di Silvana LAZZARINO
In corso la mostra di opere dove si affacciano universi geometrici tra visione e percezione.
Ritmi in divenire di segni e linee a definire nuove geometrie dove analisi e sintesi coesistono entro una visione di una realtà alterata, ma anche esplorata oltre l’apparire, caratterizzano l’opera di Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, Paesi Bassi 17 giugno 1898 – Laren, Paesi Bassi, 27 marzo 1972) incisore e grafico olandese di raffinato gusto e sorprendente originalità, tra gli artisti più affermati e amati in tutto il mondo, come dimostrano anche le esposizioni a lui dedicate che hanno battuto ogni record di visitatori.
L’interesse per le grandi teorie di inizio Novecento quali quella della relatività e lo sviluppo della psicanalisi, oltre alla vicinanza di un padre ingegnere e diverse discussioni con fisici e matematici hanno suscitato in lui un nuovo modo di osservare la realtà circostante cercando di coglierne gli aspetti scientifici e matematici unitamente al gioco illusorio che restituisce mistero e stupore, quello stupore che definiva il sale della vita.
Alla sua opera che descrive l’incontro di universi apparentemente inconciliabili come quello riferito alla scienza e alla filosofia, ma che egli riesce a coniugare in una dimensione artistica unica e senza eguali dove entro un’attenta progettualità porta a prospettive ribaltate, illusioni ottiche, oggetti impossibili, è dedicata la suggestiva mostra “Escher”, negli spazi dello storico Museo degli Innocenti a Firenze che grazie alla collaborazione con Arthemisia, è diventato un punto di riferimento del capoluogo toscano come sede di grandi mostre d’arte.
Patrocinato dal Comune di Firenze e dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra, che si presenta quale primo grande evento espositivo all’interno del complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi. aperta fino al 26 marzo 2023, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation, Maurits e In Your Event.
Curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, l’esposizione attraverso circa 200 opere e i lavori più rappresentativi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, ripercorre l’iter dell’artista dagli esordi alla maturità fino al successo.
Le opere tra incisioni su legno, litografie e mezzetinte, che creano suggestioni visive attraverso un attento studio di rapporti tra spazio e profondità, invitando ad un nuovo modo di osservare la natura e il suo paesaggio, tale da far emergere differenti ed imprevedibili aspetti di essa che talora coesistono.
L’arte di Escher presenta contaminazioni del pensiero scientifico che diventa punto di partenza per una lettura simbolico matematica del contesto esistenziale in cui le geometrie in evoluzione nello spazio e i disegni periodici diventano protagonisti.
Tra le opere con cui egli traduce i principi della relatività, della creazione e della relazione tra piani e spazio, vanno citate le più conosciute come: Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata.
Osservando queste opere e tutte le altre esposte, il visitatore entra negli universi legati alla natura, ai paesaggi, alle architetture e ai mondi onirici interiori dello stesso artista che ha saputo dar vita a forme geometriche in continuo divenire elaborando una spazialità nuova entro cui le stesse geometrie creano ritmi armonici ed equilibrati proprio come equilibrato e perfetto è l’universo matematico.
In questa elaborazione Escher ha fatto propri rivisitandoli, certi riferimenti artistici: dalla tradizione dei grandi maestri del passato al rigore figurativo di Durer, dagli spazi aperti e prospettive di Giovan Battista Piranesi all’idea di una linea avvolgente e armoniosa propria del Liberty, fino ad arrivare alla prospettiva con soggetti ripresi dall’alto propria del Futurismo come si intravede in Fiumara di Stilo (1930) e ad una trasfigurazione della realtà delineata entro quei paradossi geometrici ambigui e suggestivi allo stesso tempo di cui sono esempi Su e giù (1947), Altro mondo (1947) Relatività (1953), Cascata (1961).
Il percorso suddiviso in otto sezioni offre l’occasione di seguire lo sguardo di Escher che prendeva le mosse dall’osservazione diretta e puntuale della natura sull’onda del fascino che su di lui aveva esercitato il paesaggio italiano nei suoi viaggi a Roma, Firenze, Ravello, per poi giungere a Tropea, Nicotera, Palmi, e in Scilla.
