redazione
Non è un mistero che Roma sia costituita da 198 microcittà
…«Ognuna di queste microcittà è dotata di un proprio senso, almeno per chi ci abita. Fuori da quelle microcittà, nel generico spazio metropolitano, gli abitanti sono come spaesati, privi di qualsiasi riferimento comune a tutti, privi insomma di identità cittadina» (Capitolium – la rivista del Comune di Roma, da un’indagine condotta dal CRESME).
Ma se l’identità è l’identificazione con la propria “storia”, il proprio passato, le proprie radici culturali, negarle è una violenza, ma rimanerne aggrappati e non guardare al futuro, essere spaventati dalle cosiddette “contaminazioni” e fisiologiche trasformazioni, è un’altra forma di violenza. Conservare i documenti del proprio passato, della propria cultura, della propria formazione, per quanto essa possa essere aberrante o amata, è doveroso e fondamentale perché il futuro possa essere consapevole di ciò che è avvenuto e non ripeterne gli errori, ma anche per tramandare la bellezza delle soluzioni artistico-culturali che hanno creato basi importanti per un discorso che continua a dipanarsi e coinvolge vari livelli di comunicazione e di ulteriori contributi creativi.
Con questo crediamo che la settimana dell’Arte di Roma, ovvero la ROME ART WEEK – l’ormai famosa rassegna alla sua settima edizione dal 24 al 29 ottobre 2022 – sia a ragione sempre più frequentata ed apprezzata, annoverando e collegando energie creative ed economiche. Per un approfondimento si può leggere il dettagliato articolo del nostro precedente numero, a firma di Silvana Lazzarino (Cfr https://www.aboutartonline.com/rome-art-week-la-7a-edizione-presentata-in-campidoglio-dal-24-al-29-ottobre-400-appuntamenti-gratuiti/)
Focalizzando ulteriormente segnaliamo che –
Alla MUEF Art Gallery via Angelo Poliziano, 78/B, “SOGNI E PREDIZIONI DELL’ARTE” con gli artisti Valter Sambucini e Placido Scandurra. Orario – 16.30-20.00.
All’Associazione Culturale Lavatoio Contumaciale, Piazza Perin del Vaga, 4, “PIETRALATA E L’EVOLUZIONE DELLA BORGATA DELLE CASE DA 7 LIRE” con gli artisti Marco Bianchi, Francesca Pes, Emanuela Secci, Antonio Virzi. Orario – 17.30-20.00.
Il primo progetto è stato ideato e curato da Carla Guidi ed è dedicato alle opere fotografiche di Valter Sambucini www.valtersambucini.it e quelle grafico/pittoriche di Placido Scandurra www.placidoscandurra.it, artisti accumunati da un simbolismo visionario e dal generoso uso del colore, ma soprattutto da una concezione ecologica del rapporto umano con l’ambiente e da una ispirazione poetica ispirata al sostanziale rapporto di rispetto per tutte le creature della Terra.
Il concetto di non violenza legato in particolare all’interpretazione della mitologia di Marija Gimbutas, archeologa e linguista lituana – sulla sua ricerca della civiltà della Grande Madre di società primordiali europee – e sugli studi della sociologa e saggista statunitense Riane Eisler, ispirati a quella, riguardano l’esistenza storica di un possibile modello mutuale delle società. Crediamo anche noi infatti che la creatività, come esplorazione di uno spazio simbolico – all’origine di nuovi linguaggi – abbia la capacità di navigare nelle acque profonde dell’inconscio per poi riemergere con un messaggio originale, che conservi la dimensione dello spazio e del movimento, storicizzato nel tempo della società a cui si riferisce, ma anche, sorprendentemente, che anticipi eventi epocali e concetti innovativi.
Valter Sambucini, romano, usa la fotografia digitale come forma pittorica. Da giovanissimo è stato direttore responsabile della rivista Effeuno e consulente per l’automazione dei processi di post-produzione, di controllo della qualità e di stampa con i maggiori stabilimenti cinematografici italiani, quali: Cinecittà, Vittori, Telecolor.
Laureato in ingegneria elettronica nel 1980, ha avuto numerose esperienze lavorative nell’ambito della ricerca applicata. Negli anni ’90 è stato ricercatore all’ENEA, poi all’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) e si è occupato dalle prime applicazioni con i laser all’utilizzo di metodologie di telerilevamento.
Le sue ricerche fotografiche in senso antropologico sono state esposte in varie occasioni. Ha anche partecipato con ricerche fotografiche ad alcune pubblicazioni, citiamo la ricerca Città reali, città immaginarie di Carla Guidi (Robin 2019) segnalata con un articolo nel terzo volume del saggio di Giorgio Di Genova Interventi ed erratiche esplorazioni sull’arte. La dialettica del mestiere di un critico (Gangemi editore 2021).
