di Silvana LAZZARINO
Sabato 25 marzo 2023 Corato, attiva cittadina della Puglia centrale e Spoleto, mirabile fulcro d’arte dell’Umbria orientale, si sono unite in un gemellaggio nel nome di Maria attraverso l’arte di due icone delle Vergine, presenti in ciascuna delle due città. La particolarità delle due icone è che entrambe hanno in comune la stessa matrice artistica con affinità stilistiche tipiche dell’arte umbra del secolo XV. Tramite questo evento lo spazio e il tempo dei secoli hanno scritto una nuova equazione in cui la variabile è risultata essere la bellezza eterna dell’arte.
Nella chiesa matrice di Corato è stato siglato il gemellaggio artistico “La bellezza nel nome di Maria” tra la Sede Locale di Corato dell’Archeoclub d’Italia APS e l’associazione “Spoleto nel Cuore”, alla presenza del sindaco di Corato Corrado De Benedittis, di Marina Labartino, fondatrice dell’associazione pugliese Oltre le Radici, di Michele Iacovelli, presidente della Sede Locale dell’Archeoclub d’Italia, di Anna Maria Regoli, presidente dell’associazione Spoleto nel cuore, di Stefania Montori manager artistica di Spoleto, e dell’artista di meravigliose icone Gregorio Sgarra.
Giuseppe Magnini, cultore di storia locale e Franco Leone, divulgatore d’arte e pluripremiato poeta di Corato, hanno illustrato le affinità riscontrate tra l’affresco della Madonna di Costantinopoli, custodito nel tempio di Santa Maria Maggiore a Corato, e l’affresco della Madonna con Bambino presente nella cripta della Chiesa di San Ponziano a Spoleto.
Riportiamo qui la tesi di Franco Leone e le due poesie in versi endecasillabi che descrivono le due opere.
Affinità artistiche ed elettive tra Spoleto e Corato:
La Madonna di San Ponziano della scuola di Jacopo Zabolino di Vinciolo a Spoleto e la Madonna di Costantinopolidi Zorzi Teutonico a Corato
Esistono fenomeni dell’arte che a una prima istanza sembrano difficili da spiegare.
Ad esempio, dopo aver fatto un viaggio tra i capolavori d’arte dell’Umbria, può accadere, pervenendo in Puglia, di avere la sensazione di ritrovare qui un’opera d’arte di scuola umbra già vista nel Centro Italia.
È il caso dell’affresco della Madonna di Costantinopoli del pittore dalmata Zorzi Teutonico, presente nella Chiesa Matrice di Corato in provincia di Bari che, sia dal punto vista iconografico sia dal punto di visto pittorico, rimanda all’affresco della Madonna con bambino della scuola nella chiesa di San Ponziano a Spoleto di Jacopo Zabolino di Vinciolo.
Analisi delle due opere
Le due icone hanno tanti particolari in comune, visibili soprattutto nei lineamenti del viso della Vergine come la forma ovoidale del volto, le delicate curvature del labbro superiore della bocca, il lieve pronunciamento del mento, la tristezza dello sguardo (presago del destino del figlio) rivolto fuori dal dipinto e diretto verso di noi come a coinvolgerci emotivamente, la forma delle palpebre, il disegno nitido dell’iride e della pupilla, il tratto sottile delle sopracciglia che delimita il confine inferiore della fronte, la distribuzione della luce e delle ombre che plasmano la delicatezza dei lineamenti, la postura del viso rivolto appena in avanti.
A questi particolari vanno aggiunti anche alcuni riferimenti iconografici simili in entrambi gli affreschi, come le aureole della Vergine e del bimbo decorate con fregi, il colore scuro del copricapo della Madonna e il sottile velo bianco che si intravede sotto di esso (i due copricapi inseriti l’uno nell’altro ripropongono l’abito monacale indossato dalle carmelitane), la mano con quattro dita unite e affusolate di Maria che avanza verso lo spazio di noi spettatori in un gesto sommesso di presentazione del figlio, lo sguardo del bambino assente e rivolto altrove, il numero tre indicato dalle dita dalla sua mano destra, simbolo divino della Trinità che egli stesso identifica… ed ancora la ricerca di un contatto verso la madre. A questi si aggiunge il dettaglio molto delicato del bimbo che con la mano sinistra tocca (in entrambi i casi) il pollice della mano sinistra della madre come a non lasciarsi sfuggire un riparo trovato.
