di Silvana LAZZARINO
L’esposizione, la più grande sinora mai realizzata dedicata al geniale artista olandese, presenta oltre 300 opere, nuove scoperte e grandi novità
Quando la scienza si lega ai diversi aspetti della natura, quando l’universo matematico entra nelle dinamiche rappresentative dell’arte per dare forma a paradossi e mondi impossibili, ecco che ci si confronta con le creazioni pluridimensionali di Escher, percepite quali irripetibili e avvolgenti giochi della mente in cui abitano formule ed enigmi restituiti attraverso il processo creativo di interazione tra aspetto razionale ed emozionale, calcolo ed intuizione.
Incisore e grafico olandese di raffinato gusto e sorprendente originalità, tra gli artisti più amati in tutto il mondo come confermano anche le mostre a lui dedicate che hanno battuto ogni record di visitatori, Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden Paesi Bassi 17 giugno 1898 – Laren Paesi Bassi, 27 marzo 1972) ha saputo esplorare diversi aspetti e contesti legati alla natura e al paesaggio, focalizzandosi sui fenomeni percettivi entro prospettive innovative, così da restituire una realtà alterata ed esplorata oltre l’apparire.
L’interesse per le grandi teorie di inizio Novecento quali quella della relatività e lo sviluppo della psicanalisi, oltre alla vicinanza di un padre ingegnere e a diverse discussioni con fisici e matematici hanno suscitato in lui un nuovo modo di osservare la realtà circostante cercando di coglierne gli aspetti scientifici e matematici unitamente al gioco illusorio che restituisce mistero e stupore, quello stupore che lui definiva il sale della vita. A questo straordinario artista inquieto e riservato la cui opera ha conquistato un pubblico sempre più vasto non solo per la varietà dei temi affrontati, ma anche per la capacità di trascinarlo in un mondo immaginifico e impossibile in cui si intrecciano arte, matematica, fisica, scienza e design, è dedicata la straordinaria esposizione Escher che si è aperta lo scorso 31 ottobre 2023 a Roma presso Palazzo Bonaparte.
Patrocinata dal Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, l’esposizione che oltre ai capolavori più celebri dell’artista comprende anche numerose sue opere inedite e mai esposte prima, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits.
Curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company, l’esposizione, aperta fino al 1 aprile del 2024, riunisce circa 300 opere comprendenti accanto all’iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, la serie completa dei 12 “notturni romani” e molte altre.
E’ nella Capitale dove giunge nel 1923, dopo aver viaggiato attraverso la Toscana, l’Umbria e la Liguria, che Escher esegue i “notturni romani” realizzati nel 1934 e finalmente visibili in questa esposizione: accanto a “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, sono “Santa Francesca Romana”, “Il dioscuro Polluce” unitamente ad altre opere che rappresentano i fasti dell’antica Urbe. Tra queste Roma (e il Grifone dei Borghese) del 1927, San Michele dei Frisoni, Roma (1932) e Tra San Pietro e la Cappella Sistina (1936).
Logica e precisione entro uno studio di rapporti tra spazio e profondità si integrano con l’aspetto legato alla sperimentazione della simultaneità dei punti di vista per giungere ad un nuovo modo di osservare la natura e il suo paesaggio mediante un punto di vista innovativo in cui si evince in filigrana quella bellezza della regolarità geometrica che talora diviene magia e gioco. Cosi le geometrie in evoluzione nello spazio e i disegni periodici ed in sequenza diventano protagonisti per mettere in evidenza i principi della relatività, della creazione e della relazione tra piani e spazio.
Lungo il percorso espositivo suddiviso in otto sezioni il visitatore entra negli universi legati alla natura, ai paesaggi, alle architetture e ai mondi onirici interiori dello stesso artista che ha saputo dar vita a forme geometriche in continuo divenire elaborando una spazialità nuova entro cui le stesse geometrie creano ritmi armonici ed equilibrati proprio come equilibrato e perfetto è l’universo matematico. In questa elaborazione Escher ha fatto propri rivisitandoli, certi riferimenti artistici: dalla tradizione dei grandi maestri del passato al rigore figurativo di Durer, dagli spazi aperti e prospettive di Giovanni Battista Piranesi, all’idea di una linea avvolgente e armoniosa propria del Liberty, fino ad arrivare alla forza dinamica e alla prospettiva con soggetti ripresi dall’alto propria del Futurismo e ad una trasfigurazione della realtà incarnata dal movimento Surrealista. Alle avanguardie divisioniste e futuriste guarda in riferimento alla sperimentazione della simultaneità dei punti di vista e della mutazione delle immagini a partire dalle possibilità offerte dalla rappresentazione bidimensionale sul foglio e tavolette.
Se nella prima sezione dedicata agli Inizi le opere con rimandi all’Art Nouveau sono caratterizzate da prospettive insolite e vedute che spaziano verso orizzonti lontani, comprese le riproduzioni delle 28 xilografie che compongono il libro XXIV Emblemata dat zijn zinne-beelden, cioè XXIV Emblemi, con massime in versi; nella seconda sezione Italia viene ripercorso il suo soggiorno italiano a partire dal 1932 con particolare riferimento agli anni in cui si stabilisce a Roma dove si era stabilito presso il civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio. Accanto ad opere dove spiccano monumenti e scorci, è una serie di 12 magistrali xilografie, realizzate a partire dagli schizzi abbozzati di notte grazie ad una torcia e un cavalletto da viaggio. Non mancano poi i magnifici paesaggi della Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo.
