di Giulio de MARTINO
Fino al 10 aprile 2023, si può visitare al MAXXI di via Guido Reni 4/a una mostra di enorme interesse anche per i non specialisti. La promuove, insieme alla Fondazione MAXXI, l’ENI che rappresenta – in ambito internazionale – la punta più avanzata della ricerca e della produzione italiane nell’ambito del reperimento e dell’utilizzo delle fonti energetiche oltre che della costruzione delle relative infrastrutture.
TECHNOSCAPE. L’Architettura dell’ingegneria è stata curata da Maristella Casciato e Pippo Ciorra. Attraverso grandi fotografie, filmati, bacheche di disegni e documenti, installazioni di modelli e pannelli esplicativi, la mostra illustra il rapporto intercorso – nel ‘900 e nei primi decenni del sec. XXI – tra architettura, ingegneria strutturale, innovazione tecnologica digitale e sensibilità ecologica.
La crescente attenzione di architetti e ingegneri per la «compatibilità ambientale» non costituisce una aggiunta tardiva, bensì è il segnale di un profondo interesse connaturato alle forme stesse della progettazione. L’ambiente (Environment) non è solo il contesto fisico e la fonte dei materiali delle costruzioni, ma è anche il loro contesto di sviluppo e di uso sociale.
La mostra ha carattere storico (le realizzazioni emblematiche) e carattere tecnico (le trasformazioni della progettazione in studio e della produzione sul territorio fisico). Nell’insieme, documenta i cambiamenti intervenuti con la rivoluzione digitale (Digital Revolution) e con la coscienza ecologica (Environmental Conscience) nel lavoro di ingegneri e architetti.
Sviluppatesi nell’antichità e nel mondo medievale come un’unica disciplina meccanica – che univa sia l’aspetto artistico sia quello tecnico – l’architettura e l’ingegneria si sono divise, in epoca moderna, per il prevalere di un malinteso dualismo tra la rappresentazione artistica e l’edilizia. Dualismo che ha portato alla separazione tra colui che si dedica agli aspetti estetici e sociali delle costruzioni, l’architetto, e colui che si occupa prevalentemente degli aspetti tecnici e strutturali, l’ingegnere.
In realtà, lo sviluppo tecnologico ha creato l’interfaccia digitale della progettazione e della realizzazione ed ha costituito il trait d’union tra i due ambiti. La tecnologia presente all’interno delle strumentazioni e dei macchinari adoperati da architetti e ingegneri si è profondamente integrata con la loro attività cognitiva, etica e creativa, in vista della comune finalità sociale.
La mostra procede a doppio binario nella storia dell’architettura e nella storia dell’ingegneria per giungere al campo aperto della progettazione globale, tenendo uniti il versante strutturale e ingegneristico con il versante architettonico e ecologico-sociale.
Si getta così uno sguardo verso il futuro – che è, in realtà, il presente delle aziende e dei centri di ricerca – attraverso l’esibizione delle installazioni e delle sperimentazioni di sette centri universitari tra i più importanti del mondo: dal MIT (Massachusetts Institute of Technology), all’Università di Princeton, alle università politecniche europee come lo IUSS di Pavia.
Coefficiente dell’architettura e dell’ingegneria sono le idee ambientaliste contemporanee che hanno focalizzato le due differenti concezioni della nostra cultura sulla relazione tra uomo e ambiente.
Da un lato si è sviluppata la valutazione economica e utilitaristica dell’ambiente, considerato come giacimento inesauribile di risorse funzionali alla vita della società umana. Dall’altro lato, si è sviluppata la visione sistemica e scientifica dell’ecologia, secondo la quale l’ambiente ha un valore intrinseco, indipendente dalle esigenze di utilità sociale. La sua integrità è il presupposto decisivo della qualità della sopravvivenza della specie umana sul Pianeta.
