di Silvana LAZZARINO
Lo scrittore coratino Franco Leone e gli attori di Teatri 35 hanno messo in scena la bellezza immortale dell’arte del sommo pittore lombardo con un evento organizzato dalla Proloco Quadratum di Corato.
La sera del 28 agosto 2022, nel suggestivo scenario notturno del Teatro Comunale Lastella, una piazza silenziosa, attenta e gremita di spettatori ha assistito allo spettacolo “Per grazia ricevuta”, dei tableaux vivants, ovvero dei quadri viventi ispirati ai dipinti di Caravaggio.
L’evento, voluto e predisposto dalla ProLoco Quadratum in occasione della 54a edizione del Pendio, è stato introdotto dal suo presidente Gerardo Strippoli ed è stato presentato da Leone in un connubio di quattro arti: pittura, teatro, musica e poesia.
Lo scrittore coratino ha spiegato e messo in risalto i dettagli dei 14 dipinti che la compagnia teatrale ha messo in scena come quadri viventi: la Canestra di Frutta (Milano), l’Adorazione dei pastori (Messina), San Matteo e l’angelo (Roma), la Crocifissione di san Pietro (Roma), il Martirio di sant’Orsola (Napoli), la Resurrezione di Lazzaro (Messina), la Decollazione del Battista (Malta), Giuditta che decapita Oloferne (Roma), la Crocifissione di sant’Andrea (Cleveland-Ohio, USA), San Giovanni Battista (Kansas City-Texas, USA), la Maddalena in estasi (Roma), la Salomè con la testa del Battista (Madrid, Spagna), la Madonna dei pellegrini (Roma) e San Francesco in estasi (Hartford-Connecticut, USA).
Questo è il commento testuale della giornalista dott.ssa Marina Labartino presente all’evento.
Il prof. Franco Leone ha così presentato le immagini dei dipinti che scorrevano sul maxischermo:
“Annullando lo spazio tra i personaggi della composizione e noi spettatori, l’artista ci consente di entrare a far parte dell’opera. Il suo è un invito irresistibile a farci sentire la caducità della vita nelle foglie accartocciate e nei frutti in stato malsano della canestra di frutta, a farci percepire l’estrema miseria della natività di Messina, il cigolio dello sgabello di san Matteo, la forza della mano inchiodata stretta a pugno di san Pietro, l’inquietante assenza di Dio nel martirio di sant’Orsola, la spada di Giuditta che sembra trafiggere la tela con il sangue di Oloferne che pare schizzare verso noi; ma anche a farci toccare il corpo scultoreo di san Giovanni, il guizzo dei muscoli del carnefice del Battista levigati dalla luce, le profonde rughe inasprite dell’anziana seminascosta dietro Salomè, a farci scorgere la ruvidità dei piedi sporchi del pellegrino che si inginocchia davanti alla Madonna di Loreto, a lasciarci turbare dal languido abbandono di san Francesco in estasi nelle braccia dell’angelo…”.
Gli attori di Teatri 35 Gaetano Coccia, Francesco De Santis, Antonella Parrella hanno poi messo in atto la bellezza dipinta nei 14 quadri attraverso teli, drappi, colori e soprattutto attraverso il talento dell’inventiva italiana.
Etereo e luminescente come un ologramma è apparso il grazioso angelo di san Matteo sospeso nell’etere, interpretato da Antonella Parrella.
La stessa Parrella ha dimostrato la propria versatilità passando dalla soavità della Madonna della natività di Messina all’imperturbabilità della riottosa Giuditta o della glaciale Salomè. Francesco De Santis ha trasformato la tridimensionalità di Caravaggio in gesti impulsivi che, fuoriuscendo dalla scena, invadevano lo spazio dello spettatore esattamente come nell’arte del pittore lombardo: il braccio di Attila con l’arco teso contro Orsola, le dita di san Francesco in estasi, la mano di san Pietro che muore capovolto sulla croce. Fortemente concentrato Gaetano Coccia ci ha fatto trovare i suoi personaggi immersi in una realtà quasi metafisica: san Giovanni assorto nel dubbio, l’aguzzino di Salomè colto in un narcisismo sadico con il tricipite contratto, sant’Andrea proiettato in uno spazio ormai trascendente.
Così, mentre Franco Leone, attraverso la ritmica antica degli endecasillabi danteschi che scandisce i gesti dei personaggi dei quadri, ha condotto lo spettatore direttamente dentro le tre dimensioni spaziali, la compagnia di Teatri 35 attraverso gesti, drappi, colori e suoni è riuscita a portare l’osservatore dentro una ulteriore quarta dimensione: quella delle emozioni plasmate dalla luce di Caravaggio.
Silvana LAZZARINO 9 Settembre 2022