Accanto ad esempio al paesaggio della toscana da cui era rimasto particolarmente colpito come si evince dalle xilografie San Gimignano e Tetti di Siena è quello legato alle bellezze di Roma impresse in Tra San Pietro e la Cappella Sistina e Processione nella Cripta (1927).
A Roma Escher ha avuto modo di approfondire non solo la conoscenza dei linguaggi artistici del passato, ma di aprirsi a quelli a lui contemporanei. Importante in quel periodo fu l’entrare in contatto, grazie al suo amico ed estimatore Goedfridus Johannes Hoogewerff, con il Gruppo Romano Artisti Incisori il cui fondatore Federico Hermaninn nel 1926 gli organizzò una personale presso la sede di Palazzo Venezia, e allo stesso tempo anche con il circolo che gravitava intorno alla rivista “L’Eroica”.
Il suo sguardo ha catturato non solo le meraviglie offerte dagli scorci del nostro paese, ma anche le piccole realtà naturali: dai soffioni agli scarabei, dalle foglie alle cavallette, dai frattali ai gechi. Ogni presenza naturale animata e inanimata, per lui era come una straordinaria architettura naturale: egli riusciva a cogliere la realtà del reticolo geometrico dietro le cose da cui partire per poi successivamente dare forma a visioni interiori.
Se nella prima sezione “Gli inizi” il riferimento è all’influenza esercitata sull’opera di Escher dall’Art Nouveau, in cui prevalgono rappresentazioni riferite alla natura tra fiori e insetti; nella seconda “Italia” protagonisti sono quei panorami e scorci riferiti ai luoghi da lui visitati nei suoi spostamenti nel Bel Paese, luoghi studiati con particolare attenzione in riferimento alle strutture geometriche alla base di scenari ed elementi propri della stessa natura.
Alla tassellazione cui l’artista si accosta dopo essere rimasto affascinato dalle decorazioni in maiolica e stucco del palazzo trecentesco Alhambra vistato in Spagna, fa riferimento la sezione “Tassellature” dove emerge la sua straordinaria abilità nell’utilizzare questo tipo di tecnica che si basa su decorazioni geometriche costituite da triangoli, quadrati o esagoni che si ripetono, come piastrelle, per coprire un piano senza lasciare spazi vuoti. Un lavoro minuzioso e attento come testimonia un libro di esercizi in cui sono raccolti 137 acquerelli che riproducono diversi motivi di tassellatura e che rappresentavano tutti i 17 diversi modi di riempire una superficie piana attraverso le operazioni di traslazione, rotazione e riflessione di un unico tassello, oltre a uno studio sulle varie possibilità di colorazione. Spesso figure regolari geometriche alla base delle tassellazioni venivano modificate, come distorte per ottenere figure animate quali animali, uccelli e figure umane.
Segue la sezione dedicata alle “Metamorfosi” dove diversi tipi di tassellatura (il procedimento di divisione regolare del piano) danno vita a vortici di trasformazioni, e forme astratte si trasformano in forme animate. Un esempio è il citato Metamorfosi II (1939-1940) dove geometrie impossibili e prospettive inimmaginabili fanno sì che quadrati diventino pesci che a loro volta si straformano in uccelli per poi mutare a loro volta in figure umane e ritornare quadrati.
Talvolta le trasformazioni portano a elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione.
Nella quinta e nella sesta sezione “Struttura dello spazio” e “Paradossi geometrici” le sue opere rivelano rispettivamente il suo nuovo modo di rappresentare lo spazio attraverso una sintesi di diverse entità spaziali e la ricerca delle costruzioni impossibili portate anche oltre ogni limite come si evince ad esempio da Ascesa e discesa, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe e Relatività. Sono questi capolavori a riflettere un aspetto essenziale dell’arte del grafico olandese: il suo complesso rapporto con la matematica, la geometria e le composizioni infinite.
