memoria e, quindi, nel suo io artista e nel suo io uomo.
D Uomo -artista: binomio che procede in questo percorso a scandagliare le sue emozioni perché i racconti nascono dalle sue esperienze; e quindi quale tematica attraversa i racconti?
R I racconti prendono la forma di ricordi o di sogni, mescolati a documentazioni del suo vissuto a Kōbe e a Tokyo, della sua infanzia fino al trasferimento a Roma negli Anni Settanta, dove viene messa in luce la differenza tra i due paesi sul piano sociale, a partire dal ruolo della donna fino alla rivoluzione informatica. E, ancora, i suoi incontri e conoscenze proprio qui a Via Margutta e a Piazza del Popolo, o la sua vicinanza con Renato Mambor e Achille Perilli, per citare alcuni tra i nomi di spicco del panorama artistico italiano di quegli anni, trattati anche dalla nostra Galleria.
D L’anima orientale di Ikeda resta sempre presente e accompagna le sue opere non solo attraverso le installazioni, ma anche in questi lavori su carta dove nei segni e nei colori pur nella loro vivacità è impresso un sentire delicato e avvolgente dove si avverte il respiro della natura e l’ascolto dei sentimenti dell’uomo. E’ così?
R Si, vi è una costante ricerca nel veicolare aspetti quali Bellezza, Etica e Verità attraverso il segno, la forma ed il colore. Si fa poesia introspettiva a partire da quanto accade al di fuori, ma sempre rimanendo legata ad alcune reminescenze della sua interiorità.
D Trovo molto suggestiva l’idea di unire due aspetti della creatività: quella legata alla scrittura e quella legata all’arte, un connubio veramente interessante perché esplora proprio il modo con cui un artista può dipingere e realizzare installazioni, ma allo stesso tempo tessere anche attraverso la scrittura immagini visive.
R Esatto, i racconti si legano alle immagini e viceversa; sono due letture connesse una all’altra che proseguono di pari passo.
D Quindi un modo per far parlare attraverso la scrittura e le immagini, le diverse esperienze della propria vita da parte dell’artista, a partire dalla giovinezza, facendo emergere le differenze culturali e sociali, come prima lei accennava e mettendo in evidenza il vissuto femminile. Possiamo dire che in questa raccolta vi siano anche racconti di fantasia?
R Si, certamente, perché in queste opere si mescola sia l’aspetto onirico al reale, sia l’aspetto verosimile all’astratto.
D Oltre all’onirico e al reale nell’arte di Uemon Ikeda vi è il concettuale e rimandi all’arte astratta suggerita anche da forme che lasciano immaginare, permettendo al pubblico anche una libera interpretazione entrando in questo viaggio. Un viaggio parallelo tra arte e scrittura, quindi la scrittura è nata spontaneamente attraverso l’arte e l’arte respira le emozioni della scrittura, un viaggio a doppio senso. È così?
R È così, si tratta di un viaggio a doppio senso. Un viatico in cui il filo rosso rappresenta anche l’energia del femminile, il coraggio e la forza di affermarsi delle donne nell’ambito dell’imprenditoria. Vorrei ricordare, al riguardo, come il filo rosso di Ikeda sia stato anche il simbolo della Federazione Italiana Pubblici esercizi (FIPE) al Consiglio Direttivo Nazionale del Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio nell’ambito della Fiera a Host Milano – Fiera Milano Rho, svoltosi lo scorso 25 ottobre 2021.
D Sì infatti per quell’occasione avevo scritto sempre per la rivista “AboutArt-online” di questo evento al quale Uemon Ikeda è stato invitato, e la sua scelta di portare il filo rosso è stata molto apprezzata. Il filo rosso di lana e seta nel suo rappresentare forza e armonia, unione ed eleganza, ma anche collaborazione e fiducia, aspetti che accompagnano le donne imprenditrici, ha interagito con le emozioni delle protagoniste di questo incontro seguendo i loro sguardi, gesti e discorsi per restituire l’importanza di ogni progetto portato avanti dalle stesse imprenditrici, unite insieme per far sentire accanto alla loro competenza anche il loro essere parte di questa società nei pubblici esercizi. Nella copertina del libro è presente una figura femminile, a cosa si riferisce?
R Insieme a Ikeda abbiamo deciso di esporre in mostra, tra le opere, anche quella della copertina del libro. Dal titolo “Il Vello d’oro”, l’acquarello ha come soggetto una figura femminile, presente proprio nei Racconti con il nome di Yugi, che viene raffigurata da dei contorni rossi (come richiamo al filo dell’installazione) e accompagnata da un estratto del testo dell’artista.
La ringrazio veramente per questo viaggio che mi ha fatto percorrere attraverso le sue parole nel mondo di Ikeda e sarà un piacere adesso visitare l’esposizione.
Sono io a ringraziare lei.
Silvana LAZZARINO Roma 19 gennaio 2021
Uemon Ikeda. Racconti paralleli
Mostra personale a cura di Alice Falsaperla
da un’idea di Fabio Falsaperla
e presentazione del libro dell’artista
Uemon Ikeda Racconti paralleli (Bordeaux edizioni)
a cura di Marta Bianchi
Galleria La Nuvola, Via Margutta, 51/a –Roma Orario: lunedì 16.00-19.00; da martedì a sabato 10.00-13.00, 16.00-19.00; la mostra è aperta fino al 9 gennaio 2022,
Per informazioni tel 06/36005158
E-mail: http://www.gallerialanuvola.it info@gallerialanuvola.it
La mostra è stata inaugurata lo scorso 11 dicembre 2021 in occasione della 17° Giornata del Contemporaneo AMACI