redazione
Il tempo fugge, l’arte cura …
Bisogna riflettere su chi siamo e chi vogliamo essere, ora che vivendo anni di disorientamento, sbigottiti da disastri epocali che forse ci hanno svegliato dalla coazione al consumismo. Un’opportunità sostenibile è cogliere l’invito al nutrito programma di eventi di questo Settembre tiburtino, grazie al Comune di Tivoli giunto alla 74/a edizione, sostenuto da una lunga serie di Patrocini tra i quali anche la Regione Lazio.
In particolare dal 18 al 24 settembre 2022, potremo seguire “TEMPUS FUGIT ARS MANET” il cui programma d’intenti possiamo definire emblematico. E’ una esposizione d’arte, ma non mancano conferenze storiche ed artistiche, concerti, presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali e costumi d’epoca. Vuole soprattutto essere un viaggio attraverso la storia di Tivoli, nelle sue Ville e Templi, nella Valle dell’Aniene, dal periodo romano a quello rinascimentale fino al Grand Tour, con riferimenti alle figure più rilevanti che hanno segnato il passato e rendono grande il presente (la Sibilla Tiburtina, l’imperatore Adriano ed Antinoo, Lucrezia Borgia, il cardinale Ippolito II d’Este …). Sono otto giorni di vivibile intensità culturale ed immersione nel passato, intesa a rivitalizzare e/o rievocare la memoria attraverso le espressioni di diversi artisti contemporanei, in particolare pittori, incisori, scultori, orafi e fotografi d’arte. Sono anche previsti incontri per scuole ed appassionati d’arte, con dimostrazioni ed esibizioni di tecniche e sperimentazioni nel dialogo con gli artisti.
Ideatori il giovane pittore e tautatore Antonio Proietti e l’ing Gianni Andrei, scrittore, promotore culturale, fondatore del Caffè Culturale di Tivoli, libero, indipendente e multidisciplinare, nato nel 2018 (come emanazione del Cenacolo degli Ardenti) e tutt’ora vivacissimo centro simbiotico tra cultura umanistica ed antropologica; lui stesso animatore e portatore di un costante impegno per rivitalizzare la memoria archeologica ed artistica del territorio, soprattutto come aspirazione alla rinascita sociale, etica e culturale. Andrei inoltre non fa mistero di aver sempre sottoposto la sua professione ed il suo impegno manageriale al Ciclo di Deming per il miglioramento continuo, anche in corso d’opera.
La locuzione latina TEMPUS FUGIT, deriva da un verso delle Georgiche di Virgilio: “Sed fugit interea fugit inreparabile tempus” ma la locuzione è presente anche nell’opera Alice in Wonderland, ineguagliato viaggio nel tempo e nei sistemi spazio temporali secondo il matematico Lewis Carroll, mentre invece oggi questa considerazione potrebbe essere paragonata al Carpe diem, viceversa dovremmo riprenderci le nostre responsabilità. Soprattutto sapendo quanto (nell’epoca geologica attuale detta Antropocene – termine coniato dal biologo Eugene F. Stoermer, adottata nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen) si sia aggravato il rapporto di equilibrio tra esseri umani e quell’ambiente che condividiamo con altre creature. Infatti nonostante le denunce di ambientalisti e scienziati, abbiamo continuato a vivere per molti anni “come se questo futuro fosse già presente, come se la perennità ci fosse sempre concessa. E’ proprio questa perennità che risulta paradossale, perché circoscritta a un presente continuo che non ha nessuna reale proiezione verso l’avvenire e che non affonda più le radici in un coerente passato” scriveva Gillo Dorfles già nel 1997. (Da “Irritazioni – Un’analisi del costume contemporaneo” Luni editore).
Anche l’Arte infatti, come fenomeno sociale e linguaggio, è andata progressivamente perdendo concretezza e sempre più il pubblico è stato eletto protagonista interattivo nella perdita della “distanza” tra reale e virtuale, immerso come in una ludoteca per adulti, così la definiva pochi anni fa il compianto Philippe Daverio. Con la riscoperta della Grande Storia invece, almeno in Italia in questi stessi anni, c’è stato un contemporaneo movimento di integrazione con le nostre radici, (non solo biologiche ed ambientalistiche) nelle trasmissioni TV e nei media, nei documentari a puntate, nei libri degli storici e nelle autobiografie di protagonisti, con le visite degli ultimi testimoni viventi nelle scuole.
