di Claudio STRINATI
“Dal Pigneto a San Lorenzo, da Testaccio a Garbatella, Guida ai quartieri popolari della Città Eterna”
Due parole su un libro bellissimo
Quando si dice, colmare una lacuna!!
Mai come in questo caso la, un po’ logora espressione bisogna ammetterlo, acquista senso.
Sembra incredibile ma, mentre la pubblicistica sulla Roma antica, rinascimentale, barocca, neoclassica (e anche moderna se ci concentriamo sull’ era fascista) è strabocchevole, immensa e di interesse spesso altissimo; lo studio delle cosiddette (e di certo erroneamente) periferie storiche è sovente delegato a un tipo di pubblicistica, rispettabile di certo ma non tendente ad assurgere a quel livello scientifico preteso invece, sia dagli autori sia dai lettori, per quei periodi e quelle zone che costituiscono indubbiamente dei formidabili pilastri storiografici tanto quanto quelli della classicità più pura e preclara.
Qui, nel nostro libro della Giorgini e della Panzera, c’è da restare sbalorditi per la messe sterminata e perfettamente documentata delle informazioni, per la vivacità e la pregnanza della scrittura; per l’individuazione dei percorsi storico-critici che le autrici hanno saputo conseguire contemperando l’aneddotica con la filologia e il rigore del giudizio ma soprattutto con quell’ atteggiamento di amorevole condivisione che caratterizza gli aspetti più belli di quella che tradizionalmente, e direi più che giustamente, chiamiamo la romanistica e che è quanto mai viva e attiva.
Questo libro è nato da un amore davvero sviscerato per la città e la sua storia e da una frequentazione assidua e attenta, alla scoperta di innumerevoli problematiche, alcune ben presenti alla mente di tutti noi, altre del tutto sconosciute e rivelatrici. Per me alcuni passi sono stati del libro sono stati veramente forieri di emozione sincera. Ad esempio non potete immaginare con quale entusiasmo io abbia letto le pagine dedicate a Maria Montessori quando il libro concentra la sua attenzione sul quartiere San Lorenzo. Io sono stato da sempre un convinto ammiratore di quella personalità, notevole anche se per certi versi di sicuro controversa, e ho un piccolo vanto nella mia vita: ero componente della Commissione della Banca d’Italia (talmente tanti anni fa che quasi non oso pensarlo) incaricata di approvare i bozzetti delle nuove banconote da immettere sul mercato.
Altri tempi e pure a me così vicini!
Io, come storico dell’arte, avevo voce in capitolo per la scelta delle personalità che sarebbero poi comparse sul recto del biglietto, avendo anche la scelta dell’immagine da porre coerentemente con quella personalità, sul verso. Ebbene mi vanto di esser stato il primo a sostenere la tesi che fosse arrivato il momento di scegliere una donna. Mai si era pensato che sul biglietto di banca potesse esserci una immagine femminile. Proposi Maria Montessori che infatti, dopo qualche tempo troneggiò sul nuovo biglietto da mille lire. Immaginatevi il mio forte interesse quando ho letto, sul nostro libro, l’analisi che la Montessori fa del quartiere dopo la tragedia del 19 luglio 1943 analisi, come molto bene dicono le autrici, «acuta e impietosa» riportandola ampiamente. Formidabile chiave di lettura di una problematica urbanistica che è al contempo morale e comportamentale, offertaci dalle autrici quale arduo filo d’Arianna da loro consegnatoci per seguire poi il tortuoso e avvincentissimo percorso della disamina storica che utilissima documentazione e magnifica narrazione, tale da farci conoscere sul serio come la città vivesse, come funzionassero i trasporti e le quotidiane attività della vita fino ad estendere l’indagine alle complesse vicende del piano regolatore rapportate ad altri cruciali episodi della vita romana e nazionale come lo scandalo della banca romana del 1892.
Insomma questo è un libro di storia a tutto tondo, ma di storia intesa nel senso glorioso delle Annales francesi in costante oscillazione, cioè, tra la cosiddetta microstoria e i cosiddetti grandi eventi.
Tutto il vasto capitolo su San Lorenzo è un eccellente trattato in tal senso, e non saprei scegliere un passo specifico per entrare meglio nella logica e nel cuore del volume, tanta e tale è la densità dei fatti e delle cose narrate.
A me, poi sono rimaste molto cari i capitoli sul Pigneto (una zona che conosco bene perché vi sono vissuto da ragazzo sia pur per breve tempo) sulla Garbatella e sul Quadraro, quei luoghi a cui ben si attaglierebbe la filosofica sentenza dello Hegel quando disse di ricordarci sempre come ciò che è noto forse proprio per questo motivo non è veramente conosciuto.
E voglio ricordare gli autori ospiti nel volume, compresa la bella introduzione di Camilla Ariani, e cioè Irene Ranaldi che ha ampliato certe prospettive di studio sul Testaccio; Paola Falcioni che ha scritto magistralmente sul Quadrante ostiense; di Francesca Romana Stabile sulla borgata Giardino Garbatella; di Claudio Zambianchi sulla Città Universitaria; di Massimo Canevacci sviluppando curiose tematiche inerenti al Pigneto, di Alice Pasquini in una sorta di arguto raccontino ambientato in una certo poco nota via del Quadraro.
Sono testi che arricchiscono il libro con spunti narrativi letterariamente assai belli e significativi. E ne confermano la natura di filologia sentimentale con cui il nostro libro si iscrive degnamente, e con una sua peculiare vocazione, nell’ immenso alveo della bibliografia romana.
Claudio STRINATI Roma 11 Giugno 2023