L’interesse per le tassellature, tratto distintivo della sua arte dove fantasia, geometria e soggetti figurativi sono sapientemente combinati, è al centro della terza sezione Tassellature. Si tratta di una tecnica cui l’artista si accosta dopo essere rimasto affascinato durane il soggiorno a Granada. dalle decorazioni in maiolica e stucco del palazzo trecentesco Alhambra complesso palaziale fortificato, costruito fra il secolo XIII e il XIV. Tale tecnica basata su decorazioni geometriche costituite da triangoli, quadrati o esagoni che si ripetono, come piastrelle, per coprire un piano senza lasciare spazi vuoti richiede un lavoro minuzioso e attento come testimonia lo stesso Escher in un libro di esercizi in cui sono raccolti 137 acquerelli che riproducono diversi motivi di tassellatura e che rappresentavano tutti i 17 diversi tipi di simmetrie atte a suddividere il piano-
Le tassellature sono alla base dei cicli e delle Metamorfosi affrontate nella quarta sezione: realizzate attraverso la modifica e successiva concatenazione di diverse tassellature (procedimento di divisione regolare del piano) in modo tale che diverse figure diano vita a vortici di trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa. Significativo a riguardo è uno dei suoi capolavori Metamorfosi II (1939-1940) un universo circolare in cui un una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto ecc. A volte nelle metamorfosi interagiscono elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione.
Sfere, superfici riflettenti, solidi geometrici hanno esercitato un certo fascino su Escher a partire dal suo interesse rivolto alla matematica e alla geometria: da qui il suo nuovo modo di restituire la rappresentazione dello spazio mediante una sintesi di diverse entità spaziali come descritto dalla quinta sezione dedicata alla Struttura dello spazio. Un esempio è restituito dalla famosa opera già citata Mano con sfera riflettente dove la sfera, riflettendolo, racchiude in sé tutto lo spazio circostante, al cui centro si staglia proprio colui che la guarda; l’uomo è quindi il centro di questo universo. Da qui il passo è breve per indirizzare il proprio interesse verso i paradossi, e precisamente ai paradossi geometrici cui è dedicata la sesta sezione. Le distorsioni prospettiche e le illusioni ottiche che si evincono ad esempio in Su e Giù, Belvedere, Cascata mettono in evidenza costruzioni impossibili e portate anche ogni limite. Questi capolavori unitamente a Relatività riflettono un aspetto essenziale dell’arte del grafico olandese: il suo complesso rapporto con la matematica, la geometria cui lui si interessa e il tema della riproduzione grafica dell’infinito.
Riguardo Relatività emerge un ambiente irreale in cui coesistono diversi tipi di gravità. Alle opere su commissione è dedicata la penultima sezione in cui tra i lavori citiamo accanto ad ex libris (contrassegni da inserire in libri di collezioni o biblioteche private per attestarne la proprietà ed evitarne la perdita o lo scambio con copie identiche), anche biglietti d’auguri, design per loghi, francobolli, articoli pubblicitari. Con questi lavori emerge l’ampio e sapiente uso delle tassellature da parte dell’artista, che oltre a rappresentare un suo tratto specifico, si prestano ad ottimizzare i tempi del processo creativo attraverso l’uso ripetuto di uno stesso elemento figurativo. L’ultima sezione Eschermania ripresentando opere d’arte ed oggettistica, sottolinea che oltre al fatto che Escher sia stato sun artista figlio del suo tempo, quanto il suo lavoro avanguardistico e il suo linguaggio attuale eserciti ancora una forte influenza sul processo creativo di molti artisti, musicisti, pubblicitari e fumettisti. La passione per le tassellature nonché la creazione di mondi impossibili e paradossali non hanno ancora cessato di essere fonte d‘ispirazione per ulteriori sviluppi e rielaborazioni, nei settori più diversi.
Accanto alle costruzioni geometriche disegnate nell’attenzione ai più piccoli dettagli ed ai particolari, sono i paesaggi illusionisti, le prospettive invertite che talora creano spaesamento e ambiguità nella lettura delle stesse opere. Poesia, matematica e enigma accompagnano il definirsi di costruzioni di mondi impossibili, tra riscoperta dell’infinito, tassellature del piano e dello spazio, i motivi a geometrie interconnesse, dove recuperare un possibile specchio della natura e delle bellezze architettoniche riflesse sotto una nuova luce in cui si intrecciano bidimensionalità e tridimensionalità.
Silvana LAZZARINO Roma 12 Novembre 2023
Escher
Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5- Roma
Orario apertura: dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30 ; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Informazioni e prenotazioni T. + 39 06 87 15 111
Sito www.mostraescher.it. www.mostrepalazzobonaparte.it
Fino al 1° aprile 2024