Lo stesso Freud oppure D. W. Winnicott hanno definito la creatività come esplorazione di uno “spazio transizionale”, individuando negli artisti la capacità di navigare nelle acque profonde dell’inconscio, per poi riemergere con un messaggio originale, che conservi la dimensione dello spazio e del movimento, storicizzato nel tempo della società a cui si riferisce ma anche, sorprendentemente, che anticipa eventi epocali ed anche concetti innovativi della dimensione scientifica. Ci uniamo inoltre al proponimento per una vera mutazione, una emancipazione della mentalità umana più idonea alla sopravvivenza del nostro Pianeta, poiché siamo in una società democratica solo in virtù del nostro essere morali e disposti a prendercene l’onere e la responsabilità, con cura e leggerezza, poiché l’atto morale è l’antitesi del potere e della sua logica violenta.
Prendiamo infine in esame i sei artisti che in questa occasione espongono le loro opere e cominciando dal più giovane, Antonio Proietti https://antonioproietti.art/ che nasce a Tivoli nel 1982 e possiamo dire che fin dagli anni del liceo ha subito il fascino dell’arte rinascimentale e barocca (sotto la guida del maestro e storico dell’ arte sacra Rodolfo Papa) divenendo erede di un virtuosismo tecnico eccezionale. Un apprendistato che ha portato l’artista a studiare per dieci anni l’uso e la forma del colore, le tele con le imprimiture, il disegno, gli spolveri e i cartoni dell’affresco. Questa lunga e duratura collaborazione l’ha portato ad accettare molte commissioni importanti, affrescando cattedrali, chiese e monasteri in molte città d’Italia. Dai riferimenti rinascimentali l’artista viene attratto poi dallo stile romantico francese del 1700 e 1800. Questo percorso, caratterizzato dallo studio delle ombre cupe, ma anche della luce e delle trasparenze dei colori dei pittori del manierismo, si avvicina sempre più ad una ispirazione idealizzante, dalla vocazione eclettica che vede le sue ultime opere dedicate ai miti e leggende Tiburtine, proponendo una trasfigurazione dei miti nell’immaginario del post/moderno, reinterpretando le figure leggendarie come la Ninfa Albunea, la Sibilla Tiburtina, Ercole Vincitore …
Insieme all’artista graphic-designer, type designer, calligrafa Cira Viggiano, hanno realizzato una rappresentazione grafico/pittorica della corrispondenza tra il Bembo e Lucrezia Borgia, un amore passionale e segreto, espresso attraverso la grafia in caratteri gotici a cura della Viggiani e l’apparato ornamentale delle due figure allegoriche, a cura del Proietti.
Cira Viggiano è Graphic Designer, Type Designer, Calligrafa, laureata in Disegno Industriale e specializzata con Lode in Grafica d’Arte e Progettazione. La sua tesi triennale sulla “Progettazione di un carattere tipografico: Sinus” è stata premiata dalla “Raimond Loewy Foundation Italy di Milano”. Il risultato di questo progetto di Type Design, l’ha messo in contatto con i maggiori esponenti del settore, come Piero De Macchi, Giovanni Lussu, Silvana Amato, Luciano Perondi, Massimo Polello ... Ha abbracciato la passione per la calligrafia; dagli stili più gestuali a quelli più didattici, da più di 15 anni, ora fa parte del suo lavoro di progettista. Dal 2008 ho iniziato l’esperienza di insegnamento al “Quasar Design University” di Roma dove ha insegnato per 7 anni materie relative al Type design, Lettering e Progettazione Editoriale. Attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti di Roma (applicata alla tipologia dei materiali) e alla Sapienza di Roma alla triennale di Design. Dal 2015 coordina le attività del Museo “Il Borgo dei Cartai” di Subiaco, dove è responsabile delle attività di laboratorio sulla stampa, il lettering, la calligrafia e la legatoria.
Spesso partecipa a mostre collettive relative al libro d’artista e composizione calligrafiche.
Un altro tipo di spiritualità, più orientaleggiante, anima la lunga carriera artistica del maestro Placido Scandurra, pittore ed incisore, tra l’altro autore di una lunga serie di grafiche stampate a mano che illustrano il libro del giornalista Agostino Bagnato “Villa D’Este” (Agra editrice 2004) tra queste il ritratto di Lucrezia Borgia (in foto) e la ricerca pittorica sulla Sibilla di Tiburtina che fa da copertina al libro di Carla Guidi Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima mundi: la poetica di Placido Scandurra presentato in questa occasione da Carla Guidi e Marco Testi il giorno 19 settembre.
