di Elena GIGLI
Forse l’abbiamo vista nello stesso momento. GB
Ho ricevuto i libri che volevo / E che magari io non conoscevo / Ho avuto amore e giochi divertenti / Ma che importanza avevano i potenti / Richiami al dover dire e fare / Quando era bello il tempo per amare / Ho ritrovato l’esprit del voler bene / E di inventare coi simboli e col …. / L’amore che è un’estasi leggera / E tu amore mio, favola mia vera / Sto scrivendo al passato amore mio / Sto vivendo un ricordo o pensando a un addio / Ti voglio dire che sei affascinante / Ti voglio avere ora come amante / Sei coinvolgente e poi sei importante / Ti voglio, non solo come amante / Detesto quel Sansone vincitore / Che non si accorge del mio vero amore / La scelta ora è un patto d’allegria / Che la ragione e il tempo porta via / E se l’amore obnubila la mente / Sceglierò di restare con chi vede e sente / O inventeremo un nuovo amore insieme / Perché lo sai ti voglio, ti voglio bene
Altrimenti perché scrivere in rima / Se non per dimenticare che un’ora prima / Melanconia o paura di tristezza / Il disperato amor di tenerezza / Mi convincevano a scrivere al passato / Amore, amore mio ti ho ritrovato
MFdA, maggio 2002
La prima frase, ovvero il titolo a questo mio pensiero, è la dedica che Giacomo Balla invia alla sua fidanzata Elisa Marcucci nella cartolina del 1902 esposta nella Galleria Russo nel contesto della mostra intitolata Omaggio a Maurizio Fagiolo dell’Arco (peccato che non abbaino chiesto a chi studia Balla la didascalia giusta!).
Sopra, in un allestimento a croce (odiato dallo stesso Fagiolo che ci ha insegnato a costruire le mostre come una griglia di libro, chiudendo sempre il rettangolo) campeggia in tutta la sua bellezza il ritratto che Balla fa alla figlia Luce nel 1925: peccato solo che la didascalia parla di cartone mentre si vede anche ad occhio nudo che è una carta, come d’altra parte lo pubblicò lo stesso Maurizio nel 1998 con questo appunto:
“Le ho incontrate la prima volta nel 1967. Entrato in casa, mi sorprese la quantità di materiale inedito di Giacomo Balla: in pochi giorni convinsi il mio editore Mario Bulzoni a pubblicare un quaderno. Si chiamò Omaggio a Balla, e fu l’inizio di trent’anni di ricerche. Qualche scontro frontale (Elica detestava tutta l’arte moderna, e più di tutti Picasso). I pranzi sulla tovaglia a quadreottoni erano sempre frugali, molto spesso a base di verdura (fu attraverso la signora Flora, ortolana al mercato di vai Sabotino, che venni a conoscenza della scomparsa di Elica). L’ultimo regalo di Luce è un bellissimo ritratto controluce che le fece il padre nel 1925, l’ultimo regalo di Elica un Fiore futurista”.
Le altre pareti presentano (sempre montate a croce…orrore direbbe lui !!!) i quadri della Scuola Romana presentati in catalogo tra testi ricchi di righini nell’impaginato (altro orrore che Fagiolo faceva il possibile per annullare … ma forse oggi non si sa più cosa sia il righino dato che fa tutto il pc!). Eppure le testimonianze in catalogo parlano proprio dei suoi insegnamenti, validi un tempo … ora non più rispettati (almeno in questo Omaggio!).
E poi è vero che non si poteva mettere tutto (penso che sia stato voluto tralasciare il suo unico vero amore: il Barocco!) .. ma almeno un accenno agli artisti che lui ha scoperto e studiato negli ultimi suoi Dieci anni perché mancano?
Di Claudio Bonichi manca tutto … eppure Maurizio Fagiolo lo amava e lo studiava. In una suo catalogo di mostra a Milano nel 1999 proprio sulla Bellezza della Metafisica. Metafisica della Bellezza così ne parlava:
Claudio mi ha molto confortato durante le mie ricerche su Scipione che era in modo trasversale un suo parente … Da allora, Bonichi è diventato un punto di riferimento in un certo microcosmo dei suoi interessi. Lo consulto quando ho bisogno di sapere se un pittore sa o no dipingere, lo ascolto quando penso al futuro o al presente della pittura. Lo cerco (lui è sempre discreto e non mi chiede quasi niente) quando ho bisogno di sincerità.
E di Bonichi Maurizio mi regala un suo quadro con la tavolozza, la maschera e la moneta di 500 lire proprio nel 1999 con questa dedica scritta su un post-it giallo attaccato nel retro dell’opera: per E per Bravura Organizzativa Ariccia 1999. [Foto quadro Bonichi ]
Era il suo modo di ringraziarmi per come gli avevo organizzato e curato la mostra con il catalogo della sua collezione di quadri del Seicento Romano da donare ad Ariccia per i suoi 60 anni … il solito altalenarsi di arte antica (il Seicento) con il moderno (da Balla a De Chirico ai viventi Bonichi, Luini, Modica …).
Nel 1989 Piero Dorazio (colui che mi ha fatto scoprire Balla, mi diceva!) regala l’acquatinta A Maurizio [Foto quadro]:
come scordare Piero Dorazio a cura di MFdA per le Edizioni Officina di Roma nel 1966 dove la copertina è giocata sulle lettere colorate come aveva fatto Dorazio nella sua Fantasia dell’arte nella vita moderna nel 1955 … e ancora nel 1995 Dorazio scrive a Maurizio:
Todi 10.3.95 Caro Maurizio, Ti sono molto grato per il tuo appoggio alla mostra di Balla a Parigi.
Si tratta della mostra Giacomo Balla. “Un art de vivre” alla Galleria Arcurial di Parigi nel 1995 con un testo di Fagiolo proprio sull’art de vivre di Giacomo Balla. Per gli ultimi
Dieci anni della sua vita, MFdA ha continuato ad alternare il Barocco a Balla, Bernini a De Chirico … uno si completava nell’altro attraverso infinite figurine sparpagliate sul suo tavolo pronte a inventare nuovi giochi che presto diventeranno nuovi libri\ bambini!
Invece è arrivato quel sabato dell’11 maggio 2002 durate il quale tu non ti sei più svegliato e mi hai lasciato questi tuoi appunti in rima con il quale ho voluto iniziare questo mio ricordo nel ventennale della tua dipartita. Leggendoli con attenzione si può benissimo apprendere e far tesoro di tutti i tuoi insegnamenti scritti 20 anni fa, da mettere in pratica oggi, validi domani! Desidero – quindi – pubblicarli perché come tu ci hai insegnato – bisogna lavorare tutti insieme per un buon fine: l’amore, il rispetto, la verità!
Elena GIGLI Roma 3 Luglio 2022