Le Operazioni finanziarie sulle opere d’arte: l’ “art lending”.

di Leonardo ROCCO

  1. Introduzione

Sono sempre più frequenti in tutto il mondo le richieste di costituire in pegno un’opera d’arte o persino un’intera collezione al fine di ottenere un finanziamento, traendo liquidità dal proprio patrimonio artistico senza ricorrere alla sua cessione definitiva.

È questa l’operazione finanziaria del credito su pegno (art lending), in voga attualmente in molteplici paesi europei e in maggior scala negli USA.

Da un lato, infatti, il collezionista moderno cerca strumenti per estrarre e conservare valore dal suo patrimonio artistico e, dall’altro lato, il mercato finanziario è in continua ricerca di nuovi e flessibili strumenti di investimento.

Autorevoli fonti, quali Deloitte Art and Finance Report e Art Basel and UBS Global Art Market Report, stimano che il mercato dell’art lending sia triplicato da otto anni a questa parte e, ad oggi, abbia un giro d’affari di circa 31.3 bilioni di euro, in continua espansione, prevista dell’11% ogni anno.

  1. La struttura dell’art lending

La struttura dell’art lending è molto semplice e di facile sviluppo. Le sue componenti principali riguardano la leva, la durata e i tassi di interessi del finanziamento. Per esperienza, osservando quanto accade nel mercato USA e UK, la leva (LTV, Loan To Value) del finanziamento è nella forbice tra il 30% – 50% del valore dell’opera, con preferenza per valori di opere d’arte tali da giustificare l’operazione, escludendo, quindi, il finanziamento su opere il cui valore sia al di sotto di una certa soglia di rilevanza (per Bank of America, ad esempio, è almeno 5 milioni di dollari).

Veniamo ora alla durata del finanziamento. Il trend di mercato si attesta su un periodo di 12-24 mesi, che sarà in concreto fissato in ragione delle motivazioni del cliente sottostanti all’operazione. Per quanto riguarda il tasso di interesse, esso è generalmente elevato stante la breve durata dell’operazione.

Dal punto di vista operativo, in estrema sintesi, l’istituto bancario dovrà strutturare un contratto di finanziamento/apertura di credito collegato con un contratto di pegno, ai quali si aggiungono gli accordi a latere, relativi alla custodia e all’assicurazione dell’opera d’arte in garanzia.

  1. La due diligence sull’opera posta in garanzia

Il punto più delicato di un’operazione di art lending è rappresentato dalla due diligence sull’opera d’arte e la sua corretta valutazione economica.

Il tema è evidentemente comune a una qualsiasi operazione di acquisto, dal momento che l’oggetto sottostante alla vendita o al finanziamento è il medesimo: l’opera d’arte, con tutte quelle cautele che devono essere adottate per trattare un bene così particolare quale esso è.

Se è vero che l’istituto di credito procederà, sotto il profilo soggettivo, alla ordinaria attività di istruttoria legata alla cd. profilatura del cliente, alle attività di Know Your Client e antiriciclaggio, dovrà anche svolgere una adeguata istruttoria sul bene che costituisce la garanzia del finanziamento.

Tale istruttoria implica un’accurata indagine, anche di natura legale, sui seguenti elementi: l’autenticità dell’opera; la sua provenienza; il titolo d’acquisto; la verifica del regime di circolazione e, quindi, l’assenza di un vincolo alla libera circolazione internazionale; l’esame del condition report, effettuato da uno studio di restauro professionale, che attesti lo stato di conservazione dell’opera; la determinazione del valore dell’opera d’arte. Quest’ultimo tema è di cruciale importanza, in quanto fornire la giusta stima dell’opera limita notevolmente i rischi dell’operazione.

Per alcuni operatori del settore fornire una stima ad un’opera d’arte presenterebbe delle criticità. Ad avviso di chi scrive non si comprende quali esse possano essere, giacché vi sono pletore di esperti qualificati per tale incombente e oramai la valutazione di un’opera è divenuta una pratica pressoché automatizzata, stante l’enorme raccolta di dati sulle aggiudicazioni all’asta delle opere d’arte, di facile e veloce consultazione.

È pur vero che ogni opera d’arte è un unicum e che opere dello stesso autore apparentemente simili – per soggetto, dimensioni e data di esecuzione – possono avere valutazioni notevolmente diverse in ragione, per esempio, di differenti provenienze, pubblicazioni, esposizioni e stato di conservazione. L’opera d’arte, poi, a differenza di altri beni, può mutare rapidamente il suo valore nel tempo. È questo il motivo per cui il rimborso di un finanziamento di art lending è previsto in un arco temporale piuttosto ridotto, al fine di ridurre al minimo il rischio di una perdita di valore del bene posto in garanzia (eventualità frequente principalmente per le opere di artisti contemporanei, la cui valutazione può essere in continua fluttuazione).