Pittore, incisore e restauratore – è nato ai piedi dell’Etna a Santa Maria di Licodia (CT) nel 1947. Molto ci sarebbe da dire su queste origini e sulla sua carriera, lenta e determinata, verso un successo artistico e culturale, passando dall’essere (ancora ragazzino) prima contadino, poi muratore, poi stuccatore e decoratore, per recarsi poi, appena quindicenne, a Catania, apprendista nello studio del restauratore Giovanni Nicolosi e giovane amico del pittore Antonio Villani. Il servizio militare a Roma diventa quasi un destino, poiché qui completerà la sua formazione artistica, prima all’Istituto Centrale del Restauro, divenendo un apprezzato restauratore e partecipando anche a diverse missioni in Italia ed all’estero. Poi proseguirà con i corsi alla Calcografia nazionale di Roma, infine con il diploma dell’Accademia di Belle Arti, diventerà insegnante di Discipline Pittoriche, riuscendo infine a riunire la famiglia siciliana, portandola con sé a Roma. Per completare infine la sua filosofia e la sua formazione, aderirà al movimento di “Sahaja Yoga” o Yoga spontaneo che Shri Mataji Nirmale Devi aveva fondato in Occidente. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private e si possono visionare insieme ai numerosi testi critici nel sito – www.placidoscandurra.it
Placido è socio onorario da più di vent’anni del Centro Internazionale Antinoo per l’Arte/Centro Documentazione Marguerite Yourcenar e quest’anno la dottoressa Howard, direttrice della Société Internationale d’Etudes Yourcenariennes ha pubblicato due incisioni di Placido nel Bulletin n° 42 (dicembre 2021) di cui una rappresenta Antinoo e l’altra Adriano.
Anche le foto dell’artista Valter Sambucini rappresentano la famosa Sibilla Tiburtina ed Antinoo sullo sfondo di Villa Adriana, ma con una diversa interpretazione visiva, mentre in genere le sue foto rappresentano forme tecnico/pittoriche paesaggistiche che, nella digitalizzazione delle immagini, raggiungono la poesia passando attraverso i riflessi acquatici dello storico fiume e delle fontane delle Ville.
Da giovanissimo è stato direttore responsabile della rivista Effeuno e consulente per l’automazione dei processi di post-produzione, di controllo della qualità e di stampa con i maggiori stabilimenti cinematografici italiani, quali: Cinecittà, Vittori, Telecolor. Laureato in ingegneria elettronica nel 1980, ha avuto numerose esperienze lavorative nell’ambito della ricerca applicata. Negli anni ’90 è stato ricercatore all’ENEA, poi all’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e si è occupato dalle prime applicazioni con i laser all’utilizzo di metodologie di telerilevamento. E’ autore o coautore di oltre cento pubblicazioni, tra articoli su riviste tecnico-scientifiche, contributi in Convegni nazionali ed internazionali mentre le sue foto sono state pubblicate su diverse riviste e quotidiani.
Le sue ricerche fotografiche in senso antropologico sono state esposte in varie occasioni, per esempio a Lucca alla Comics & Games ed a Borgo a Mozzano in Garfagnana per la decennale Halloween Celebration. Ha partecipato con ricerche fotografiche al libro di poesie di Anna Bigoni Acqua dolce, acqua salata. Dove il Po incontra il mare (Robin 2020) ed al libro Città reali, città immaginarie di Carla Guidi (Robin 2019). Quest’ultima ricerca è stata segnalata con un articolo nel terzo volume del saggio di Giorgio Di Genova Interventi ed erratiche esplorazioni sull’arte. La dialettica del mestiere di un critico (Gangemi editore 2021). http://www.valtersambucini.it
Infine la scultura è ben rappresentata da due maestri in quest’arte.
Maurizio Lauri è autore di Linee di oreficeria ed accessori per l’Alta Moda e per le Reti Museali scultore di opere di Arte sacra e di Arredo Liturgico, docente nei Settori Beni Culturali ed Artigianato artistico, ma anche restauratore di manufatti in metallo prezioso, legno e lapideo, specializzato nel ripristino funzionale di suppellettili liturgiche ed arredi sacri e collaboratore del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico dell’Arma dei Carabinieri, già fondatore di enti accreditati presso la regione Lazio, nei settori beni culturali ed artigianato artistico (lnr school – eventart – ass. lapis onlus) docente nei centri arti e mestieri del comune di Roma, presso l’istituto europeo di design e l’accademia di costume e di moda, curatore di mostre, rassegne d’arte e progetti congiunti scuola-museo con il polo museale romano, l’università Pontificia Salesiana, l’ufficio delle celebrazioni liturgiche del sommo Pontefice, Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” attualmente direttore didattico dell’Accademia Internazionale Arti e Restauro e curatore dei progetti di Reinserimento sociale “ArSalus” presso l’Unità Spinale Unipolare del C.T.O. di Roma ed “ExArte” rivolto a persone prive di libertà nelle Case circondariali di Cassino e di Rebibbia e presso l’Istituto Minorile di Casal Del Marmo. Direttore artistico Progetto di Arte, Ambiente e Riuso “Il Sentiero Coleman” per il Parco Regionale Naturale dei Monti Simbruini, è anche curatore di mostre ed autore di diverse pubblicazioni su Arte, Sviluppo sostenibile e Riuso,Tracciabilità dei metalli preziosi, Estrazione con modalità rispettose dell’integrità del Territorio, Tutela dei diritti delle popolazioni locali. In foto I Monili di Lucrezia Borgia, “Medusa” Centrale di collier in oro e avorio e bracciale con i serpenti.
