di Silvana LAZZARINO
Nella suggestiva cornice del Museo delle Mura Stefano Lazzari porta la sua opera tra segno e colore, tradizione e innovazione quale omaggio al sito archeologico di Porta Appia o di San Sebastiano. L’esposizione “Stefano Lazzari. Tra le mura” è ospitata a Roma nella suggestiva cornice del Museo delle Mura fino al 26 febbraio 2023
La bellezza classica della città di Roma, in particolare i contesti architettonici e paesaggistici si lasciano attraversare e in parte piacevolmente contaminare dalla presenza di uno stile dove rigore e innovazione si incontrano, a restituire loro un nuovo volto in cui viene consolidata la presenza di un passato che è rimasto sempre vivo nel tempo e che rifiorisce entro una originale lettura di dettagli propri del luogo.
Questa alchimia tra tradizione e innovazione si rivela con grande forza evocativa nel lavoro che Stefano Lazzari ha realizzato entro combinazioni di segni e forme pittoriche per alcuni luoghi tra i più suggestivi della città di Roma di cui ha messo in evidenza diversi dettagli restituendo loro nuovo spessore. In questa direzione si orienta la mostra “Stefano Lazzari. Tra le mura” in corso a Roma nella suggestiva cornice del Museo delle Mura fino al 26 febbraio 2023. Essa rappresenta l’omaggio che l’artista umbro rende attraverso la sua opera, allo spazio museale di Porta San Sebastiano con due serie di dipinti che ne restituiscono scorci inusuali e combinazioni di dettagli nascosti. Curato da Tommaso Strinati, il percorso espositivo è promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da Bottega Tifernate.
Le due serie di dipinti, otto tondi ed un polittico di 14 elementi realizzati su tavola restituiscono nuove prospettive del museo, nuove angolazioni con cui osservare i suoi elementi attraverso l’esplorazione del dettaglio e dei minimi particolari che vengono come estrapolati per essere manipolati e ingranditi tali da suggerire una sequenza pittorica dal profilo Pop del tutto inaspettata.
Come afferma il curatore Tommaso Strinati:
“Una serie di dipinti di formato circolare e quadrato delle medesime dimensioni dialogheranno tra loro, con gli spazi della torre ovest e i camminamenti del percorso esterno. Traendo dal luogo stesso combinazioni di dettagli nascosti e sempre diversi al mutare della luce, Lazzari ha ideato due serie di opere – tondi e segni sulle mura – con l’obiettivo di entrare in simbiosi con lo spazio, volendo dare l’idea di un segno che lo abita al pari della natura attorno ad esso.”.
Classe 1971, Stefano Lazzari, partendo da un attento studio delle antiche tecniche di lavorazione delle Botteghe tra Rinascimento e Barocco, è giunto nel 2000 al brevetto per l’invenzione della Pictografia e alla fondazione della Bottega Tifernate a Città di Castello, azienda tra le poche al mondo specializzata nella riproduzione delle opere d’arte antiche seguendo letteralmente la tecnica di esecuzione originale, avendo egli all’attivo un lungo cammino come copista d’eccellenza.
Nel guardare alla tradizione del Cinque e Seicento, Stefano Lazzari restituisce un percorso in cui dare risalto all’utilizzo di linee e curve essenziali dove il colore rimanda idealmente a scenari di paesaggio ritratti entro una costante contaminazione tra tradizione e modernità. Non manca il richiamo alle ultime opere di Alberto Burri tra rigore della forma, campiture pure di colore e la tecnica che gli permette di mantenere attenzione e precisione nell’utilizzo del segno pur elevandolo verso improvvise contaminazioni apportate dall’impatto del colore.
Materiali moderni e tecniche antiche si intrecciano nei suoi lavori proprio come egli afferma con le seguenti parole:
“…..Vedo nei miei quadri una continua contaminazione e un riutilizzo di tecniche antiche su materiali moderni, linee e forme ispirate da grandi capolavori ma anche il profumo e i colori, il paesaggio della nostra terra.”.