Tuttavia, considerati tutti gli elementi che caratterizzano l’opera, non è difficile offrire una valutazione coerente per il mercato dell’arte, basti pensare alle innumerevoli stime che le case d’asta eseguono quotidianamente nell’arco della loro attività lavorativa. Emerge, comunque, la circostanza che l’istituto bancario che vorrà offrire il prodotto di art lending dovrà avvalersi, con l’organizzazione di risorse al proprio interno o esterne, di competenze e professionalità adeguate a svolgere la necessaria due diligence. In ogni caso, ad avviso di chi scrive, nulla di straordinario o impossibile da realizzare.

Infine, dovrà essere valutato con attenzione anche il luogo di custodia dell’opera posta in garanzia. Infatti, per la corretta conservazione di un’opera d’arte vi sono numerose cautele da osservare, atteso che il bene può subire danni a causa di temperatura, umidità e collocazione inadeguate.

  1. I clienti

Siamo di fronte all’evidenza che nel mercato finanziario il cliente, oltre a possedere denaro, aziende e immobili gode anche di un patrimonio artistico, che può essere valorizzato attraverso un progetto di art lending.

Individui facoltosi, mercanti e gallerie, collezionisti, gestori patrimoniali, trust e fondazioni, artisti, imprese e fondi d’investimento, ciò che accomuna i predetti soggetti è il fatto di essere tutti fortemente attratti da poter ricavare finanziamenti da opere d’arte attraverso l’art lending. In particolare, ecco coloro ai quali tale operazione finanziaria può interessare e per quali motivi:

  1. Individui facoltosi: gli individui con un elevato patrimonio netto che possiedono collezioni d’arte possono rivolgersi ai servizi di art lending per accedere alla liquidità a loro necessaria senza dover vendere le loro opere. Possono utilizzare il valore delle proprie opere d’arte come garanzia per ottenere prestiti per vari scopi, come investimenti, iniziative commerciali o spese personali.
  2. Commercianti e gallerie d’arte: i mercanti d’arte e le gallerie possono aver bisogno di finanziamenti per acquistare nuovi pezzi per il loro inventario, finanziare mostre o espandere la loro attività. L’art lending può fornire loro il capitale necessario per continuare le loro operazioni e far crescere la loro attività lavorativa.
  3. Collezionisti d’arte: i collezionisti moderni ed esperti, che desiderano diversificare i propri investimenti o effettuare altre operazioni finanziarie, possono optare per l’art lending. Possono sfruttare infatti il valore della loro collezione per ottenere prestiti per altre opportunità di investimento o per esigenze personali.
  4. Pianificazione successoria e gestione patrimoniale: i clienti impegnati nella pianificazione successoria possono utilizzare l’art lending come parte della loro strategia di gestione patrimoniale. Usando l’opera d’arte come garanzia possono accedere ai fondi necessari per le spese legate alla successione, mantenendo intatta la loro collezione d’arte per le generazioni future.
  5. Trust e fondazioni: i trust, le fondazioni e le organizzazioni caritatevoli che possiedono beni artistici di valore possono ricorrere all’art lending per sostenere le loro attività culturali e/o filantropiche. Possono affidare in garanzia le loro opere per finanziare progetti espositivi o iniziative di beneficenza.
  6. Artisti: gli artisti con opere d’arte di valore possono ricorrere all’art lending per finanziare nuovi progetti, mostre o per spese personali. Utilizzando le proprie opere d’arte come garanzia possono accedere al capitale necessario senza vendere le proprie creazioni.
  7. Imprese: le imprese che operano nel mondo dell’arte, dalle grandi case d’asta alle start-up, possono avere bisogno di finanziamenti per le loro attività. L’art lending può fornire loro il capitale necessario per espandersi e prosperare nel settore.
  8. Fondi di investimento: i fondi di investimento o le partnership specializzate in investimenti artistici possono utilizzare l’art lending per finanziare acquisizioni o altre attività di investimento all’interno del loro portafoglio.
  1. Vantaggi per i clienti e per le banche

I vantaggi che i clienti possono perseguire mediante un’operazione di art lending sono (almeno) tre: (1) ottenimento di liquidità per l’acquisto di nuove opere (cd. additional capital); (2) ottenimento di liquidità per scopi diversi, quale monetizzazione delle opere d’arte nel proprio portafoglio e investimento in altre operazioni finanziarie (cd. liquidity); (3) anticipazione (una sorta di finanziamento ponte, c.d. bridge) dei benefici della vendita dell’opera d’arte per il tramite di una casa d’aste, lasciando alla professionalità dell’operatore il compito di individuare il momento di mercato, l’asta e l’attività di marketing migliore possibile per l’offerta di quella specifica opera.

