Importante decisione dell’Unesco. Le “Mura Nuove” i “Forti” genovesi ora sono Patrimonio Universale dell’Umanità

di Eleonora PERSICHETTI

Le Fortificazioni di Genova sono ora patrimonio Unesco

Dopo il riconoscimento ottenuto dalle fortificazioni veneziane di Bergamo, l’associazione Italia Nostra promuove un’iniziativa finalizzata alla massima valorizzazione di un patrimonio storico-architettonico unico, che comprende sia i 19 km delle Mura Nuove seicentesche sia le fortificazioni genovesi site negli antichi domini di terraferma e d’Oltremare.

Italia Nostra nazionale e la sezione di Genova hanno deciso di candidare le Fortificazioni di Genova a sito UNESCO, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, in quanto Beni Culturali Territoriali di notevole significato storico, urbanistico e paesaggistico.

Dopo il riconoscimento da parte dell’Unesco il 9 luglio 2017 delle mura di Bergamo quale patrimonio mondiale assieme ad altre fortificazioni della Repubblica Serenissima di Venezia (Peschiera del Garda, Palmanova, Sebenico, Zara, Cattaro…), Italia Nostra ritiene che Genova e le fortificazioni della Repubblica di Genova, di cui restano ampie testimonianze sul territorio ligure, nel Mediterraneo e nel Mar Nero, rappresentino un patrimonio monumentale unico dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico, tale da poter aspirare anch’esso al riconoscimento Unesco.

Solo sistema difensivo della città di Genova (mura, forti, torri, porte urbane, etc.) il complesso costituisce con i suoi 19 km la più lunga cinta muraria d’Europa e nel mondo è seconda solo alla Grande Muraglia Cinese.

La candidatura espressa dalla nostra associazione – ha dichiarato Federico Anghelé, consigliere nazionale e della sezione di Genova di Italia Nostrainnescherà un serio processo di lavoro e di impegno, che prevediamo durare anni, per studiare, restaurare e valorizzare uno straordinario patrimonio che non riguarda solo Genova, ma numerosi altri siti che vanno da Porto Venere alla Spezia, da Bonifacio in Corsica a Tabarca in Tunisia e poi al quartiere di Pera a Istanbul, fino alle storiche colonie nell’Egeo (Chios) e nel Mar Nero (Caffa)”.

La ricerca sulle fortificazioni genovesi sarà finanziata dall’Unione Europea e verrà costituito un gruppo di lavoro composto da studiosi e giovani ricercatori.

Ma cosa sono queste fortificazioni? Osservando le alture di Genova dal mare, si scorgono subito i forti che punteggiano i crinali a distanze regolari, ancora perfettamente conservati, sono parte dell’ultima cinta muraria difensiva della città. Vengono realizzati sette anelli in epoche successive, con diverse tecnologie costruttive, dall’epoca romana al Seicento inoltrato.

Le successive costruzioni a Genova di nuove cinte murarie ci testimoniano l’ampliamento della città, e quindi ci permettono un più preciso riconoscimento di come la stessa identità cittadina si è sviluppata nel tempo. Dopo la cinta altomedievale (mura del IX sec., di cui restano oggi solo testimonianze), venne costruita quella, importantissima, del 1155, che racchiude tutto l’attuale centro storico, e poi quella del sec. XIV, con aggiunte del sec. XVI, che comprende la città rinascimentale, e in pratica ancora tutta la città d’Antico regime.

