di Consuelo LOLLOBRIGIDA
Sommersi da lunghe classifiche dedicate ai migliori libri di questa torrida estate tropicale, da premi letterari dove gareggiano case editrici blasonate, di vecchia e nuova schiatta, quest’estate ho portato sotto l’ombrellone quattro libri che dovrebbero entrare di diritto nelle nostre biblioteche.
Uscito dalla penna colta e sensibile di Lauretta Colonelli, già firma di punta delle pagine culturali del Corriere della Sera, “Le muse nascoste” ricostruisce le vicende “private” di protagoniste dimenticate delle grandi opere d’arte.
Incontro Lauretta nella sua casa in Maremma e insieme parliamo del nostro amore per la storia dell’arte, delle problematiche di genere e della sua idea di raccontarle in un libro. E così unendo la ricerca storica alla lettura delle immagini, amalgamando aneddoti e curiosità, giocando di contrappunto tra forma e sostanza sono nati sedici ritratti di donne che escono dall’aristocratica aura del museo per diventare mamme, sorelle, mogli, amanti, nane di corte, oggetti di desiderio erotico e sessuale. E se la storia di Costanza Bonarelli, l’amante sfregiata di/da Bernini, è ormai nota, quella di Lucia, la nana che Mantegna ritrae nella Camera Picta, dall’abito rosso di scarlatto vermiglio, una delle stoffe più preziose del tempo, è di recente scoperta. Così come lo è l’identità della “négresse”, il ritratto di Madeleine, eseguito da Marie-Guillemine Benoist nel 1800 e che da allora troneggia, a grandezza naturale, nel museo del Louvre. Risale al torrido agosto del 1930 l’American Gothic di Grant Wood, ora all’Art Institute di Chicago, divenuto nel 1941, dopo critiche feroci, icona delle virtù americane nel momento in cui gli States si preparavano a scendere in campo in difesa della democrazia. Pubblicato verso la fine del 2020 da Giunti, il libro ripercorre circa 600 anni di storia dell’arte e rompe il silenzio su sedici protagoniste di dipinti tutti (o quasi) a firma maschile.
Pochi mesi dopo, Laterza ha dato alle stampe “Vite di artiste eccellenti”, opera encomiabile di Costantino D’Orazio, divulgatore raffinato e attento. Il libro è il primo tentativo italiano di scrivere una storia dell’arte al femminile, secondo il genere degli uomini e (donne) illustri di plutarchiana memoria. D’Orazio compie un’impresa non facile nel coniugare il rispetto per la ricerca scientifica con una narrazione diretta e comunicativa, centrando l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico l’importanza della presenza femminile nella storia dell’arte. Dall’antica Grecia al XX secolo il volume è un florilegio di biografie note, ma soprattutto meno note che D’Orazio classifica in pioniere, silenziose, coraggiose, autorevoli, rivoluzionarie, libere, visionarie, compagne, contemporanee. Per una volta Artemisia Gentileschi o Frida Kahlo sono due storie e due nomi tra tanti: fanno loro compagnia Ildegarda di Bingen, Fede Galizia, Rosalba Carriera, Rosa Bonheur, Tina Modotti, Niki de Saint Phalle, Zaha Hadid, le Guerrilla Girls.
“Percorsi femminili a Roma” è una piccola guida che Enza Plotino ha ideato per All Around, uscito nell’aprile del ’21. Sulle tracce delle protagoniste della storia dell’arte, della cultura e della società, come recita il sottotitolo, il libro, in formato tascabile, è il terzo in ordine di uscita dopo “Prodigiose Amazzoni” di Gabriella Romano (Biblink, 2012), che indaga le opere delle artiste a Roma dal Rinascimento all’Ottocento; e “Donne che Dipingono” (EtGraphiae, 2013), un itinerario in musei, chiese e palazzi alla scoperte delle artiste dal Rinascimento al XXI secolo. Ad accompagnare nei quattro itinerari tra luoghi noti e piccole curiosità nascoste sono alcune donne che hanno fatto Roma: da Sulpicia, poetessa amica di Marziale che frequentava la villa romana Valerii Messallae, situata nei pressi dell’odierna Ciampino; a Ortensia, pare la prima avvocatessa di cui si abbia memoria; a Nadina Helbig, pianista russa allieva di Liszt; a Ersilia Caetani Lovatelli, la contessa archeologa, membro onorario dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma e dell’Accademia dei Lincei; alle più note Artemisia Gentileschi, Cristina di Svezia e Colomba Antonetti. Campeggia in copertina il ritratto di Maria Rosa Coccia, la prima maestra compositora romana, nata nella seconda metà del XVIII secolo a palazzo Massimo. Figura completamente dimenticata fino al 2006 quando viene istituita a Roma l’Accademia Musicale e Artistica Maria Rosa Coccia, che organizza concerti ed eventi musicali.
A Sellerio va il merito di aver pubblicato un piccolo, delizioso romanzo storico “Madame Vitti” scritto a quattro mani da Marco Consentino e Domenico Dodaro e che ricostruisce la storia delle sorelle Maria, Anna e Giacinta Caira, che partite da Atina, un piccolo paese nei pressi di Frosinone, si ritrovarono nella Parigi di fine ‘800 a fare da modelle ai pittori per sopravvivere a una quotidianità fatta di stenti e privazioni. Maria, la più grande, nata nel 1872, aprì al 49 di Boulevard du Montparnasse una scuola e un laboratorio, ovvero la prima scuola femminile di disegno, l’Académie Vitti, dando alle signorine la possibilità, negata nelle altre accademie, di ritrarre il nudo – femminile e maschile – guardando persone in carne e ossa da cui poter apprendere l’anatomia e le fattezze umane. L’Académie rimase aperta fino al 1914. Un progetto che solo la Grande Guerra poté fermare ma che cambiò per sempre l’accesso delle donne all’arte.
In quell’Accademia si incrociarono e insegnarono Paul Gauguin, Luc-Olivier Merson, Jacques-Émile Blanche, Hermenegildo Anglada Camarasa e Kees van Dongen. Il libro, che si legge d’un fiato, è corredato da vecchie fotografie, riproduzioni di manifesti che pubblicizzano l’Académie e foto di dipinti e ritratti che trasformano il romanzo in un saggio storico di stile anglo-sassone. Una storia di riscatto sociale che nasce dalla povertà assoluta. Ma anche una storia di determinazione e forza femminile in un mondo dominato solo dagli uomini.
Consuelo LOLLOBRIGIDA Roma 21 Agosto 2022