Pietro Panella è un artista formatosi giovanissimo alla dura scuola nel secolo passato, dove il talento veniva forgiato attraverso lo studio costante dell’anatomia, non disgiunta dal duro lavoro fisico. Giovanissimo viene introdotto nell’ arte della scultura, nella scuola d’arte ornamentali in via di san Giacomo a Roma, i suoi primi esercizi accademici furono piccoli volti di putti e studi anatomici, quando ancora esistevano le scuole serali, con le tecniche del disegno ornato e tratteggio, senza tralasciare lo studio della materia e quindi già con le mani sulla pietra nuda. A quattordici anni finita la terza media, Panella lavora al suo primo lavoro nella bottega dell’artista Dico Bertaldo, monumenti dalle dimensioni colossali che furono spediti in America e partecipa alla realizzazione di monumenti per molti paesi del mondo, come il monumento ai caduti nel Libano di Mazzacurati, molti di essi che portano la firma di Marino Mazzacurati sono stati sbozzati e rifiniti da allievi scalpellini come lo stesso Pietro Panella. (Renato Marino Mazzacurati – Galliera, 22 luglio 1907 – Parma, 18 settembre 1969). Uno dei più grandi lavori a cui è legato, per ricordi da giovane artista e a cui mise mano, fu il maestoso monumento dello Scugnizzo di Napoli, opera dello scultore Marino Mazzacurati, gruppo scultoreo dal forte impatto evocativo e drammatico, che contava quasi duecento blocchi di pietra rossa del Soriano del Cimino.
Nelle sue molteplici collaborazioni non possiamo tralasciare alcune riproduzioni in scala che esegui per il celebre artista Giacomo Manzù. La sua produzione più importante Panella la dedicò alle opere commissionate dall’attore Antony Quinn, conosciuto all’età di trentanove anni e da quel primo momento tutto fu diverso, non avrebbe mai detto che quell’incontro gli portò una produzione di centinaia di opere che ad oggi portano la firma di Quine. Panella è uno degli ultimi artisti del Nostro secolo che fanno parte di quel retaggio artistico dove il talento non era nulla senza lo studio arduo e costante, attraverso il duro lavoro di fatica, costanza e volontà.
Concudendo “TEMPUS FUGIT ARS MANET” risulta un poliedrico contenitore culturale, grazie anche al coinvolgimento e la collaborazione di molte persone note in diversi ambiti culturali e di importanti associazioni e sodalizi del territorio che riassumiamo – Società Tiburtina di Storia e d’Arte – Accademia Internazionale Arti e Restauro – Accademia del Desco d’Oro – L.U.I.G. (Libera Università Igino Giordani) – AMT (Amici della Musica Tivoli) – Coro G.M. Nanino – CDM (Centro Diffusione Musica) – Gruppo Storico Publio Elio Adriano – Associazione Pro Loco di Castel Madama. Intervengono inoltre, insieme agli artisti in elenco dettagliato, Carla Guidi, critica d’arte, scrittrice e giornalista, Lucrezia Rubini, docente e critica d’arte, Francesco Ferruti, docente, storico e Presidente della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, Benedetta Adembri, archeologa, già direttrice della Villa Adriana, Ilaria Morini, docente di Storia dell’Arte e Letteratura Italiana ed esperto d’arte, Marco Testi, storico della letteratura e critico letterario, Lucrezia Corboz, Marina Monaco e Emanuela Colasanti, studiose della cultura rinascimentale, Carlo Gizzi e Giusi Martinelli, attori teatrali, Gianni Andrei, promotore de Il Caffè Culturale, Coro G.M. Nanino – Coro del CDM – Musicisti AMT.
Roma 11 Settembre 2022