Le Nuove Mura del Seicento, invece, hanno la particolarità che, ancor oggi, non racchiudono solo tutta la città costruita, ma anche tutta l’area a monte del centro urbano, tuttora in parte non costruita e all’epoca zona di ville e di conventi, con ampi terreni coltivi che si spingevano più su fino alla zona a gerbido sotto i forti. Le mura iniziano a ponente della città, precisamente dal Promontorio della Lanterna, dove dal 1128 sorgeva una torre di guardia, poi sostituita dalla Lanterna che, con la costruzione delle Nuove Mura, divenne parte integrante delle stesse, e poi salgono lungo il crinale naturale che domina la Val Polcevera fino alla vetta del Monte Peralto (altezza 512 sul mare) su cui sorge il Forte Sperone, punto d’intersezione col secondo grande fronte della cinta, quello che sale dalla val Bisagno: questo triangolo di fortificazioni che racchiude completamente la città ha un’estensione di circa 19 km (che si dice la più lunga nel mondo dopo la Grande Muraglia Cinese), e si conclude ad est, in pianura, con le Fronti Basse sul Bisagno, demolite negli anni Venti del Novecento per la sistemazione di piazza della Vittoria. Un radicale intervento ha riguardato fra Otto e Novecento anche il fronte di ponente della cinta muraria, quello nei pressi della Lanterna: qui infatti non solo le mura, ma tutto il promontorio su cui sorgevano è stato tagliato per creare nuove strade (l’attuale via di Francia). Eccetto questi due tratti estremi, tuttavia, le mura del Seicento sono ancor oggi sostanzialmente integre.

Genova. Porta Soprana

Sopra le Mura corre oggi ora una strada panoramica che arriva al Peralto, che si apre in straordinari punti panoramici sulla città, sulle vallate, sulle riviere, e perfino sulle Alpi Marittime.

Le Mura del 1155, costruite a difesa dal possibile attacco dell’imperatore Federico Barbarossa, comportarono la costruzione delle Porte di Città. In particolare Porta Soprana, o di S. Andrea, a est, e Porta dei Vacca, a ovest, sono particolarmente importanti perché testimoniano gli scambi culturali di Genova nel Mediterraneo: costituite da due alte torri semicircolari che racchiudono le porte, riprendono la tipologia delle porte romane che i genovesi, più che a Roma, riscoprono in Oriente. E dalla cultura orientale arriva anche l’uso dell’arco spezzato arabo, che troviamo già in Porta Soprana. Per la costruzione delle porte arrivano anche architetti e scultori non locali, in particolare dal nord, che introducendo nuovi modi di scultura romanica nei capitelli delle Porte di Città, come anche in quelli della cattedrale, dimostrano come Genova fosse all’epoca all’avanguardia negli scambi tra il Mediterraneo e l’Europa.

Le Porte di Città medievali assumono inoltre particolare importanza perché ci sono giunte inserite nelle mura, sopravvissute sotto le stratificazioni e le costruzioni successive.

Nelle Mura del Cinquecento, invece, capolavoro assoluto è la Porta del Molo Vecchio, opera di Galeazzo Alessi, oggi completamente decontestualizzata (oltre che erroneamente denominata Porta Siberia) e nota per lo più come contenitore del Museo Luzzati: la porta è invece uno dei maggiori esempi esistenti di architettura militare cinquecentesca, con una funzione che un tempo era esaltata dalla posizione sul mare, coi baluardi che si protendevano sul molo racchiudendo come in una morsa uno spazio architettonico di grande violenza espressiva, accessibile, da quel lato, solo dal  mare. Tali forme hanno un precedente solo nei disegni di Michelangelo per le irrealizzate fortificazioni di Firenze. Nessuna delle altre Porte cinquecentesche di Genova, alcune tuttora conservate, è rimasta nella collocazione originaria.

Genova. Forte Sperone

Le Mura culminano sulla vetta del monte Peralto con le potenti masse architettoniche del Forte Sperone, complessa architettura militare che rappresentò l’estremo baluardo difensivo della città ma anche il vertice di una grande soluzione architettonico-urbanistica, dal grande valore paesaggistico. Imperdibili le straordinarie rappresentazioni della Madonna, regina della città, dipinte da Domenico Fiasella dopo il 1637, a Mura Nuove appena costruite, per le comunità dei genovesi di Palermo o di Napoli: in queste opere appare già la piena consapevolezza dalla maestosità scenografica e paesaggistica del grande manufatto., oltre che della sua imponenza architettonico-militare.

Eleonora PERSICHETTI      Genova gennaio 2018