Chi giova da tale operazione non è solo il cliente ma, soprattutto, l’istituto bancario. Anche se il servizio di art lending può sembrare coinvolga un mercato di nicchia, in realtà le banche che offrono questo servizio hanno diversi tornaconto. Uno dei principali vantaggi dell’art lending per le banche è, infatti, il potenziale aumento dei flussi di reddito. Offrendo prestiti a fronte di collezioni d’arte le banche possono guadagnare dagli interessi sull’importo del prestito e sulle commissioni associate alla transazione.

L’art lending offre inoltre alle banche l’opportunità di costruire relazioni a lungo termine con clienti che possiedono un patrimonio significativo, che potrebbero essere interessati anche ad altri prodotti finanziari. Fornendo questo servizio, le banche possono dimostrare la loro competenza nel mercato dell’arte e affermarsi come consulenti di fiducia per i loro clienti. Oltre agli interessi e alle commissioni sui finanziamenti, molte banche addebitano anche le spese di deposito per la custodia delle opere d’arte in una struttura sicura di loro controllo. Possono persino guadagnare commissioni se il cliente decide di vendere le opere d’arte attraverso la banca stessa.

Alcuni istituti bancari offrono infatti anche servizi aggiuntivi, quale l’art advisory, per aiutare i clienti a gestire le loro collezioni. Questi servizi possono generare ulteriori entrate e contribuire a costruire relazioni a lungo termine con i clienti.

Inoltre, l’art lending può essere una forma di prestito poco rischiosa, poiché le opere d’arte sono sempre assicurate e molti artisti aumentano di valore nel tempo. Senza dimenticare che l’opera d’arte è posta in pegno e a garanzia del finanziamento e, nella denegata ipotesi di mancato pagamento dei ratei, essa può essere liberamente destinata alla vendita da parte della banca finanziatrice.

  1. Conclusioni

Alla luce di tutto quanto sopra esposto e considerate le importanti analisi di mercato riportate, è possibile affermare che in Italia vi sia un ampio spazio vuoto che gli istituti bancari debbano colmare, incrementando il portafoglio dei propri servizi – quindi, dei propri clienti – e facendo networking con gli altri protagonisti essenziali di questo mercato, quali case d’aste, società di logistica, trasporto, custodia e compagnie assicurative, dando così un forte impulso economico a tutto il settore.

Il panorama competitivo dell’art lending in Italia è relativamente nuovo, con solo poche banche che attualmente offrono questo servizio. Tuttavia, con la comprovata crescita di domanda di tali finanziamenti, è probabile che altre banche entrino nel mercato (si veda il recente Art-Kredit di Banca Sistema).

Per farsi una idea delle potenzialità di questo fenomeno nel nostro paese, si tenga conto della stima che l’Italia concentri il più grande patrimonio artistico e culturale di tutto il mondo, con oltre 4000 istituti museali, tra pubblici e privati.

L’art lending, specialmente oggi in un momento storico di incertezza economica, si presenta come un’opportunità reale e concreta per tutto il mercato dell’arte e come una nuova e interessante risorsa per le banche stesse.

Non manca chi ritiene che in Italia tale strumento fatichi a decollare o non funzioni. Per esperienza personale, tali affermazioni non trovano riscontro nella pratica, dove vi è una elevata e non trascurabile richiesta di tale servizio, anche a livello nazionale, attualmente esaudibile in minima parte vista la mancanza di istituti che offrono questo servizio. L’esempio estero, dove tale fenomeno è in continua espansione, ci suggerisce che non rendersi conto dell’enorme opportunità, ancora inespressa, che vi è all’orizzonte, sarebbe un grave errore. Tutto sta in una organizzazione adeguata per la strutturazione dell’operazione e la scelta di professionisti specializzati e con le giuste competenze, sia in campo giuridico che in quello artistico.

Come purtroppo accade in diversi settori, il nostro paese non è del tutto al passo con i tempi di altre potenze economiche, e non si sovviene per quale motivo tale operazione finanziaria non possa trovare la giusta efficacia anche in Italia, culla delle più grandi opere d’arte al mondo e patria di importanti collezioni artistiche.

Leonardo ROCCO  Roma 15 Ottobre 2023