“Siamo misoneisti, antimoderni, retro-avanguardisti”. Parla Monica Cardarelli (Galleria del Laocoonte) dopo la “Nuvola”

redazione

-La prima domanda che vorrei porti in occasione della Nuvola 2022 è che cosa ti aspetti dalla partecipazione a questo evento? Pensi che sia utile per la tua Galleria?

R: La Nuvola è attualmente la migliore fiera mercato a Roma di arte moderna e contemporanea, migliore perché unica nel suo genere in quanto a qualità, numero e importanza dei partecipanti, capacità di mobilitazione di un pubblico numeroso e qualificato. A Roma, la città più popolosa del Paese, la Capitale, che non aveva finora una fiera degna del nome di capitale.

Il mercato dell’arte moderna e contemporanea in Italia non sembra vivere una stagione felice (in realtà non da oggi); a tuo parere questo ridimensionamento a cosa è dovuto? E pensi (o speri) che questa esperienza possa in qualche modo costituire da rilancio ?

R: Noi non siamo una Galleria d’arte contemporanea, siamo misoneisti, antimoderni, retro-avanguardisti. Per noi l’arte contemporanea potrebbe anche sparire. Se parliamo di crisi del mercato dell’arte, del commercio cioè di ciò che ha un vero valore artistico, le cause sono fondamentalmente tre: l’ignoranza, l’ignoranza e l’ignoranza

-Nella tua Galleria fa bella mostra di sé, al posto dell’ex Laocoonte, una incredibile scultura di Patrick Alò: cosa ti ha convinto a sostituire un capolavoro del tardo rinascimento con una scultura contemporanea? Inoltre Patrick Alò è a quanto pare anche protagonista del tuo stand alla Nuvola; pensi, insomma, che questo artista sia in qualche misura una sorta di ‘simbolo’ della Galleria romana come lo era fino a qualche settimana fa il Laocoonte di gesso?

R: La Galleria del Laocoonte prende il nome dal Laocoonte di marmo di Vincenzo de’ Rossi, capolavoro del manierismo che ora è immagazzinato a Firenze in attesa di essere esposto per un anno a Palazzo Vecchio, secondo quel che è stato l’auspicio del Sindaco quando l’opera è stata mostrata alla Biennale di Palazzo Corsini. Ora in galleria a Roma vi è il Laocoonte di Patrick Alò, sua degna controfigura creata da un artista vivente, composta di rottami di metallo. Alla Nuvola esponiamo di Patrick la sua versione dell’Augusto di Prima Porta, conservato ai Musei Vaticani. L’opera di Patrick è alta più di due metri, ed è finora la sua creazione più ambiziosa e riuscita, cionondimeno non abbiamo cambiato il nome alla nostra galleria chiamandola “augustea”, siamo sempre la Galleria del Laocoonte.

-Oltre a Patrick Alò cosa hai proposto alla Nuvola ? Ci sono artisti e opere che pensi possano rappresentare quello propone l’arte italiana di oggi ?

R: Tre meravigliosi nudi di donna del ‘900, di Vigilio Guidi (1914), di Primo Conti (1926) e di Nino Bertoletti (1936). Una parete di progetti per affreschi e mosaici preparatori per l’EUR e il Foro Italico di Gino Severini, Giovanni Guerrini, Achille Capizzano e Giorgio Quaroni. Ancora i bozzetti di bronzo dei quattro cavalli che avrebbero dovuto sormontare il mensolone del Palazzo dei Congressi, assieme a due altri bozzetti di cavalli originariamente fatti da Publio Morbiducci per la stessa commissione. Di Morbiducci vi sono anche i bronzetti dei gruppi di Romolo e Remo che avrebbero dovuto ornare una piazza dell’Eur e disegni di nudo fatti al tempo in cui il Foro Italico si popolò di giganteschi atleti. Poi c’è Fabrizio Clerici con i suoi capolavori Surreal-metafisici, Achille Funi con la sua straordinaria “Venera Latina”, una scultura vivente dipinta ad olio su tela per la biennale veneziana del 1930, e i suoi due cartoni con “legionari romani” che fanno degnamente ala all’Augusto di Patrick Alò. Poi ancora i moderni omaggi all’antico di Duilio Cambellotti, Andrea Spadini, Leoncillo…

-Una domanda di carattere generale non posso non portela; da poco si è insediato il nuovo governo con un nuovo ministro ali Beni culturali: cosa ti senti di chiedere nelle tua doppia veste di studiosa-storica dell’arte e gallerista al nuovo ministro ? Indicami almeno due provvedimenti legislativi che a tuo parere sarebbe necessari e urgenti?

R: La necessità di rinnovare periodicamente i permessi di libera circolazione dell’opera d’arte e i certificati di temporane importazione sono un fastidio formidabile, una tortura burocratica e una ingiustizia. Una Importazione è una importazione, un permesso un permesso una volta per tutte.

Roma  20 Novembre 2022