Placido Scandurra – Pittore, incisore e restauratore – è nato ai piedi dell’Etna a Santa Maria di Licodia (CT) nel 1947.
Molto ci sarebbe da dire su queste origini e sulla sua carriera, lenta e determinata, verso un successo artistico e culturale, passando dall’essere (ancora ragazzino) prima contadino, poi muratore, poi stuccatore e decoratore, per recarsi poi, appena quindicenne, a Catania, apprendista nello studio del restauratore Giovanni Nicolosi e giovane amico del pittore Antonio Villani. Il servizio militare a Roma diventa quasi un destino, poiché qui completerà la sua formazione artistica, prima all’Istituto Centrale del Restauro, divenendo un apprezzato restauratore e partecipando anche a diverse missioni in Italia ed all’estero. Poi proseguirà con i corsi alla Calcografia nazionale di Roma, infine con il diploma dell’Accademia di Belle Arti, diventerà insegnante di Discipline Pittoriche, riuscendo infine a riunire la famiglia siciliana, portandola con sé a Roma. Per completare infine la sua filosofia e la sua formazione, aderirà al movimento di “Sahaja Yoga” o Yoga spontaneo che Shri Mataji Nirmale Devi aveva fondato in Occidente.
- MUEF Art Gallery via Angelo Poliziano, 78/B – Lunedì 24 ottobre 2022 Inaugurazione ore 17,00 – 21,00
Sono parte integrante di questo progetto la presentazioni di due libri:
giovedì 27 ottobre – Presentazione del libro – Città reali, città immaginarie. Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene, tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione – di Carla Guidi, foto di Valter Sambucini (Robin editore 2019) ore 17,00 – 21,00
sabato 29 ottobre ore 17,00 – 21,00 – Presentazione del libro – Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra di Carla Guidi (Robin editore 2022) ore 17,00 – 21,00
L’altro progetto è “PIETRALATA E L’EVOLUZIONE DELLA BORGATA DELLE CASE DA 7 LIRE”, all’Associazione Culturale Lavatoio Contumaciale che è stato ideato e curato da Grazia Menna. In omaggio alla figura di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita, la mostra degli artisti Marco Bianchi, Francesca Pes, Emanuela Secci, Antonio Virzi che con le loro opere dialogano e si interrogano sulla nuova realtà rispetto a quella che era identificata nel 1935 come “borgata” Pietralata.
Ricordiamo che il Centro d’Informazione Culturale “Lavatoio Contumaciale” è stato ideato e fondato, nel 1974, dall’artista Tomaso Binga (nome d’arte di Bianca Pucciarelli in Menna) con la collaborazione del marito Filiberto Menna, critico d’arte, e dei soci fondatori.
Il Centro ha sede a Roma, in piazza Perin del Vaga 4, nel quartiere del Lungo Tevere Flaminio a ridosso del fiume, ed è ubicato, all’interno di uno splendido palazzo di edilizia economica del 1926, nel locale di un ex “lavatoio contumaciale” da cui ha assunto emblematicamente il nome.
Marco Bianchi vive ad Albano Laziale e lavora a Roma. Ha realizzato vari progetti tra cui video clip video clip musicale per una band musicale “The Source”, un portfolio fotografico per la realizzazione di una guida turistica su Roma “Rzym” curata da Mirella Bagdzinska e, sempre presso la WSP di Roma, segue il corso “Produzione e post-produzione video” realizzando due cortometraggi: “Una lunga notte” e “Presenze”. Nel 2022 realizza la copertina e le illustrazioni per il libro “Notturni nella divina commedia” di Aldo Onorati, Ed. Società Editrice Dante Alighieri. La sua ricerca continua anche come “street artist”. “Urban View” è lavoro tutto rivolto a reinterpretare l’idea e la visione di una borgata che fonda le sue radici in pieno periodo dell’era fascista, con l’attuale visione fuori dai cliché classici di “borgata”, coniugando in perfetto equilibrio la percezione del colore, il controllo delle geometrie ed il peso degli elementi nella struttura compositiva; il colore è diretto, giunge senza filtri alla sfera emotiva di colui che guarda. La sua scelta di puntare sull’architettura nasce dal forte contrasto percettivo, contrasto maturato dopo la sua visita “in loco” a Pietralata, una Pietralata che aveva conosciuto solo attraverso la descrizione delle “baracche” narrate e vissute nei romanzi di Pasolini.
