di Giovanni MANGIACAPRA
Connessioni aps: siamo alla seconda stagione di MixArt/ arte in libreria, progetto artistico nato tra Connessioni aps e The Spark Creative Hub nel 2021, che ha colorato gli animi nella cupezza della pandemia.
Oggi siamo fiduciosi. MixArt ha avuto un grande consenso di pubblico ed è per questo che abbiamo deciso di portarlo avanti con altri artisti/e questa volta non solo campani. MixArt è iniziata l’11 febbraio con l’artista Antonella Botticelli con lei fino al 4 marzo per vedere la sua arte “in equilibrio tra visionarietà ed astrazione, dove recupera un segno carico di energia, dai forti contrasti tonali.
È all’interno di questa forte espressività a volte drammatica che l’artista rincorrere la sua dimensione esistenziale e artistica. Ha partecipato a molte mostre collettive è tenuto numerose personali in Italia e all’estero. Grazie a The Spark per avere accolto e collaborato alla realizzazione di questo progetto. Vi aspettiamo in tanti per nuovi incontri pieni di emozioni per darvi ancora energia.
Antonella Botticelli (Benevento nel 1971. Via Aldo Moro, 22, 82024 Maddaloni)
Cresciuta artisticamente sotto la guida del maestro Crescenzo Del Vecchio, dopo gli esordi figurativi approda ad una pittura informale dal forte connotato materico.
“La sua arte, in equilibrio tra visionarietà ed astrazione, recupera un segno carico di energia e dai forti contrasti tonali. È all’interno di questa espressività tesa e a volte drammatica che l’artista rincorre una sua dimensione esistenziale, caratterizzata da un forte rispecchiamento psicologico ed emozionale” (Giorgio Agnisola).
Ha partecipato a significative mostre collettive e tenuto personali in varie città italiane e all’estero. Di lei hanno scritto, tra gli altri: Giorgio Agnisola, Francesco Chetta, Luigi Crescibene, Rosalba Coppola, Edoardo Maffeo, Ilde Rampino. Articoli e recensioni sono apparsi sui seguenti periodici o quotidiani: Vive ed opera a Maddaloni.
Cosa spinge Antonella Botticelli a produrre opere astratte e materiche caratterizzate soprattutto dal bianco e dal nero, utilizzando catrami, acrilici e pigmenti e materiali diversi, su cui interviene talora con colori preziosi o forti, in sottofondo o in superficie, come ori o rossi, i primi a impreziosire lo spartito materico, i secondi a segnare lo spazio più drammaticamente, quasi a indicare un taglio o una ferita di fontaniana memoria?
Per rispondere occorre andare all’origine del segno informale, al suo bisogno primigenio di negare la realtà per ritrovarla, per sancire che l’arte è di fatto linguaggio autonomo: esperienza che va al di là, oltre la realtà stessa e non è giustificata dal solo occhio realistico.
Botticelli indaga appunto una realtà interiore. La insegue a partire da una materia spessa e rugosa, trattata egualmente con impulsività e lucidità. Il segno assume talora un movimento avvolgente, orientato a comporre come un reticolo, un intreccio insolubile nel rilievo sfibrato della superficie. L’opera nell’intrico dei segni sembra contenere uno spazio cavo, misterioso. Altre volte il segno si dispiega in spartiti più sonori e dilatati, ora densi ora rarefatti, in cui si lasciano trapelare profili vagamente allusivi di una realtà fantastica, immaginaria, onirica. In questo caso più che coprire e nascondere l’artista svela, rivela, apre lo sguardo, lo approfondisce, acuendone la prospettiva, lo distende in lontananza.
La dimensione inconscia e surreale qui è palese e non di rado altresì quella sognante. Un sogno che appare tuttavia insieme mitico e drammatico, nell’aprirsi di prospettive arcaiche e persino apocalittiche. E che testimonia la capacità visionaria dell’artista. Una visionarietà contenuta e raccontata dalla grafia scomposta del segno, sentita come urgenza di una sensibilità che si apre e dispiega ad abbracciare il mondo.
La materia diventa così specchio di un’anima, percorso di vita. Emana insomma una sorta di spiritualità dall’arte di Botticelli, una spiritualità invero in genere sofferente, persino crucifera. Come se lo spazio fosse sacrificio, conflitto. Se alcuni lavori, soprattutto i primi, si caratterizzano per una dimensione cromatica di fondo, una sorta di quinta entro cui si sviluppa la dinamica informale, in seguito il segno prende decisamente il sopravvento nella sua totalità fantastica, fino ad identificarsi come percorso che va dal generale al particolare. È appunto nel particolare che quest’arte rivela i suoi preziosismi cromatici, le sue aperture in termini di immaginazione e di sogno. Un particolare che rivela altresì tutta la meticolosa elaborazione dell’opera, che testimonia per altro verso il vigilato mestiere.
Informazioni di contatto: telefono 3334266950 mail info@antonellabotticelli.it sito https://antonellabotticelli.it/
Giovanni MANGIACAPRA Napoli 13 Febbraio 2022