Sono tutti questi simboli e aspetti iconografici della pittura spoletina che non sono rimasti confinati nel territorio in cui sono stati concepiti, ma che proprio per la bellezza e per l’universalità dell’arte insite in essa hanno valicato i secoli e i confini dell’Umbria fino a trovare rincontro nell’arte di artisti meridionali. Tra questi merita particolare menzione il pittore Zorzi Teutonico (fino a pochi anni fa noto semplicemente come ZT), operativo nella Puglia centrale nel secolo XVI secolo e autore anche della Madonna di Costantinopoli di Corato, che è riuscito a portare in questo estremo lembo orientale dell’Italia il messaggio immortale dell’arte dell’Umbria, la terra dei santi, scritto con i colori e con il talento di un pittore della scuola spoletina di Jacopo Zabolino di Vinciolo.
La tesi delle reminiscenze di arte umbra nell’arte di Zorzi Teutonico è anche sostenuta da: Michele D’Elia in Mostra dell’arte in Puglia. Dal tardo antico al rococo, Bari 1964, p. 115; Mario Salmi in Appunti per la storia della pittura in Puglia in L’Arte, 1919, p. 175; Francesco Lauciello in ZT un pittore nella Ruvo del Cinquecento, 2020, p.14.
La Madonna di Costantinopoli di Zorzi Teutonico a Corato (di Franco Leone)
Dentro la Chiesa Matrice a Corato, / sulla sinistra varcando il portale, / sotto un’ogiva che si apre su un lato / vi è un grande affresco che par medievale. / Fu di un pittore per anni ignorato / che visse in era rinascimentale. / Fu ZT il suo sigillo laconico / ma il vero nome fu Zorzi Teutonico.
Da una finestra con fregi istoriata / la sua visione è di estrema dolcezza. / Sembra affacciarsi lei su una navata / mostrando in viso un’arcana bellezza. / Scorgiam però nei suoi occhi velata / una sottile e dimessa tristezza. / Lei già conosce purtroppo il destino / che inesorabile attende il bambino.
Davanti a un borgo sognante e raccolto / con le casette giottesche d’aspetto, / quel bimbo accosta la tempia al suo volto, / cerca un contatto, il suo sguardo diretto, / che invece lei verso noi ha rivolto / con il candore di un viso perfetto. / Ha lui tre dita e un braccino levato. (/ Con l’altro braccio ha un supporto trovato.
Giunse quell’arte dall’Umbria dei santi / e portò in Puglia i suoi fulgidi incanti.
Ottave in endecasillabi con rima ABABABCC e con distico finale
La Madonna di San Ponziano della scuola di Jacopo Zabolino di Vinciolo a Spoleto (di Franco Leone)
Sorge a Spoleto una splendida chiesa / che dedicata fu un dì a san Ponziano. / Ha una facciata da archetti sottesa / e un campanile che si erge sovrano. / Ma son gli affreschi la vera sorpresa / tra le pareti, i pilastri e ogni vano. / Qui una Madonna in sommessa postura / sorregge il bimbo con soave premura.
Da una finestra in decori istoriata / la sua visione è di estrema dolcezza. / Sembra affacciarsi lei su una navata / mostrando in viso un’arcana bellezza. / Scorgiam però nei suoi occhi velata / una sottile e dimessa tristezza. / Lei già conosce purtroppo il destino / che inesorabile attende il bambino.
Davanti a un muro in cornici riquadre, / sopra uno sfondo compatto e rosato, / quel bimbo mostra movenze leggiadre / con tre ditini e un braccino levato. / Stringendo poi anche un dito alla madre / sembra attaccarsi a un riparo trovato. / Così con arte e un talento inconsueto / impreziosì qui il pittore Spoleto.
Poi la sua arte varcò gli Appennini / fino alla Puglia e allargò i suoi confini.
Ottave in endecasillabi con rima ABABABCC e con distico finale
Il patto di gemellaggio sarà nuovamente siglato e consolidato il 4, 5 e 6 luglio 2023 nella città umbra in occasione del Festival dei due Mondi di Spoleto.
Silvana LAZZARINO Roma 2 Aprile 2023