Alla Galleria Canesso (Milano) incrocio tra XVI e XXI sec. Una imponente scultura 500esca dialoga con installazioni site-specific

redazione

in collaborazione presentano

Il Custode dell’orto XVI secolo – Loris Cecchini XXI secolo

Dal 29 aprile al 10 giugno, in via Borgonuovo 24, Galleria Canesso ospiterà una rara scultura
realizzata in Lombardia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, nell’ambito del mondo
di Arcimboldo. Accanto ad essa verranno allestite quattro installazioni site-specific dell’artista
contemporaneo Loris Cecchini.

Scultore lombardo (fine XVI – inizio XVII secolo) Il custode dell’orto, pietra di Viggiù, 197 x 72 x 81 cm Collezione privata
Germination rates on four poles (sequence 380), 2022 Moduli di acciaio inox 316 saldati, Welded stainless steel modules, 240 x 188 x 21 cm [HxWxD] Courtesy Galleria Continua S. Gimignano/Beijing/Les Moulins/Habana/Roma/Sao Paulo/Paris

Alta quasi due metri, la sorprendente scultura del Custode dell’orto è un caso molto raro di trasposizione  in pietra dello stile del pittore milanese Giuseppe Arcimboldo (1526-1593), l’opera di uno scultore  lombardo la cui identità è ancora avvolta nel mistero.

Nato circa quattro secoli fa per difendere  simbolicamente un parco privato, il Custode dell’orto sarà circondato da quattro opere dell’artista milanese contemporaneo Loris Cecchini che, come rami metallici, daranno vita a un giardino contemporaneo protetto dall’antico guardiano.

Dice Maurizio Canesso:

“Coltivare un orto, prendersi cura di un giardino, vuol dire porsi in un atteggiamento di salvaguardia della natura e del  nostro mondo. Il nostro colosso è metafora proprio di questo: dell’umano che si fa tutt’uno con  la natura per difenderla”.

La potenza del colosso di pietra esprime con insuperabile efficacia l’unione tra l’uomo e la natura e, allo stesso tempo, il ruolo tutelare che noi umani dobbiamo avere nei confronti dell’ambiente. Una divertente  iscrizione in latino, che accompagna la scultura, dà voce al gigante di pietra:

“io, presiedo all’orto, metto in mostra l’orto, allontano il nemico; tu che sei presente e leggi, se desideri qualcosa, chiedi gentilmente, tieni quello che hai chiesto e vattene”.

Le opere di due scultori milanesi, a distanza di cinque secoli, trasmettono un messaggio comune e  fondamentale. II giardino è anche il luogo dove si osserva e studia la natura nei suoi processi organici di  crescita e mutamento. Proprio le forme del divenire organico, regolate da leggi più  forti di quelle della  razionalità umana, sono alla base del lavoro di Cecchini. Le sue ultime ricerche sono infatti indirizzate a  strutture reticolari e conformazioni molecolari che costituiscono la struttura di base di piante e minerali. Da qui nascono affascinanti elementi modulari che aggregandosi e proliferando danno vita a strutture complesse.

Un approfondito studio della storica dell’arte Susanna Zanuso ci aiuta a comprendere il complesso, curioso e controverso percorso nel tempo di quest’ opera:

Questa sorprendente scultura è entrata nell’orizzonte  degli studi solo nel 1995 quando Gian Giacomo Della Torre Piccinelli, che ne era allora proprietario, pubblicava un articolo  nel quale la attribuiva senza incertezze a Giuseppe Arcimboldi (1526-1593): allora conservata nella sua villa di Trescore  Balneario, dove era giunta per via ereditaria, era accompagnata da una targa marmorea con una lunga iscrizione in latino, dall’autore trascritta e tradotta, nella quale il misterioso personaggio metteva in guardia l’osservatore di non scambiarlo per  una immagine di Vertunno, la divinità antica che presiedeva alla mutazione delle stagioni e alla maturazione dei frutti, essendo un più domestico “custode dell’orto” preposto a sorvegliare e difendere i suoi prodotti”
Galleria Canesso Milano