Architettura e Ingegneria hanno individuato – insieme – i punti di convergenza fra le due visioni dell’ambiente, attuando una forma di progettazione e di costruzione che unisce l’aspetto economico con quello estetico e simbolico e l’aspetto funzionale con quello della sostenibilità dell’impatto ambientale.
Come suggerisce il titolo TECHNOSCAPE – neologismo che indica la fusione di «tecnologia» e «visualità» – la mostra rappresenta un valido step nel programma di lavoro del Grande MAXXI: hub interdisciplinare di arti visive e architettura, scienza e tecnologia, in sintonia con l’approccio europeo di Ursula von der Leyen quando ha promosso il New European Bauhaus.
È la nuova idea-quadro della progettazione che ruota intorno a quattro priorità: 1. Reconnecting with nature. 2. Regaining a sense of belonging. 3. Prioritising the places and people that need it the most. 4 Shaping a circular industrial ecosystem and supporting life-cycle thinking[1].
Il racconto della mostra ha inizio con il riesame di edifici-simbolo dell’architettura e dell’ingegneria del Novecento come il Palazzetto dello Sport di Nervi a Roma, la Multihalle olimpica di Frei Otto e il Beaubourg di Parigi, si amplia poi a capolavori ingegneristico-architettonici collocati ai quattro angoli del pianeta: l’Opera House di Sidney di Ove Arup, il museo di San Paolo di Lina Bo Bardi e Figuereido Ferraz, le cupole di Buckminster Fuller, la Hall of Nations di Mahendra Raj a New Delhi, il mercato di Beda Amuli a Dar Es Salaam fino ai capolavori di Mamoru Sasaki e di altri strutturisti giapponesi.
Si tratta di edifici che suscitano la generale ammirazione. Sono veri e propri «monumenti del contemporaneo» che non avrebbero visto la luce senza la collaborazione tra architetti e ingegneri. I visitatori trovano in questi edifici – divenuti meta di turismo culturale al pari degli antichi templi e mausolei – quella bellezza e quella visionarietà che erano scomparse, alla metà del ‘900, quando la riduttiva utilizzazione delle competenze dell’ingegneria e la marginalizzazione dell’architettura, condussero alla realizzazione di opere pubbliche e di insediamenti abitativi privi di qualsiasi piacevolezza e di ogni suggestione estetica e culturale.
Oggi l’architettura – rifiutando la collocazione, storicistica e utopistica, di metodo astratto di disegno e progettazione – si propone sul territorio in sinergia con l’ingegneria strutturale e la scienza dei materiali, nel suo ruolo di ideazione e costruzione dei luoghi e dei modi dell’abitare umano in armonia con l’ambiente.
La mostra del MAXXI ci conduce così alle soglie dell’urbanistica: l’inserimento dei singoli manufatti nel tessuto del territorio antropizzato, negli spazi urbani globali, attraverso la pianificazione delle modificazioni del territorio naturale incluso nelle città o collegato ad esse.
Giulio de MARTINO Roma 2 Ottobre 2022
LA MOSTRA
TECHNOSCAPE. L’architettura dell’ingegneria,
a cura di Maristella Casciato e Pippo Ciorra,
Fondazione MAXXI | Museo nazionale delle arti del XXI secolo – Ministero della Cultura
via Guido Reni, 4A – 00196 Roma
dal 1 ottobre 2022 al 10 aprile 2023
Main partner ENI
IL CATALOGO
TECHNOSCAPE. L’architettura dell’ingegneria
a cura di Maristella Casciato e Pippo Ciorra.
testi di: Maristella Casciato, Pippo Ciorra, Lucia Allais, José Aragüez, Barry Bergdoll, Cristiana Chiorino e Mario Alberto Chiorino, Jean – Louis Cohen, Patricio del Real, Anat Falbel, Tullia Iori, Seng Kuan, Luca di Lorenzo Latini, Gina Morrow, Mohsen Mostafavi, Sarah Nichols, Guy Nordenson, Antoine Picon, Nina Rappaport.
Doppia edizione italiano e inglese, 304 pagine, Forma edizioni 2022.