In Relatività (1953) sono presenti tre spazi riferiti ai piani (pavimento, soffitto, parete) contenuti entro un singolo ambiente e in costante rapporto fra di loro (per cui la parete di uno di questi può diventare allo stesso tempo il pavimento o il soffitto di un altro). A collegare questi livelli sono sette scale orientate in modo diverso su cui si muovono da sopra a sotto e da destra a sinistra personaggi anonimi disposti in diverse posizioni. Tutto questo restituisce un ambiente irreale in cui coesistono diversi tipi di gravità.
Il percorso dopo la sezione dedicata ai “lavori su commissione” di cui citiamo un’opera considerata tra i suoi capolavori: Metamorfosi III incisione di sette metri eseguita nel 1967 per l’ufficio postale dell’Aja nei Paesi Bassi, si chiude con “Eschermania” dove viene messa in risalto la grande influenza dell’arate di Escher in tutti i settori creativi, e come la cultura contemporanea tragga ispirazione dalla sua opera. A sottolinearlo sono lavori che spaziano dai fumetti alle pubblicità, dalla musica alla moda, fino ai film e alle opere d’arte contemporanea.
Da una rappresentazione diretta e realistica della realtà si passa a scoprire un orizzonte legato a rappresentazioni paradossali dove architetture, prospettive e spazi risultano come alterati anche per via dell’effetto ottico che gioca un ruolo fondamentale.
L’organo deputato alla visione è l’occhio che ricorda ad Escher la rotondità della Terra, il ciclo della creazione senza inizio né fine: ogni aspetto in natura rimanda alla rotondità della sfera e l’occhio permette di esplorare i misteri del creato. Ed è proprio il suo occhio che l’artista ha voluto riprodurre in una famosa litografia, ingrandito fino all’eccesso in cui è riflesso il motore da cui dipende l’esistenza: un teschio simbolo della caducità della vita.
Accanto alle costruzioni geometriche disegnate nell’attenzione ai più piccoli dettagli ed ai particolari, sono i paesaggi illusionisti, le prospettive invertite che talora creano spaesamento e ambiguità nella lettura delle stesse opere. Poesia, matematica e enigma accompagnano il definirsi di costruzioni di mondi impossibili, tra riscoperta dell’infinito, tassellature del piano e dello spazio, dove recuperare un possibile specchio della natura e delle bellezze architettoniche riflesse sotto una nuova luce in cui si intrecciano bidimensionalità e tridimensionalità.
L’universo descritto da Escher denso di gioia e dinamismo, costellato di raffigurazioni di mondi impossibili, esplora con entusiasmo lo spazio circostante con le sue diverse disposizioni dove geometrie interconnesse sviluppano via via forme in costante cambiamento in cui la bidimensionalità si interseca con la tridimensionalità. A sottolineare questa ricerca sono anche Tre sfere (1945), Relatività (1953), Convesso e Concavo (1955) oltre ai numerosi disegni. In particolare citiamo Mano con sfera riflettente che rappresenta l’autoritratto dell’artista nel suo studio romano allestito nella villa di via Poerio, il quale si ritrae nel riflesso di una sfera così che lo spettatore vede la sua immagine riflessa che viene poi riprodotta dallo stesso artista, come se si trattasse di mondi paralleli. In Tre mondi superficie, profondità e riflesso sono poste in un unico piano quello dell’acqua che interseca mondi reali e mondi riflessi tra sensazione e percezione, logica e intuizione.
Il percorso artistico di Escher, la cui mente è come sospesa tra scienza e misticismo, intreccia il linguaggio dei numeri, della geometria, della percezione spaziale tra reale e virtuale, aprendo ad una percezione visiva innovativa che propone una chiave di lettura nuova con cui affacciarsi al mondo. Ad accompagnare la mostra è il Catalogo edito da Maurits.
Da sottolineare la parte interattiva dell’esposizione che permette ai visitatori scattando dei semplici selfie di ritrovarsi all’interno della sfera di Escher o catapultati dentro un’altra sua opera con effetto di grafica ricorsiva.