Galleria Canesso – via Borgonuovo 24
Dal 29 aprile al 10 giugno 2022
Da lunedì a venerdì, dalle ore 14 alle ore 18 o su appuntamento
Tel: 02 91555544
Mail: info@galleriacanesso.art  Web:  http://www.canesso.art/about-milan

L’attività della Galleria Canesso ruota principalmente attorno ad artisti italiani o che abbiano lavorato in Italia nell’arco di tempo compreso tra il Rinascimento e il Settecento. La scelta dei dipinti, per lo più inediti, spazia dalla pittura di genere a soggetti di carattere storico, con un’attenzione particolare per i ritratti e le nature morte.
L’interesse per i dipinti antichi accompagna Maurizio Canesso fin dalla sua giovinezza. Nel 1980 inizia a lavorare nel mondo dell’arte e nel 1994 fonda la sua prima galleria a Parigi. Inizialmentesituata in rue Rossini, nel quartiere DrSouot, ha inaugurato nel 2005 uno spazio più ampio nel 9° arrondissement, in rue Laffitte. Nel 2021 Maurizio Canesso ha deciso di aprire anche a Milano in via Borgonuovo 24. La Galleria Canesso organizza periodicamente nei suoi spazi mostre di alto profilo scientifico, in collaborazione con musei e istituzioni pubbliche, come il Museo di Capodimonte a Napoli o i Musei di Strada Nuova di Genova. Oltre ai cataloghi editi in occasione delle mostre, la Galleria ha pubblicato oltre venti volumi ad accompagnamento delle proprie opere.
La fama di serietà professionale di cui gode la Galleria Canesso si è consolidata negli anni grazie alla partecipazione alle più importanti fiere d’arte e di antiquariato (TEFAF Maastricht, TEFAF New York, Fine Arts Paris) e alle strette relazioni tessute a livello internazionale. Tra i musei ai quali ha venduto i suoi dipinti si possono ricordare: il Metropolitan di New York, Lacma di Los Angeles, la National Gallery of Canada di Ottawa, la National Gallery of Victoria di Melbourne, il Louvre di Parigi, il Musée Fabre di Montpellier, il Louvre di Abu Dhabi. La Galleria Canesso si rivolge inoltre a una clientela privata estremamente attenta ed esigente.

Galleria Canesso Parigi

Galerie Canesso. 26, rue Laffitte 75009 Paris Tel. : +33 1 40 22 61 71   http://www.canesso.art

Maurizio Canesso inizia la sua carriera nel 1980 quando,per sostenere i suoi studi presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, inizia a lavorare a Varese per un amico antiquario. Attratto dai quadri antichi, a soli 20 anni acquista la sua prima opera ed entra in contatto con mercanti e storici dell’arte del calibro di Giovanni Testori. In quel periodo conosce l’italianista Dante Isella. Il grande critico, intuendo le capacità del giovane Canesso, gli chiede di aiutarlo ad incrementare la propria collezione di opere d’arte e diventa di fatto il suo primo cliente. Maurizio Canesso deve molto alla figura di Piero Corsini, il mercante italiano che in America, in quegli anni, andava per la maggiore. Negli anni Ottanta, lavorò per lui tra New York e Parigi. Nella capitale francese comincia a lavorare in proprio fondando nel 1994 la sua prima galleria prima in rue Rossini e poi nei più ampi spazi di rue Lafitte. Nel 2012 Canesso apre una nuova sede a Lugano e dal 2021 è a Milano. Il rapporto esclusivo che instaura con la sua clientela, basato sulla fiducia reciproca, si propone di orientarla nella costituzione di collezioni che evolvano nel tempo. Il motore principale del suo impegno è la passione per la scoperta degli Old Masters e la loro valorizzazione.