di Valentina CIANCIO
Giancarlo se n’andato senza clamore. Lo si vedeva poco in giro negli ultimi tempi, perché non stava bene. Tuttavia la notizia, appresa da un annuncio della famiglia al Circolo Canottieri Aniene, ha lasciato tutti quelli che lo hanno conosciuto e hanno avuto la fortuna di averlo frequentato molto tristi ed increduli.
Ora, con la sua scomparsa, quel mondo magico e leggendario dell’antiquariato romano del secolo scorso si fa sempre più piccolo e sparuto. Giancarlo ne era uno dei protagonisti, sempre generoso nel dare pareri e nel condividere le sue scoperte, poi confluite in forma organica nei repertori che ha dedicato alla pittura romana del Sei e del Settecento, alle battaglie e ai capricci architettonici che ognuno di noi che lavora nel settore ha in biblioteca. Giancarlo era di una romanità speciale, elegante e discreta, come lo era la sua voce pacata e le sue lettere sui dipinti sempre acute e “pignole” (un aggettivo quest’ultimo che gli piaceva ripetere per elogiare i colleghi). Amante del bello e, aggiungerei, della dolce vita delle serate inaugurali delle mostre d’antiquariato e delle preview delle aste che poi finivano spesso in cene conviviali a casa di amici collezionisti.
Ho un ricordo recente dell’esimio studioso nonché caro amico. Appena finita la pandemia, ho studiato a casa Sestieri un nucleo di oltre novanta disegni, raccolti da Giancarlo negli anni e poi confluiti in un’asta. Non voleva chiamarla “collezione“ anche se alla fine lo era perché i disegni, che aveva acquistato principalmente sul mercato romano e londinese a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, appartenevano perlopiù al barocco romano e napoletano e riflettevano i suoi interessi di storico dell’arte e di conoscitore degli Old Masters.
È stato molto bello schedare con lui i disegni, leggere i suoi appunti scritti con grafia lineare, inconfondibile, raccolti in cartelle in cui regnava un apparente disordine, di cui si scusava tanto. Un ricordo speciale conservo dei suoi racconti sul mondo variopinto dell’antiquariato del secondo dopoguerra. Avevamo tutti e due voglia di parlare e di ascoltare in quei mesi dopo la pandemia, e ripensandoci bene c’era il materiale per scrivere un libro di racconti che prima o poi andrebbe scritto.
Valentina CIANCIO Roma 16 Giugno 2023