di Marco FIORAMANTI
Paolo Morelli
Sragionamenti sull’Anarchia
Ed. Italo Svevo 2023 152, € 16,00
Vivere come se galleggiassimo
L’incipit del primo capitolo (“Sragionamento numero uno”) è praticamente un dogma: Una dottrina anarchica propriamente detta non esiste. Teoria non va d’accordo con Azione. Sarebbe infatti una contraddizione in termini.
Come definire un individuo anarchico, dunque?
Forse, uno che rifiuta qualunque autorità deputata, ma capace di scegliere autorevolezza ovunque egli la riconosca. Anarchici non si diventa ma, come accade per gli artisti, si è costretti ad esserlo, è questione di coscienza e di fede. Il destino di stampo anarchico, infatti, è quello di colui che vive la vita con un alto senso di responsabilità, non finge la scalata all’adultità compiacente ma, sincero, mira alla consapevolezza nobile della “forma umana”. E Paolo Morelli, studioso di taoismo, ce lo dimostra con la sua pratica, dove la regola della “non azione” (il cosiddetto “non-fare”) e il concetto di spontaneità, di naturalezza, danno una chiara direzione alla giusta interrelazione tra individuo e società, tra individuo e mondo.
La visione anarchica e quella taoista d’altronde hanno grandi affinità. In entrambe si parla dell’abolizione dello Stato centralizzato in quanto si è convinti che l’uomo attraverso la spinta naturale alla solidarietà sia capace di provvedere ai suoi bisogni e di convivere pacificamente. Scrive Morelli:
Una sorta di ordine inscritto nelle cose, una saggezza originaria che rimane sepolta sotto la pretesa di farsi misura del mondo, e che rimane irriconoscibile finché non la si lascia emergere spontaneamente, nel silenzio della mente,
E cita Zhuang-zi:
“Vivere come se galleggiassimo. L’unico linguaggio che si può provare a usare per attenersi alla natura è quello che non viene preso del tutto sul serio neanche da chi lo parla”.
Una memoria che risale indietro di millenni e che affonda le proprie radici nel koān, nella sfida a domande apparentemente irrazionali, enigmi irrisolvibili con l’uso della mente.
Prima o poi tutti dobbiamo rispondere ai koān che ci si improvvisano davanti quando siamo in vita, spesso non in una forma ragionevole ma in quella di nonsense (p.82).
In opposizione al fanatismo scientifico vale il relativismo democratico di Paul Feyerabend (“Contro il metodo”) sulla capacità di non lasciarsi influenzare dagli avvenimenti che tendono a destabilizzarci. Deve diventare insomma una pratica quella di disimparare a vivere sotto un regime servile imposto dalle abitudini, a soccombere al fascino e alla seduzione del potere.
Una nota particolare va riservata infine al fascino compositivo di questo accattivante libretto tutto in avoriata, allestito alla maniera antica, con le pagine ancora da tagliare. Col suo linguaggio “sragionato”, le sue raffinate acrobazie musicali con ridondanze circolari – alla maniera dell’amato Bernhard – che si liberano infine a una chiara spirale di senso, Paolo Morelli riesce senza sosta a dialogare e intrigare il lettore coinvolgendolo perfino in un anarco-test di autocoscienza con tanto di verifica di risultati.
Marco FIORAMANTI Roma 28 Aprile 2024