La mostra restituisce nella parte all’aperto una reinterpretazione del rapporto tra le Mura Aureliane e il parco retrostante ad esse, mentre entro il Museo viene come trasformata la stessa ”pelle” del laterizio antico, divenuta per via delle manomissioni del tempo qualcosa di organico come una corteccia d’albero secolare.
Dopo essere passato sotto i tondi posizionati nel Camminamento, il visitatore all’interno del Museo si trova innanzi ad un polittico dove i 14 particolari dei laterizi delle mura, ravvicinati e combinati insieme, restituiscono l’idea di una composizione astratta, di un’architettura che si presta a diventare “altra” come in un gioco scomponibile. Un’architettura che racconta di decori improvvisati, graffiti, combinazioni e scorci inaspettati e ancora di manomissioni, restauri, riparazioni grossolane, vegetazione spontanea, tutte manifestazioni di quello che il tempo lascia agli antichi prospetti in laterizio.
La grande storia di quello che fu la stagione dell’Impero si rintraccia in queste Mura unitamente alla micro-storia del quotidiano a testimoniare come l’antico e il contemporaneo si avvicinino fino a contaminarsi. E’ in questa contaminazione che il tempo sembra fermarsi per entrare attraverso una lente di ingrandimento nei dettagli di un monumento con cui ritrovare quell’incontro tra l’essenzialità propria di un passato che non tramonta e le contaminazioni del contemporaneo dove emergono l’astrazione e il richiamo a motivi legati al Pop. Così il polittico di quattordici elementi con i particolari dei laterizi delle mura a richiamare una composizione astratta, e gli otto tondi, conducono lo sguardo a cogliere scorci inusuali del museo in cui si combinano diversi dettagli e contaminazioni dell’arte Pop. Accanto a rimandi al Pop, Stefano Lazzari, come prima accennato, si richiama alle ultime opere di Alberto Burri da lui conosciuto durante gli anni dell’adolescenza, in particolare a quelle figurative conservate ai Seccatoi del Tabacco.
A partire dalla riscoperta delle antiche tecniche di lavorazione delle botteghe pittoriche tra Rinascimento e Barocco su cui ha inizialmente indirizzato le proprie ricerche, Stefano Lazzari è giunto a riprodurre opere d’arte seguendo letteralmente la tecnica di esecuzione originale, così da farsi strada per dare inizio a collaborazioni con importanti Musei internazionali: primi fra tutti il Louvre di Parigi, seguito dal Metropolitan di New York, i Musei Vaticani, gli Uffizi ed il British Museum. E‘ in questi prestigiosi spazi deputati all’arte dove si reca con frequenza, che ha l’occasione di approfondire le modalità di dipingere dei grandi nomi del Rinascimento e del Barocco in particolare l’utilizzo del colore essenziale per restituire intensità ad un dipinto.
Entra in gioco in queste opere presenti in mostra una nuova ricerca volta a definire altri orizzonti per avvicinare ancor più il pubblico di oggi all’intramontabile fascino e a grandezza dell’arte passata facendo leva su un nuovo piano di visualizzazione in cui dettagli dell’arte contemporanea convivono con la memoria del passato recuperandone il valore sotto nuova luce. Da qui emerge un’interazione di segni e simboli atti a riformulare un nuovo concetto di vissuto in cui tutto si può formare e trasformare nell’assolutezza di un tempo che lascia tracce della storia e del cammino dell’uomo.
Silvana LAZZARINO Roma 15 Gennaio 2023
“Stefano Lazzari. Tra le mura”
Museo delle Mura, Via di Porta San Sebastiano, 18- Roma
a cura di: Tommaso Strinati
Orario: dal martedì alla domenica ore 9.00-14.00
Chiuso il lunedì. Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura, fino al 26 febbraio 2023
Il camminamento del Museo delle Mura segue gli orari e le modalità di accesso del Museo,
Ingresso libero
Per informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00); https://www.museodellemuraroma.it
www.museiincomune.it; www.zetema.it
Sito Artista: https://www.lazzaristefano.com:
Sito Bottega Tifernate: https://www.bottegatifernate.com