di Michela CICALINI
Il Libro d’Ore della famiglia Guyot
Michela Cicalini, Research Centre for European Philological Tradition
Durante la Scuola Estiva di Frammentologia 2022, organizzata dal Research Center for European Philological Tradition, ho avuto l’opportunità di lavorare alla ricostruzione di quello che abbiamo ribattezzato Libro d’Ore della famiglia Guyot.
Ho iniziato la mia ricerca partendo da un semplice foglio miniato (Fig. 1), venduto da un commerciante tedesco, seguendo fedelmente ogni passo descritto nel WBRM.
Il foglio di partenza è quello che, nell’ambito del WayBack Recovery Method (WBRM), viene classificato come “frammento digitale di III tipo” (di cui, cioè, si possiedono le immagini sia del recto, sia del verso), raffigurante l’Evangelista Giovanni sull’isola di Patmos; nel bordo inferiore della miniatura compare uno stemma (evidentemente ritoccato).
Ricostruendo digitalmente il codice, questo frammento digitale si è rivelato essere il foglio 13 del manoscritto madre.
Attraverso il WBRM, durante la fase della recensio, il ritrovamento di frammenti digitali di fogli fratelli si è rivelato estremamente rapido, fruttuoso e selettivo.
Una volta in possesso di un numero sufficiente di frammenti digitali, il repertum (ossia la fase in cui si perviene al reperimento di informazioni e di foto del manoscritto ancora integro), si è rivelato altrettanto veloce, permettendomi di identificare il manoscritto madre in un’asta di Sotheby’s del 2006.
Nel catalogo di vendita, gli esperti della casa d’aste londinese ipotizzano che si potesse trattare di un Libro d’Ore confezionato in occasione di un matrimonio, suggerendo che lo stemma del primo proprietario possa essere stato cancellato dal fol. 13 recto e quello della moglie dal fol. 117 recto. Inoltre, visto che l’uso liturgico all’interno del codice è misto, avanzano l’ipotesi che uno dei destinatari provenisse da Nantes, mentre l’altro da Amiens.
Sono stata in grado di reperire il frammento digitale del fol. 28 recto (Fig. 3), con la miniatura in cui è raffigurato il primo proprietario.
Nel caso del nostro codice, l’uomo indossa un lungo abito color rosso bordeaux, tipico abbigliamento dei mercanti dell’epoca, e sembra avere con sé una sacchetta verde attaccata alla cintura, con ogni verosimiglianza la cosiddetta chemise dello stesso Libro d’Ore.
Solitamente quando questo genere di libri di preghiera erano confezionati per una coppia, ad essere raffigurati in ginocchio di fronte alla Vergine erano entrambi i destinatari. Va notato, tuttavia, che nel manoscritto le preghiere Obsecro te (fol. 22v) e O intemerata (fol. 28r) sono entrambe esclusivamente alla forma singolare maschile: se i destinatari fossero stati un uomo e una donna, la forma sarebbe stata sì maschile, ma plurale. Inoltre non mi pare un dettaglio privo di importanza che la miniatura rappresenti esclusivamente un uomo inginocchiato davanti alla Vergine.
I due stemmi, un tempo presenti nel manoscritto (di cui ho recuperato i frammenti digitali insieme alla Professoressa Carla Rossi), al momento, si sono rivelati di scarso aiuto, poiché entrambi sono stati ritoccati. È interessante però notare, come lo stemma con l‘Agnus Dei, che appare sotto la miniatura dell’Evangelista Giovanni, sia abbastanza simile allo stemma del Parlamento di Rouen. Si noti, inoltre, che l’uso liturgico delle Ore della Vergine segue quello di Nantes, mentre, quello dell’Ufficio dei Morti, l’uso liturgico di Roma e di Rouen. Il calendario, invece, rimanda inequivocabilmente alla città di Amiens, giacché vi compaiono santi venerati esclusivamente nella cittadina sulla Somme.
Fig. 7 Recueil de blasons peints (1500 – 1600), BnF. Département des Manuscrits. Français 17256, and The Guyot Hours, fol. 13 recto,
Lo stile artistico delle miniature richiama quello della città di Rouen, uno dei maggiori centri di produzione di manoscritti tra il XIV e il XV secolo.
Il ritocco dello stemma con l’Agnello Pasquale risulta essere particolarmente evidente sul lato destro dello stemma attuale, dove il color rosso è più vivo ed acceso. D’altra parte, nel catalogo di Sotheby’s, si afferma esplicitamente che lo stemma risultava poco visibile quando il manoscritto venne messo all’asta, è quindi probabile che sia stato abbondantemente ritoccato dal commerciante tedesco che lo ha venduto dopo lo smembramento del codice.
Ritengo inoltre molto probabile, che le aggiunte relative all’uso liturgico di Rouen siano da attribuire al secondo proprietario del manoscritto, quel J. Guyot di cui si parla nel catalogo d’asta e che, intorno all’inizio del XVI secolo, aggiunse di suo pugno numerose preghiere e, nel calendario, date di compleanno di alcuni componenti della sua famiglia.
L’edizione del Libro d’Ore della famiglia Guyot uscirà nel 2023, presso l’editore londinese RECEPTIO Academic Press, ma chi volesse iniziare a sfogliare il manoscritto (parzialmente) ricostruito digitalmente, può cliccare su questo link: https://www.receptioacademic.press/guyotboh
Descrizione del codice
Libro d’ore, secondo l’uso liturgico di Nantes, Amiens e Rouen, in latino e francese, su pergamena. Francia, 1485 circa – 1510. 194 ff. 120 x 80 mm. 15 righe (64 x 40 mm), scrittura bastarda. Bordi dipinti su quasi tutte le pagine (decorazione parzialmente ridipinta dopo il 1500, per nascondere la proprietà originale). Complessa combinazione di contenuti e stili. Messo all’asta come manoscritto integro da Sotheby’s, il 6 luglio 2006, lotto. 88. Venduto in fogli singoli su eBay, nel 2006. Tre miniature messe all’asta da Bloomsbury, 601/2007, lotti 17, 18 e 19.
Michela CICALINI 11 Settembre 2022