Francesca Pes fotografa da diversi anni sia nell’ambito della fotografia documentaristica quanto in quello del reportage, dello spettacolo e delle attività sportive, ed abbina a questo studio un lavoro di ricerca delle luci nella fotografia di scena che poi applica sempre nei suoi scatti, cercando un approccio innovativo alla concettualizzazione e all’esecuzione delle riprese fotografiche. Negli ultimi anni si è appassionata allo studio sociale delle periferie romane per la realizzazione di progetti a scopo sociale e di attualità. L’ultima mostra collettiva a cui ha partecipato nel maggio del 2022 è “#Spinaceto50”, con il Collettivo Raccontare Spinaceto nel 50° anniversario dalla nascita del quartiere romano, svolta presso la Biblioteca “Pier Paolo Pasolini” di Roma Capitale. Lo stile fotografico che la rappresenta è racchiuso nella sua affermazione:
“il mio intento è immortalare, attraverso l’obiettivo, un’emozione e darle concretezza attraverso un’immagine”
Emanuela Secci nasce in Sardegna ma si trasferisce quasi subito a Roma dove attualmente vive e lavora. Alla sua attività lavorativa di insegnante abbina la passione per la fotografia. Dal 2009 cerca uno stile che la rappresenti nelle immagini che produce. Come lei stessa dichiara:
“La fotografia è per me il mezzo con cui dare voce a ciò che mi circonda e cerca di mandarmi segnali: le città, i volti, gli sguardi, i dettagli …”.
Recentemente è entrata a far parte di una associazione fotografica con la quale viaggia e per ognuno dei viaggi intrapresi cattura esperienze e nuove visioni della realtà che la circondano, dove “il “guardare e lo scattare” si impreziosiscono della sua esperienza di insegnante. Partecipa ad alcuni contest fotografici vincendone alcuni, ma è sempre la sperimentazione la sua stella polare, sperimentazione che, in questo momento, la porta ad avvicinare il suo stile a quello della corrente Transfigurativa.
Antonio Virzi è specializzato nell’utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali, ambito nel quale ha lavorato, perseguendo però anche l’attività come Visual artist, fotografo, video artist, con esperienze tecnico/digitali. Fautore dell’arte no-profit, resa disponibile a tutti, ha teorizzato un suo movimento Mernocat, anagramma di “No mercato”, con arte fatta con materiali a bassissimo costo o costo nullo, da riciclo o in base agli strumenti disponibili, resa fruibile in esposizioni, senza vendita, quando possibile.
Nel suo progetto “Le case de’ 7 lire”- raccoglie frammenti di percezioni storiche del passaggio di Pasolini nel quartiere di Pietralata, e quindi il destino storico dell’uomo e della sua mondanità (uomo nel mondo). In questo luogo/non luogo in perenne contrapposizione tra una società rurale ormai perduta ed una società moderna affiorante, critica nei suoi declini annunciati, mantiene sempre presente però l’elemento umano che lotta per mantenere la sua essenza, anche nella disperazione. In conclusione percezione e senso di una memoria collettiva, vissuta con i danni e le illusioni della sua trasformazione.
Nel progetto è presente l’installazione Reunion, che pur se basata su concetti personali di ricerca estetica ispirati alla contrapposizione dialettica, nasce con l’intento di rappresentare frammenti di queste contrapposizioni che, una volta riunite, definiscono l’opera complessiva. Nell’ipotesi di una diaspora degli elementi post-esposizione, il lavoro mantiene lo spirito della promessa di una futura riunificazione, come i frammenti della memoria nella ricostruzione del ricordo vissuto dall’esperienza umana, come il ritrovato sentimento altruistico di Tommaso, raccontato nella Vita Violenta di Pasolini. Ciascun elemento, poi, al suo interno realizza il contrasto tra l’intelletto della figura Pasoliniana, raffigurato da fogli antichi di libro filosofico, con gli elementi moderni ammalorati dell’edilizia contemporanea, propria della periferia in costruzione di Pietralata. Il passato agricolo della nostra società rurale cancellato da una modernità prorompente, come raccontato nelle parole e nelle immagini da Pasolini di una Roma in forte trasformazione.
Quasi a conclusione della settimana RAW, il giorno venerdì 28 ottobre ore 18 verrà presentato, anche in questo contesto, il libro di Carla GuidiCittà reali, città immaginarie. Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene, tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione – foto di Valter Sambucini (Robin editore 2019) a registrare i significativi valori di alcuni fenomeni sociali ed artistici, scelti in funzione del fatto di possedere alcune caratteristiche in comune, ma soprattutto in quanto capaci di esprimere collettivamente un disagio, un problema e contemporaneamente rappresentare la ricerca attiva di una risposta, di una risoluzione creativa. Il libro (con una nota introduttiva del sociologo Franco Ferrarotti e del giornalista e sociologo Pietro Zocconali,Presidente A.N.S) vuole mettere in evidenza la ricerca sociale – espressa attraverso prassi e manifestazioni – di un’identità attraverso la storia, la memoria personale-antropologica e dei territori ma, al contempo, l’esercizio della creatività attraverso gli scambi culturali tra le etnie e le metamorfosi evolutive in rapporto all’immaginario delle mitologie, ad opera dei linguaggi dell’arte.
Roma 23 Ottobre 2022