Franco LUCCICHENTI
Vorrei ragionare sul rapporto tra mondo osservato, osservatore e la attività del fare arte.
Esiste una separazione tra le cose che ci circondano e noi ed è il FILTRO SENSORIALE (fig.1) della nostra specie che limita la capacità percettiva in modo non misurabile.
Il cosmo si rivela a noi solo in una minima parte. Basta paragonare la grandezza stimata dell’universo e la dimensione geometrica del singolo osservatore. Rispetto alla materia che compone un corpo umano, quella che abita il mondo, grande circa 15 miliardi di anni luce è incommensurabile, tende all’infinito.
Parmenide, Eraclito, Pascal e altri grandi pensatori hanno esplorato questi temi.
I nostri sensi e la capacità di assimilare della coscienza sono sicuramente condizionati da questa differenza (fig. 2).
Una BARRIERA sensoriale ci protegge dalla immensità dell’universo e LIMITA la nostra possibilità di conoscere. Solo la ricerca scientifica, la tecnica e l’evoluzione culturale ci permettono di ampliare lo spiraglio attraverso il quale spiamo il mondo. Appena emersa la coscienza l‘homo sapiens ha cercato di infrangere i limiti sensoriali che lo limitano.
La tendenza della mente filtrata dai sensi è cercare regolarità, equilibrio (fig. 3) predicibilità deterministica dei fenomeni, in definitiva certezze nel futuro. Ma, per bucare la gabbia sensoriale che circonda l’uomo, le VIE da esplorare, oltre la scienza erano e forse sono solo due la spiritualità e l’arte. La spiritualità, diffusa dalle religioni, apre al trascendente. L’ ARTE esplora e definisce FORME-PENSIERO altrettanto reali della realtà sensibile creando un doppio del mondo percepito ma ALTRO. L’arte creando “cose dell’altro mondo”stordisce i sensi oltrepassandoli (figg. 4, 5, 6).
Franco LUCCICHENTI 9 Gennaio 2022