Accanto all’attività didattica presso la storica “Bottega dei ragazzi” del Museo degli Innocenti in cui è contemplato un laboratorio per le scuole dell’infanzia e primaria dal titolo “Giocando con Escher” della durata di 90 minuti, sono le visite guidate rivolte alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I° e II° grado. Attraverso “Cacciatori di forme” i bambini della scuola dell’infanzia sono accompagnati lungo un viaggio nei fantastici mondi di Escher tra paesaggi, animali, forme, illusioni, geometrie e giochi di specchi, per comprendere come realtà e fantasia insieme possano dare forma ad opere straordinarie, mentre in “Escherland” i bambini delle scuole primarie possono raccontare, dopo aver viaggiato nel mondo di Escher, la storia di un piccolo punto, che muove i primi passi nello spazio imparando a diventare linea, figura piana e infine solida, inoltre scopriranno figure “mutanti” attraverso le dimensioni del foglio per esplorare i meravigliosi e strani universi creati dall’artista olandese.
Alle scuole Secondarie di I° e II° grado sono rivolte rispettivamente le visite guidate: ”Artematica” e “Forma Mentis”. In “Artematica” attraverso metamorfosi caleidoscopiche e realtà che si fondono sulla superficie di uno specchio, le opere di Escher diventano giochi per la mente per avvicinare i bambini ai segreti di questo mondo magico e cangiante, imparandone formule e paradossi. Alla suggestione del paradosso e dei mondi impossibili per un viaggio ai confini della percezione si rivolge la visita guidata” Forma mentis” dove gli studenti sono sfidati a interrogarsi sui concetti di infinito, spazio, ordine e caos per arrivare a riflettere sul rapporto conflittuale tra realtà e rappresentazione.
Sono previste anche visite guidate per gruppi non scolastici in cui ripercorrere un viaggio attraverso lo sviluppo creativo di Escher.
Sponsor della mostra: Generali Valore Cultura e Special Partner Ricola. Partner Mercato Centrale, Barberino Designer Outlet e Unicoop Firenze, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner QN La Nazione, radio partner Radio Monte Carlo, educational partner Laba e media coverage by Sky Arte.
Attraverso il programma “Valore Cultura” Generali Italia ha da tempo voluto avvicinare le famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale. Generali Valore Cultura, per coinvolgere un numero sempre più vasto di pubblico, promuove non solo l’accessibilità a mostre ed eventi artistico culturali attraverso iniziative volte a ridurre le barriere, ma propone nuove metodologie e modalità narrative come laboratori didattici ed esperienze immersive.
“Il Museo degli Innocenti, nato per esporre le opere d’arte dell’antico Spedale, grande centro d’accoglienza per bambini, è stato trasformato in un percorso che permette di scoprire un patrimonio culturale unico al mondo perché profondamente legato all’attività svolta in favore dei bambini che non potevano essere scresciuti dalle famiglie d’origine.
All’interno della collezione del Museo tra storia, arte e architettura, oltre alle opere acquisite tramite donazioni o in seguito all’accorpamento di altre istituzioni assistenziali, sono presenti alcuni capolavori di artisti di grande rilievo tra cui; Domenico Ghirlandaio, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli e Piero di Cosimo, ma anche di artisti cresciuti agli Innocenti e avviati alla pittura dal priore Vincenzo Borghini come Vincenzo Ulivieri, Giovan Battista Naldini e Francesco Morandini (detto il Poppi)”
Silvana LAZZARINO Roma 8 Gennaio 2023
Escher
Museo degli Innocenti di Firenze
a cura di Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen,
Piazza della SS. Annunziata,13 – 50121 Firenze
In collaborazione con Mc Escher Foundation Maurits. In Your Event
Orario apertura tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Fino al 26 marzo 2023
Per prenotazioni laboratori e visite guidate: 055/0981881
per informazioni: didattica@arthemisia.it